Pelmo d'Oro 2023, svelati i premiati della 25° edizione

Sabato 29 luglio 2023 a San Tomaso Agordino (Dolomiti) sarà consegnato il Pelmo d'oro 2023 a Alessandro Masucci per la sua grande carriera alpinistica, a Santiago Padròs per l'alpinismo in attività, a Italo Zandonella Callegher per la cultura alpina. Il Premio Speciale Dolomiti UNESCO 2023 va all'Alpine Club, il 'Premio Giuliano De Marchi' va alla memoria di Silvana Rovis, mentre il Premio Speciale va a Oscar De Bona e Roberto De Martin
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Il premio Pelmo d'Oro
Pelmo d'Oro

Sono stati svelati i vincitori del 25° Pelmo d'Oro, il riconoscimento che dal 1998 va agli alpinisti ma anche a chi ha contribuito alla valorizzazione delle Dolomiti Bellunesi. La cerimonia sarà celebrata sabato 29 luglio 2023 a San Tomaso Agordino (Dolomiti) e i componenti della Giuria Roberto Padrin, Orietta Bonaldo, Federico Bressan, Paolo Conz, Giorgio Peretti e Marco Staunovo Polacco hanno così attribuito i riconoscimenti dell’anno 2022 per la valorizzazione alpina e alpinistica delle Dolomiti Bellunesi:

L’alpinismo in attività a Santiago Padròs (Santi)
Guida Alpina di levatura internazionale, spagnolo di nascita ma bellunese di adozione. Nelle Dolomiti Bellunesi realizza un’attività poliedrica di altissimo livello: nuove aperture in roccia e ghiaccio, inediti concatenamenti e, su pareti spesso remote, salite di misto moderno, di cui è uno dei massimi esponenti a livello non solo italiano.

Carriera alpinistica a Alessandro Masucci
Alpinista che in tre decenni di attività severa ed eticamente impeccabile ha scritto il suo nome sul Pelmo e su tutte le crode della Val di Zoldo, allora poco conosciute e ancor meno percorse, individuando con occhio sapiente e concretizzando con tenace passione ben 140 nuove linee di salita.

Cultura alpina a Italo Zandonella Callegher
Fine editorialista, brillante scrittore, eccellente alpinista. Ma, soprattutto ed in ogni sua attività, montanaro profondamente dolomitico, di sconfinata cultura alpina. La sua penna ha riempito pagine e pagine raccontando delle montagne di casa non solo i profili, la storia, la vita, ma pure i valori che si traducono in dialogo universale della gente dei monti.

Premio Speciale Dolomiti UNESCO 2023 al Alpine Club
Primo club alpino del mondo, l’Alpine Club, venne fondato a Londra il 22 dicembre 1857 da John Ball. Tale iniziativa fu ispirata dall’impresa che lo stesso Ball compì due mesi prima quando, accompagnato da una guida di Borca di Cadore, effettuò la prima ascensione alpinistica sul Monte Pelmo, oggi uno dei simboli delle Dolomiti. Questi primi alpinisti britannici divennero anche i principali osservatori e divulgatori di quei valori estetici, paesaggistici e scientifici che oggi sono universalmente apprezzati e che si trovano alla base del riconoscimento che l’UNESCO ha voluto conferire nel 2009 alle Dolomiti.

Premio Speciale "Giuliano De Marchi 2023 alla memoria di Silvana Rovis
Il suo amore per la montagna l’ha portata, non solo ad esplorarla e a viverla intensamente ma, soprattutto, a raccontarla attraverso i suoi articoli e le sue interviste anche alle alpiniste donne così spesso trascurate, già diventate capitoli di storia dell’alpinismo.

Premio Speciale Pelmo d’Oro 2023 a Oscar De Bona e Roberto De Martin
Vivere tra le montagne più belle del mondo comporta anche il dovere di raccontarle, di farle conoscere, superando il silenzio della pietra e del bosco, dando voce alla solennità delle crode. Oscar De Bona e Roberto De Martin hanno ideato questo premio venticinque anni fa proprio allo scopo di dare risalto alle montagne bellunesi e alle genti che le vivono.

La cerimonia del Premio si aprirà con il simbolico passaggio di consegne tra il Comune di Vigo di Cadore, che ne ospitò la precedente edizione, e il Comune di San Tomaso Agordino e proseguirà con la consegna dei premi 2023. A rendere speciale questa 25° edizione contribuiranno l’esibizione del Gruppo Folk "Bati Orz" di San Tomaso Agordino e i brani proposti da Domenico Menini. Durante la cerimonia sarà consegnato anche il Premio letterario "Antonio Berti".

Componenti della Giuria della XXV edizione del Premio Pelmo d’Oro
Roberto Padrin (Presidente della Provincia di Belluno), Orietta Bonaldo (Club Alpino Accademico Italiano), Federico Bressan (Club Alpino Italiano), Giorgio Brotto (Club Alpino Italiano), Paolo Conz (CNSAS e guida alpina), Giorgio Peretti (Guide Alpine del Veneto), Marco Staunovo Polacco (Presidente del Consorzio BimPiave di Belluno).

