Tra le cime dei larici con Giorgio Gobbo
Nettare dell’estate è l’album presentato oggi a Padova da Giorgio Gobbo. Il suo primo da solista. Il primo di un viaggio tutto suo. Sono 13 brani tutti nati e vissuti tra le sue "terre alte". Quei luoghi d’elezione e frequentazione che da sempre accompagnano la sua ricerca d’artista. Un cammino, il suo, che si fa trasportare da quello speciale stupore sospeso dei viandanti e degli innamorati, e di quanti sanno cogliere il fine del viaggiare nel viaggio stesso. Come in "Le cime dei larici", una lirica struggente e potente, che sembra farci tornare bambini, a quel bisogno di abbracciare gli alberi, la natura, nella consapevolezza che ci è madre. Difficile, ascoltandola, non pensare a quel dolore che ci ha colpiti per il disastro delle foreste venete. Impossibile rimanere indifferenti.
VIDEO CANZONE (le cime dei larici)
"Ho ricercato il silenzio. Ho camminato nelle boscaglie dei Colli Euganei idealizzando la vita semplice e antica che si intuisce nei frutteti inselvatichiti, nelle case coloniche abbandonate e cadenti. Sono salito nei monti degli altopiani, dove il trascorrere delle stagioni non ha cancellato i segni di guerre lontane. Nel culmine dell’estate ho attraversato le Dolomiti, ho posato la testa tra i prati di alta quota, assopito tra le pietraie al cospetto dei monoliti di roccia che un tempo furono bassi fondali marini.
Ho ricercato il silenzio, ma i grandi spazi aperti sono pieni di voci: lo spirito dei luoghi, le acque che cantano l’eterno mutare delle cose, la presenza spesso solo intuita degli animali che vi abitano, le storie degli uomini che curano una terra sempre scoscesa. Sono tornato con la musica e le parole che durante questi viaggi si sono fatti un nido dentro di me. Camminando nei boschi ho trovato queste canzoni." Giorgio Gobbo