PROFILI
SANTIAGO PADROS - Terrassa (Spagna), 1974
Premio Pelmo d’Oro 2023 per l’alpinismo in attività
Guida Alpina di levatura internazionale, spagnolo di nascita ma bellunese di adozione. Nelle Dolomiti Bellunesi realizza un’attività poliedrica di altissimo livello: nuove aperture in roccia e ghiaccio, inediti concatenamenti e, su pareti spesso remote, salite di misto moderno, di cui è uno dei massimi esponenti a livello non solo italiano.

Inizia ad arrampicare a 16 anni, e fino ai 20 concentra le sue attività esplorative con gli sci, arrampicando su ghiaccio e facendo canyoning sui Pirenei. Dai 20 ai 30 anni allarga i suoi orizzonti all’Europa praticando sopratutto l’Alpinismo e lo sci alpinismo a livello classico che diventano le attività con cui maggiormente si confronta.

Nel 2003 inizia a viaggiare oltre, è un "Yosemite trip" durato due mesi che ha profondamente cambiato il suo approccio alla vita. Dopo è arrivato il Perù e tanto altro. Nel 2006 decide di andare a vivere in Dolomiti, in Val di Zoldo.

Fino ad oggi ha realizzato 4 spedizioni in Himalaya con 5 nuove vie aperte su massicci alti fino a 6950m; 4 spedizioni in Patagonia con 2 nuove salite nel gruppo del Cerro Adela (zona Cerro Torre); una spedizione in solitaria sulla Cordillera Blanca in Perù, dove con gli sci ha realizzato due nuove discese estreme; ha viaggiato in Oman e Marocco, nell’Isola de la Reunion, in Grecia e USA arrampicando e praticando canyoning, in Nuova Zelanda vivendo l’avventura e in Kirghizistan scoprendolo attraverso lo sci d’alpinismo. Ha tre nominations al "Piolèt d’Or" per altrettante prime salite. Dal 1998 è Guida di canyoning. Guida Alpina nel 2006. Dal 2017 Istruttore Guide Canyoning in Italia.

Tra le prime salite degne di nota:
2023: Prima salita completamente in libera, in style "DryTooling" della Via degli Inglesi, 700m. M8+, alla Nord del Piz Badile.
2021: "Unicorno" M6+/AI5+ 400 mt Cimon di Palantina con Barry Bona e Diego Toigo "Alchimia" cima de Gasperi assieme a Emanuele Andreozzi 700 mt M6+
Concatenamento delle 4 Pale di San Lucano con Diego Toigo, 4000 metri positivi di cui 2600 arrampicata fino al 7+
4a Pala "Mario Tomè Bariza" prima ripetizione
3a Pala "Pilastro bianco" prima ripetizione + creste di milarepa 2a Pala "Sangre y corazon" via nuova 850 mt 7
1a Pala "via del diedro+ Raffaella" prima ripetizione 2020: "La Churri" 185m. M8/WI5+. Val Travenanzes
"Madre Tierra" 730m. M6+/AI5+, Rocchetta Alta di Bosconero "Jaia" 500m. AI5, versante nord del Monte Pelf 2502m.
"La Flaca" 155m. AI5/M6/IV
2018: "Irene "300m. VIII-, nella Prima Pala di San Lucano "L’insonnia Di Ganesh" 225m. VII, Cima Castellaz, Val di Zoldo 2017: "La Bruixa" 75m. W6, M6, nella Val Zemola
"Val Pissa" 105m. W6, M9
"Cascata da Pino" 155m. W5+, M6+, in Val Cimoliana "Infection" W6, M7/+, A Igne (Longarone)
"Llops De Mar" 850m. VII, nella 2° Pala di San Lucano
2016: "Pilar Dudh Khunda", 1400m. VI/6a, AI4, M4, Mt. Karyolung 6511m. (Nominata a Piolets d’Or)
"Nepali Sun", 1000m. VI/5, M4, Mt. Numbur 6959m
2015, Nuova via in Patagonia (Cerro Adela) "Balas y Chocolate", 800m. WI 5+, A2, M6+, X (Nominata a Piolets d’Or)
2013, Nuova via in Nepal "Monsoon" 1500m./75º, Kang Nachugo 6735m., Rolwaling (Nominata a Piolets d’Or)
2012. Patagonia: ripetizione Titanic sulla Torre Egger, e ripetizione VIA BUSCAINI sull’Aig. St Exupery
2008: Nuova via in Nepal "Free Tibet" 2065, 1500m/V+/80º/M5+ sulla parete Ovest del Ama Dablam
2007: Nuova via in Patagonia "Asamblea De Majaras", 1000m/ED/95º/m5+, Cerro Adela, accanto al Cerro Torre
2005: ripetizione via Maestri al Cerro Torre.

ALESSANDRO MASUCCI - Zoldo Alto (BL), 1943
Premio Pelmo d’Oro 2023 per la carriera alpinistica
Alpinista che in tre decenni di attività severa ed eticamente impeccabile ha scritto il suo nome sul Pelmo e su tutte le crode della Val di Zoldo, allora poco conosciute e ancor meno percorse, individuando con occhio sapiente e concretizzando con tenace passione ben 140 nuove linee di salita.

Alessandro Masucci nasce in Val di Zoldo, dove la madre si era rifugiata presso la famiglia di origine per sfuggire ai bombardamenti allora in atto nel veneziano. Dopo la guerra la famiglia torna a Venezia, ma d’estate Alessandro trascorre le vacanze presso la zia materna, dove comincia la sua fascinazione per le Dolomiti.
Racconta lui stesso: "...mia madre mi aveva accompagnato, ragazzino, su per la Mont dai Coi fin sotto il Pelmo. Giunti sulle ultime ghiaie, aveva assecondato il mio desiderio di spingermi ancora più su, per poter toccare con le mani le prime rocce. Conservo ancora la foto che mi scattò. Toccata per la prima volta la roccia del Pelmo, non l’ho più lasciata".
A 13 anni, da solo, di nascosto, sale la normale. Fa persino il pastore supplente di capre. A Venezia, alla biblioteca del CAI divora i libri di Gervasutti, Mummery, Casara.
Comincia ad arrampicare a Santa Felicita con gli amici della Scuola Sergio Nen del CAI di Venezia e con alterne fortune affronta le prime ripetizioni in Dolomiti. Ma già arde il desiderio di cimentarsi su pareti inesplorate, che in quegli anni in Val di Zoldo non mancano.
Nel settembre 1962, a 19 anni, con Paolo Micconi, apre con un bivacco in parete la sua prima via: ben 1000 metri nel gran diedro che caratterizza la parete Nord del Pelmetto. Dichiarano difficoltà fino al V superiore, ma successivamente due passaggi verranno valutati dal triestino Bruno Crepaz di VI.
Nel 1966 si compone la cordata con Giuliano De Marchi: insieme saliranno più di 300 vie tra ripetizioni e nuovi itinerari. L’attività di Alessandro Masucci è sterminata: 922 vie. Del Pelmo conosce ogni cengia. Le vie nuove sono 140, di cui 20 tra Pelmo, Dambra, Pala Sud e Pelmetto e 12 sul versante zoldano della Civetta, ma il suo nome lo troviamo di frequente sulle pareti dei gruppi di Bosconero, San Sebastiano-Tamer, Mezzodì-Pramper e Croda da Lago.
Il suo alpinismo in apertura è sempre improntato a un’etica rigorosa e alla rinuncia del chiodo a pressione. Tra i suoi compagni abituali, oltre a De Marchi, Franco Pianon, Paolo Sperandio, Soro Dorotei.
Nel 1980 fa parte della nutrita spedizione all’Everest capeggiata da Franco Santon, di cui fanno parte anche Sergio Martini e Giuliano De Marchi, che arriveranno però solo all’anticima.
Viene ammesso a far parte del Club Alpino Accademico nel 1985, anno in cui compie anche una delle rarissime ripetizioni della via Haupt-Lömpel alla Cima Sud della Civetta, aperta nel 1910, che valuterà con passaggi di VI- e che lo indurrà ad impegnarsi appassionatamente affinché a Gabriel Haupt venisse riconosciuto il primo sesto grado delle Dolomiti, risolto quindi ben 15 anni prima di quello universalmente riconosciuto a Emil Solleder, sempre in Civetta.
A 55 anni si interrompe bruscamente la carriera alpinistica di Masucci, colpito da un ictus che gli lascerà una emiparesi al lato sinistro. Lui, mancino puro, si impegnerà in una dura riabilitazione. Interessanti, arguti e ricchi di informazioni storiche i suoi numerosi articoli, per Le Alpi Venete e altre pubblicazioni. Fa infatti parte anche del GISM, il gruppo scrittori di montagna. Orientati dopo 4 anni gli studi in Medicina nella passione per gli animali, si è laureato in Veterinaria a Milano, campo in cui ha esercitato la sua professione, diventando responsabile del Servizio Veterinario della ULSS di Belluno.

ITALO ZANDONELLA CALLEGHER - Dosoledo di Comelio Superiore, 1948
Premio Pelmo d’Oro 2023 per la cultura alpina
Fine editorialista, brillante scrittore, eccellente alpinista. Ma, soprattutto ed in ogni sua attività, montanaro profondamente dolomitico, di sconfinata cultura alpina. La sua penna ha riempito pagine e pagine raccontando delle montagne di casa non solo i profili, la storia, la vita, ma pure i valori che si traducono in dialogo universale della gente dei monti.

Alpinista e scrittore, Italo Zandonella Callegher è accademico del CAI e del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, nonché socio onorario del Club Alpino Italiano.
È stato direttore editoriale della stampa nazionale del CAI per 16 anni, direttore editoriale de Le Dolomiti Bellunesi per 30 anni e autore di numerose guide escursionistiche e di importanti volumi sulla storia alpinistica delle Dolomiti Orientali.
E’ stato, inoltre, presidente del Trento Film Festival per sei anni, il primo con un mandato rinnovato. Ha scritto una ventina di libri di montagna, saggi e articoli. Tra le sue opere ricordiamo "La valanga di Selvapiana", in cui Italo Zandonella Callegher descrive l’epica traversata di Cima Undici da parte degli alpini "Mascabroni" e un episodio dell’inverno 1915-1916, quando una valanga travolse una cinquantina di territoriali riservisti impegnati a rifornire l’avamposto incaricato di conquistare il Passo della Sentinella.
Altra opera importante è "Il pastore che amava i libri".
Ed inoltre "Dolomiti:escursioni scelte" ed il libro relativo ai Monti del Comelico e Sappada edito da Athesia e peraltro tradotto in tedesco con prefazione dell’allora presidente del club alpino tedesco, Fritz Maerz.
E' stato assistente di Folco Quilici per l’opera da lui fatta sulle Alpi.
Ha ricevuto il Premio letterario internazionale "Città di Gaeta" e il Premio Nazionale "Alpini Sempre", Ponzone-Acqui Terme.
Ha all’attivo un centinaio di ascensioni classiche nelle Dolomiti con una ventina di vie nuove anche extraeuropee.
Nel solitario gruppo del Duranno ha aperto dodici vie nuove di notevole difficoltà tecnica e psicologica.
Fra tutte le imprese extraeuropee vanno ricordate la spedizione nel Karakorum al Latok (7151 m) con prima salita ad altre quattro cime e, la seconda, nel Tien-Shan, Asia Centrale, Kirghizistan, cui Zandonella Callegher ha partecipato come unico italiano alla spedizione internazionale organizzata dall’UIAA in onore dei cento anni del Comitato Olimpico Internazionale: nel corso della spedizione viene salito l’inviolato Mount Olimpia, 5026 metri.
Ha seguito per anni, anche come membro della Giuria, il Premio Pelmo d’Oro.

OSCAR DE BONA e ROBERTO DE MARTIN
Pelmo d’Oro 2023 Premio Speciale della Provincia
Vivere tra le montagne più belle del mondo comporta anche il dovere di raccontarle, di farle conoscere, superando il silenzio della pietra e del bosco, dando voce alla solennità delle crode. Oscar De Bona e Roberto De Martin hanno ideato questo premio venticinque anni fa proprio allo scopo di dare risalto alle montagne bellunesi e alle genti che le vivono.

OSCAR DE BONA - Trichiana (BL), 1948
Presidente della Provincia di Belluno dal 1990 al 2004, Oscar De Bona è uno dei personaggi pubblici e dei volti più noti della Provincia di Belluno. Assessore Regionale dal 2005 al 2010, Presidente dell’Ente Fiera di Longarone-Dolomiti dal 2010 al 2015, Sindaco nel 1990 e Consigliere comunale dal 1975 al 2009 nel suo paese natale, Trichiana, oggi parte del Comune di Borgo Valbelluna.
In attualità, dal 2012 è Presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e dal 2018 è Vicepresidente dell’Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati. Recentemente è stato nominato membro del Consiglio Generale degli Italiani all’estero.
Durante il periodo in cui fu Presidente della Provincia ha dato vita a due importanti Premi: il Premio Pelmo d’Oro nel 1998 e il Premio Bellunesi che hanno onorato la Provincia di Belluno in Italia e nel Mondo nel 2000.
Il Premio Pelmo d’Oro ha visto la sua genesi nel 1997 quando, nel corso di una riunione, Roberto De Martin ha lanciato l’idea nell’intento di valorizzare le montagne e le genti bellunesi.
Subito, grazie all’innata capacità di cogliere le buone idee, l’Amministrazione guidata da De Bona ha raccolto il suggerimento di De Martin e l’ha concretizzato nella consegna del 1° Pelmo d’Oro la cui cerimonia si è svolta a Cortina d’Ampezzo presentata da Paola Gigliotti, rappresentante del CAI all’UIAA.

ROBERTO DE MARTIN - Corteno Golgi (BS), 1944
Nato a Corteno Golgi (BS) il 19.08.1944 da padre cadorino e madre camuna. Formazione scolastica in Alto Adige (Elementari a Merano, Medie e Ginnasio a Brunico, I^ Liceo Classico Dante Alighie- ri a Bressanone) e in Liguria (II^ e III^ Liceo Classico Andrea Doria a Genova).
Laurea in Giurisprudenza conseguita con lode a Genova (1968) e specializzazione in scienze sociali (1971).
Ufficiale di Complemento in Brigate Alpine (Cadore e Tridentina) 1968/1969. Dirigente d’Azienda industriale dal 1973, per diciannove anni.
Vice Presidente nazionale Gruppo Giovani Industriali di Confindustria durante la presidenza Abete dal 1978 al 1982.
Membro della Giunta di Confindustria dal 1983 al 1986.
Vice presidente dell’Associazione Industriali della Provincia di Bolzano 1980/1984 e della Federa- zione Regionale Trentino Alto Adige.
Per sei anni direttore dell’Associazione Industriali della Provincia di Mantova e poi per altri otto di- rettore dell’Associazione Industriali della Provincia di Belluno.
Dal 1° giugno 2006 al 7 luglio 2011 Direttore Generale di FederlegnoArredo, ora Consigliere del Presidente.
Consigliere del CNEL – Consiglio Nazionale Economia e Lavoro – dal luglio 2010 al 2012. Consigliere Centrale del Club Alpino Italiano dal 1976 al 1979 e dal 1991.
Rappresentante del Club Alpino Italiano nell’Associazione Internazionale delle Associazioni Alpi- nistiche (UIAA) dal 1987 al 1992.
Presidente Generale del Club Alpino Italiano dal 1992 al 1998. Già osservatore permanente nel gruppo di lavoro "Popolazione e Cultura" della Convenzione delle Alpi.
Dal 1997 Vice Presidente del Club Arc Alpin, la federazione di Club Alpini dell’arco alpino che rappresenta due milioni di Soci. Presidente del Club Arc Alpin dal 2001 a settembre 2004.
Dal 2000 al 2008 Vicepresidente Associazione Premio letterario Gambrinus "Giuseppe Mazzotti", ora nel collegio dei probiviri. Nel 2005 Presidente Fondazione per l’Università e l’Alta Cultura in Provincia di Belluno.
Dal 2011 al 2017 Presidente del Trento Film Festival, di cui è tutt’ora membro del Consiglio Diret- tivo.
Giornalista pubblicista, revisore legale; Grande Ufficiale Repubblica Italiana, cittadino onorario di Niardo (BS) e di Farindola (PE). Premio ANA Cadore 2002 e premio Espansione per l’Europa 1985. Dal 2012 nel "Libro dell’Onore" della Magnifica Comunità di Cadore. Presidente e ora socio UCID/AGUS di Bolzano.
Socio Onorario del Club Alpino Italiano dal 2019.
E’ stato fino al 2020 membro della Giuria Pelmo d’Oro.

ALPINE CLUB - Londra, 1857
Pelmo d’Oro 2023 Premio Speciale Dolomiti UNESCO
Primo club alpino del mondo, l’Alpine Club, venne fondato a Londra il 22 dicembre 1857 da John Ball. Tale iniziativa fu ispirata dall’impresa che lo stesso Ball compì due mesi prima quando, accompagnato da una guida di Borca di Cadore, effettuò la prima ascensione alpinistica sul Monte Pelmo, uno dei simboli delle Dolomiti. Questi primi alpinisti divennero anche i principali osservatori e divulgatori di quei valori estetici, paesaggistici e scientifici che oggi sono universalmente apprezzati e che si trovano alla base del riconoscimento che l’UNESCO ha voluto conferire nel 2009 alle Dolomiti.

Era il 19 settembre 1857 quando il naturalista John Ball, compiendo la prima ascensione nota al Monte Pelmo attraverso la cengia che porta il suo nome, inaugurava la storia alpinistica delle Dolomiti.
Facendo tesoro di tale impresa, non passavano 100 giorni (94 per la precisione) che egli, il 22 dicembre 1857, fondava all’Ashley’s Hotel di Londra l’Alpine Club, il primo club alpino del mondo, di cui fu primo Presidente.
L’ascensione al Pelmo del 1857 è stata, dunque, la scintilla da cui è scaturito l’alpinismo: baricentro delle Dolomiti, il Pelmo, consacrato il 26 giugno 2009 patrimonio dell’umanità per lo straordinario valore paesaggistico e naturalistico, è stato culla, a sua volta, di un patrimonio immateriale dell’umanità, l’alpinismo, come tale riconosciuto dall’UNESCO l’11 dicembre 2019, che ha trovato nell’Alpine Club la sua gestazione e prima concretizzazione.
I fondatori dell’Alpine Club erano alpinisti attivi nelle Alpi, determinanti nello sviluppo dell’alpinismo durante l’età d’oro dell’alpinismo stesso (1854–1865).
L’Alpine Club era inizialmente descritto come "a club of English gentlemen devoted to mountaineering, first of all in the Alps, members of which have successfully addressed themselves to attempts of the kind on loftier mountains" (trad.: un’associazione di gentiluomini inglesi praticanti l’alpinismo, specialmente nelle Alpi, i cui membri si sono dedicati con successo a tentativi del genere sulle montagne più alte).
Infatti, per oltre 150 anni, i membri sono stati all’avanguardia nello sviluppo e nell’esplorazione dell’alpinismo mondiale.
Fino al 1974 il club era riservato esclusivamente agli uomini. Solo nel 1975, a pochi mesi dall’apertura delle iscrizioni alle donne, fu concordata una fusione con il Ladies’ Alpine Club, fusione da cui il Club ottenne così circa 150 nuovi membri.
L’Alpine Club fu la prima associazione del genere a nascere; negli anni successivi nacquero tutte le principali associazioni alpinistiche degli altri Paesi.
Dal 1863 l’Alpine Club pubblica The Alpine Journal, la più antica rivista alpinistica. Oggetto degli articoli sono soprattutto le avventure dei maggiori alpinisti, i cui racconti sono corredati di numerose carte e mappe. Il giornale servirà da modello ad altre riviste specialistiche del settore che appariranno negli anni seguenti.
L’Alpine Club è, altresì, particolarmente noto per aver sviluppato i primi attrezzi specifici per l’alpinismo, incluso un nuovo tipo di corda. L’obiettivo era progettare una corda forte e leggera che potesse essere trasportata facilmente. Un comitato del club ha testato i campioni dei fornitori e ha preparato la corda ufficiale dell’Alpine Club nel 1900, composta da tre fili di canapa manila, trattati per essere imputrescibili e contrassegnati con un filo rosso di filato pettinato.
La storia del club è stata documentata da George Band nel suo libro "Summit: 150 Years of the Alpine Club".

SILVANA ROVIS – alla memoria - Fiume - Istria, 1941
Pelmo d’Oro 2023 Premio Speciale Giuliano De Marchi
Il suo amore per la montagna l’ha portata, non solo ad esplorarla e a viverla intensamente ma, soprattutto, a raccontarla attraverso i suoi articoli e le sue interviste anche alle alpiniste donne così spesso trascurate, già diventate capitoli di storia dell’alpinismo.

Silvana Rovis era nata a Fiume il 19 ottobre 1941, prima di quattro sorelle; l’unica delle quattro a essere nata nell’Istria italiana. Dopo il forzato abbandono della sua terra e il conseguente trasferimento a Mestre, per molti anni fu segretaria della Presidenza della Camera di Commercio di Venezia, ambientandosi con facilità nel nuovo tessuto sociale cittadino.
Si iscrisse presso la Sezione del CAI lagunare nel 1967 e nello stesso anno aderì alla Sezione di Mestre della Giovane Montagna, dove incontrò Paolo Rematelli, il compagno ideale per condividere viaggi, vette e tutta la vita.
Con lui ha praticato l’alpinismo e lo sci alpinismo in varie zone italiane ed europee. Poi, con una R4 gialla, i due iniziano viaggi di conoscenza del Medio Oriente: Siria, Giordania, Iran, Iraq, Algeria, Tunisia. In seguito la frontiera si spostò ancora più a oriente; in Nepal, nella valle del Marsyandi, e in Ladakh, nella valle della Marka. Poi la Cina, in particolare il Tibet e la regione del Sinkiang. Seguirono Pakistan, India e Uzbekistan. Quindi fu la volta della Tanzania, con la salita del Kilimangiaro, e dell’Alto Atlante marocchino; non potevano poi mancare il Sudamerica e l’Argentina patagonica e la partecipazione alle spedizioni fino ai campi base dell’Everest e del K2 sui due versanti.
Una buona parte della vita di Silvana è stata dedicata al CAI. Ha sempre scritto molto dedicandosi soprattutto alla storia dell’alpinismo e alla presentazione di personaggi legati a quel mondo, partecipando alla stesura di numerose pubblicazioni.
Con Bepi Pellegrinon è autrice del volume: "Arturo Dalmartello, Le montagne di un alpinista fiumano" (salitore con Emilio Comici dei Campanili di Popera in Comelico) e con Mirco Gasparetto e Armando Scandellari ha curato "Alpinismo Veneto, dai 150 anni del Club Alpino Italiano, 1863 - 2013".
Per la sua attività letteraria fu invitata a entrare nel Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (GISM) e premiata con alcuni premi tra cui il Premio Berti Premio Marcolin della sezione di Padova.
Ha fatto anche parte della redazione di "Liburnia", rivista della Sezione CAI di Fiume.
Ma soprattutto è stata redattrice e impagabile segretaria di "Le Alpi Venete", la rivista ufficiale delle Sezioni venete e friulano-giuliane del CAI, dal 1987. In quell’anno ha pubblicato il primo articolo sulla rivista: un’intervista con Agostino Da Polenza sugli ottomila; l’ultima intervista, con l’alpinista Marika Freschi, è stata pubblicata sul numero estivo 2020 della rivista qualche mese prima della sua scomparsa avvenuta l’otto ottobre 2020. Fino all’ultimo, quindi, mentre combatteva con coraggio e speranza la malattia, non ha rinunciato a portare a compimento gli impegni che si era assunta.

Tra il 1987 a il 2020 ha seguito tutti i 64 numeri della rivista, pubblicando ben 71 scritti tra i quali le moltissime interviste, che lei sapeva fare con garbo e competenza e che rimarranno pilastri per la storia dell’alpinismo soprattutto dolomitico; va sottolineato che moltissime riguardavano alpinisti donna che altrimenti sarebbero state dimenticate.
Ma oltre al notevole aiuto nella redazione, Silvana ha svolto un impagabile lavoro di segreteria: quasi tutti i presidenti o i segretari di Sezione la ricorderanno per le email e le telefonate con le quali chiedeva il numero degli abbonati, gli indirizzi e quant’altro poteva essere utile per la consegna nei tempi previsti di "Le Alpi Venete".
E lo faceva sempre con precisione e con la sua voce allegra, gentile e squillante.

IL PREMIO PELMO D’ORO
L’istituzione del Premio annuale itinerante denominato "Pelmo d’Oro" è stata decisa dal Consiglio provinciale di Belluno contestualmente all’approvazione del bilancio di previsione 1998. Il 12 maggio 1998, la Giunta ha stabilito i criteri di valutazione e ha costituito la prima commissione giudicatrice: presidente l’assessore provinciale al Turismo Massimiliano Pachner delegato dal Presidente della Provincia Oscar De Bona, componenti l’alpinista Agostino Da Polenza, la guida alpina Gianni Pais Becher, l’accademico del CAI Italo Zandonella Callegher, l’allora presidente generale del CAI Roberto De Martin, la guida alpina Soro Dorotei.

Componenti della Giuria della XXV edizione del Premio "Pelmo d’Oro" sono:
Roberto Padrin | Presidente della Provincia di Belluno; Orietta Bonaldo | Club Alpino Accademico Italiano; Federico Bressan | Club Alpino Italiano
Giorgio Brotto | Club Alpino Italiano Paolo Conz | CNSAS e guida alpina Giorgio Peretti | Guide Alpine del Veneto
Marco Staunovo Polacco | Presidente del Consorzio BimPiave di Belluno

ALBO D’ORO
1998 (Cortina d’Ampezzo)
Alpinismo in attività: Gruppo Scoiattoli di Cortina d’Ampezzo Carriera alpinistica: Roberto Sorgato
Cultura alpina: Camillo Berti e i suoi collaboratori
Segnalazioni: Armando Da Roit "Tama", Ettore Costantini "Vecio", Bepi De Francesch
Menzione d’onore: Papa Giovanni Paolo II

1999 (Belluno)
Alpinismo in attività: Maurizio Zanolla "Manolo"
Carriera alpinistica: Alziro Molin
Cultura alpina: Fondazione Giovanni Angelini
Premio speciale per la solidarietà alpina: Delegazione bellunese del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico

2000 (Zoppé di Cadore)
Alpinismo in attività: Marco Anghileri
Carriera alpinistica: Cesare "Ceci" Pollazzon e Mariano De Toni
Cultura alpina: Olaf Beer

2001 (Selva di Cadore – Rifugio Aquileia)
Alpinismo in attività: Gildo Zanderigo
Carriera alpinistica: Franco Miotto
Cultura alpina: Casa editrice Nuovi Sentieri

2002 (Alleghe - Caprile)
Alpinismo in attività: Mauro "Bubu" Bole
Carriera alpinistica: Georges e Sonia Livanos
Cultura alpina: rivista "Le Dolomiti Bellunesi"
Premio speciale: Reinhold Messner

2003 (San Vito di Cadore)
Alpinismo in attività: Luisa Iovane e Heinz Mariacher
Carriera alpinistica: Ignazio Piussi
Cultura alpina: Luca Visentini e Mario Crespan
Menzione speciale: Marcello Bonafede e Natalino Menegus

2004 (San Pietro di Cadore – Val Visdende)
Alpinismo in attività: Gruppo Ragni di Pieve di Cadore
Carriera alpinistica: Gabriele Franceschini
Cultura alpina: Vico Calabrò
Menzione speciale: Angelo Devich
Menzione speciale alla memoria: vescovo Vincenzo Savio

2005 (Zoldo Alto – Fusine)
Alpinismo in attività: Giuliano De Marchi
Carriera alpinistica: Pierre Mazeaud
Cultura alpina: Wolfgang Thomaseth
Menzione speciale: Alessandro Masucci e Pietro Sommavilla
Premio speciale della Giunta Provinciale: Mario Rigoni Stern

2006 (Feltre)
Alpinismo in attività: Ivo Ferrari
Carriera alpinistica: Gruppo Rocciatori CAI Feltre
Cultura alpina: Robert Striffler
Menzione speciale: Andy Holzer e Erik Weihenmayer
Premio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Internazionale "Dino Buzzati" in memoria di Nella Giannetto

2007 (Livinallongo del Col di Lana)
Alpinismo in attività: Alexander e Thomas Huber
Carriera alpinistica: Alessandro Gogna
Cultura alpina: Bepi De Marzi
Premio speciale della Giunta Provinciale: Rolly Marchi
Menzione speciale: gestori di rifugi alpini ed escursionistici da 50 anni Stella Alpina d’oro: Rifugi Alpini
Rifugio Lavaredo – Auronzo di Cadore – famiglia Corte Colò Rifugio Capanna Tondi – Cortina d’Ampezzo – famiglia Verzi Rifugio Cinque Torri – Cortina d’Ampezzo – famiglia Alberti
Rifugi Croda da Lago Gianni Palmieri e Nuvolau - Cortina d’Ampezzo – famiglia Siorpaes "ki de Sorabànces"
Rifugio Duca d’Aosta – Cortina d’Ampezzo – famiglia Lancedelli Rifugio Pomedes – Cortina d’Ampezzo – famiglia Ghedina "Bibi" Rifugio Giuseppe Volpi al Mulaz – Falcade – famiglia Adami Rifugio Tita Barba – Pieve di Cadore – famiglia Ciotti
Rifugio Onorio Falier – Rocca Pietore – famiglia Del Bon Campanula d’oro: Rifugi escursionistici
Remauro – Cibiana di Cadore – famiglia De Zordo Angelo Dibona – Cortina d’Ampezzo – famiglia Recafina Lago d’Ajàl – Cortina d’Ampezzo – famiglia Dibona
Italo Lunelli – Comelico Superiore – famiglia Martini Barzolai Valparola – Livinallongo del Col di Lana – famiglia Trebo Pranolz – Trichiana – famiglia Magagnin

2008 (Auronzo di Cadore)
Alpinismo in attività: Gigi Dal Pozzo
Carriera alpinistica: Armando Aste
Cultura alpina: Lothar Brandler
Pelmo d’Oro: Riccardo Cassin
Menzione speciale: Valerio Quinz
Premio speciale della Giunta Provinciale: Alpini del 7° Reggimento

2009 (Agordo)
Alpinismo in attività: Gianni Gianeselli
Carriera alpinistica: Richard Goedeke
Cultura alpina: Mauro Corona
Premio speciale della Giunta Provinciale: Sezione Agordina del Cai, Gruppo Gir, Stazione di Agordo del CNSAS
Menzione speciale: Campanula d’oro: famiglia Vascellari, gestori da 50 anni del rifugio escursionistico "Capanna degli Alpini" – Calalzo di Cadore
Menzione speciale: riconoscimento alle famiglie bellunesi per il trentennale impegno d’alpeggio
Famiglia De Nardin – Agordo Famiglia Miola – Agordo Famiglia Bressan – Agordo Famiglia Follador – Falcade Famiglia Pescosta – Falcade Famiglia Giacometti – Feltre Famiglia Zatta – Feltre Famiglia Villabruna – Feltre Famiglia De Paoli – Feltre Famiglia Curto – Quero
Famiglia Casanova Borca – San Pietro di Cadore Famiglia Pradetto Cignotto – San Pietro di Cadore Famiglia Corso – Seren del Grappa
Famiglie Facchin e Guerriero – Sovramonte

2010 (Tambre)
Alpinismo in attività: Pietro Dal Pra
Carriera alpinistica: Giuseppe "Bepi" Caldart
Cultura alpina: Manrico Dell’Agnola
Premio speciale della Giunta Provinciale: Guide Alpine della Regione Veneto
Menzione speciale alla memoria: Benito Saviane
Premio speciale Giuliano De Marchi: Enzo De Menech "Bubu"

2011 (Comélico Superiore)
Alpinismo in attività: Marino Babudri e Ariella Sain
Carriera alpinistica: Mariano Frizzera e Sergio Martini
Cultura alpina: Cesare Lasen
Premio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Bellunesi nel Mondo
Menzione speciale alla memoria: Matteo Fiori
Menzione speciale: Achille Carbogno Menzione speciale: Flavio Faoro
Menzione speciale: Gruppo Ricerche Culturali di Comélico Superiore
Premio speciale Giuliano De Marchi: Giacomo Cesca

2012 (Pieve di Cadore)
Alpinismo in attività: Alessandro Baù
Carriera alpinistica: Silvia Metzeltin e Adriana Valdo
Cultura alpina: Telebellunodolomiti
Menzione speciale alla memoria: Alberto Bonafede e Aldo Giustina
Menzione speciale: Giorgio Ronchi

2013 (Longarone)
Alpinismo in attività: Venturino De Bona e Renato Panciera
Carriera alpinistica: Franco Solina
Cultura alpina: Walter Musizza e Giovanni De Donà
Premio speciale della Giunta Provinciale: Mario Fabbri
Menzione speciale: Francesco Turrin
Premio speciale Giuliano De Marchi: Équipe Ambulatorio Giuliano De Marchi
Pelmo d’Oro: Club Alpino Italiano

2014 (Falcade)
Alpinismo in attività: Nicola Tondini
Carriera alpinistica: Soro Dorotei
Cultura alpina: Carlo Mondini e Aldo Villabruna
Menzione speciale alla memoria: Vittorino Cazzetta
Premio speciale Giuliano De Marchi: Angelo Costola

2015 (Sospirolo)
Alpinismo in attività: Maurizio Icio Dall’Omo
Carriera alpinistica: Igor Koller
Cultura alpina: Luciano Viazzi
Premio speciale della Provincia: Annibale Salsa
Menzione speciale alla memoria: Vincenzo Titi Dal Bianco
Premio speciale Giuliano De Marchi: Fausto De Stefani

2016 (Santo Stefano di Cadore e San Pietro di Cadore)
Alpinismo in attività: Pierangelo Verri
Carriera alpinistica: Giorgio Redaelli
Cultura alpina: Marco Albino Ferrari
Premio speciale della Provincia: Maurilio De Zolt

2017 (Mel)
Alpinismo in attività: Ferruccio Svaluto Moreolo
Carriera alpinistica: Bruno e Giorgio De Donà
Cultura alpina: Daniela Perco
Menzione speciale alla memoria: Lorenzo Massarotto
Premio speciale Giuliano De Marchi: Francesco Angelo Perlotto
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Sergio Reolon

2018 (Rocca Pietore)
Alpinismo in attività: Maurizio Giordani
Carriera alpinistica: Josep Manuel Anglada
Cultura alpina: Marco Paolini
Menzione speciale: Monica Campo Bagatin e Ugo Pompanin
Premio speciale Giuliano De Marchi: S.U.E.M.
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Oscar De Pellegrin
Premio speciale della Provincia: Costantino Costantin e Ivo Andrich

2019 (Chies d’Alpago)
Alpinismo in attività: Stefano Santomaso
Carriera alpinistica: Lorenzo Lorenzi
Cultura alpina: Armando Scandellari
Menzione speciale: Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore
Premio speciale Giuliano De Marchi: alla memoria di Maudi De March
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Massimilano Ossini
Premio speciale della Provincia: Belluno Alza la Voce

2021 (Cesiomaggiore)
Alpinismo in attività: Christoph Hainz
Carriera alpinistica: Eugenio Bien
Cultura alpina: Giuliano Dal Mas
Premio speciale Giuliano De Marchi: Dante Colli
Premio speciale Dolomiti UNESCO: CAI Mestre – Rifugio Galassi
Premio speciale della Provincia: Giuseppe Tabacco

2022 (Vigo di Cadore)
Alpinismo in attività: Francesco Vascellari e Loris De Barba
Carriera alpinistica: Mauro Valmassoi
Cultura alpina: Piero Sommavilla
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Anselmo Cagnati
Premio speciale della Provincia: Stefania Constantini e René De Silvestro




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