Pelmo d'Oro 2007 ai fratelli Huber, a Gogna e a De Marzi
Il 27-28/07 a Livinallongo (BL) nell'ambito delle manifestazioni per il 10° Pelmo d'Oro sono stati premiati i bavaresi Alexander e Thomas Huber, per l'alpinismo in attività, Alessandro Gogna per la carriera e Bepi De Marzi per la cultura. Riconoscimenti sono andati alle 15 famiglie che da 50 anni gestiscono i rifugi bellunesi e a Rolly Marchi.
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La parete sud-ovest del Pelmo
arch. Roverato, Matteraglia
Dieci anni per il Premio Pelmo d'oro. Il Comune di Livinallongo del Col di Lana ha ospitato lo scorso fine settimana la decima edizione del “Pelmo d’oro”, appuntamento annuale itinerante voluto dalla Provincia di Belluno quale occasione di riconoscimento di particolari meriti acquisiti da persone fisiche, enti pubblici e privati nell’ambito dell’alpinismo e della solidarietà alpina, della tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse montane, della conoscenza e promozione della cultura, della storia e delle tradizioni delle genti di montagna, con particolare attenzione per le Dolomiti Bellunesi.
I riconoscimenti 2007. Quest’anno la commissione giudicatrice (presidente Sergio Reolon, componenti Roberto De Martin, Matteo Fiori, Soro Dorotei, Ugo Pompanin, Giuliano De Marchi, Italo Zandonella) ha attribuito il premio per l’alpinismo in attività ai fratelli bavaresi Alexander e Thomas Huber, per la carriera alpinistica ad Alessandro Gogna, per la cultura alpina a Bepi De Marzi.
I premi per i rifugisti con 50 anni di attività. Una menzione speciale della giuria, inoltre, è andata alle 15 famiglie che per cinquant’anni hanno gestito rifugi alpini o escursionistici nel territorio della provincia. La commissione giudicatrice del Pelmo d’oro ha conferito la stella alpina d’oro per i rifugi alpini, la campanula d’oro per i rifugi escursionistici. Quindici i rifugi presi in considerazione: nove alpini, sei escursionistici. Il Premio speciale della Giunta provinciale, infine, a Rolly Marchi.
L’Amministrazione provinciale di Belluno per festeggiare i dieci anni del “Pelmo d’oro” ha curato la pubblicazione di un libro che raccoglie motivazioni e profili di tutti i premiati (una cinquantina) dal 1998, anno di istituzione del riconoscimento, al 2007. Il volume è stato distribuito sabato ad Arabba, dopo la consegna dei premi.
In occasione della manifestazione erano presenti il Presidente del CAI Annibale Salsa e i Vicepresidenti Valeriano Bistoletti e Umberto Martini che sono intervenuti al convegno “le buone pratiche per uno sviluppo del turismo montano sostenibile”.
I RIFUGI ALPINI ED ESCURSIONISTICI PREMIATI
rifugi alpini
Lavarédo – Quota 2.344, Gruppo Tre Cime di Lavaredo, Auronzo di Cadore. Costruito per iniziativa della guida alpina auronzana Francesco Corte Colò “Mazzetta”. Inaugurato nel 1955. Gestito dalla famiglia Corte Colò.
Capanna Tondi – Quota 2.327, Gruppo Sorapìss, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Dino Verzi. Inaugurato nel 1941, distrutto durante la guerra, ricostruito tra il 1946 e il 1947. Gestito dalla famiglia Verzi.
Cinque Torri – Quota 2,137, Gruppo Nuvolau, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa degli ampezzani Giuseppe e Mansueto Manaìgo “da Lago” e Agostino Colli “Codès”. Inaugurato nel 1904, prima base degli Scoiattoli. Gestito dalla famiglia Alberti.
Croda da Lago - Gianni Palmieri – Quota 2.046, lago di Fedèra, Gruppo Croda da Lago-Cernèra, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Giovanni Barbaria “Zuchìn”, inaugurato nel 1901, intitolato nel 1942 all’alpinista pordenonese Renzo Granzotto caduto sul fronte greco-albanese, reintitolato nel 1948 allo studente partigiano medaglia d’oro della Resistenza Gianni Palmieri. Gestito dalla famiglia Siorpàes “ki de Sorabànces” che in precedenza aveva condotto il rifugio Nuvolau.
Duca d’Aosta – Quota 2098, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Giuseppe Lancedelli, aperto nel 1938. Dedicato ad Amedeo di Savoia, frequentatore abituale del rifugio. Gestito dalla famiglia Lancedelli.
Pomèdes – Quota 2.303, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Realizzato per iniziativa della guida alpina ampezzana Luigi Ghedina “Bibi”. Inaugurato nel 1955. Gestito dalla famiglia Ghedina “Bibi”.
Giuseppe Volpi al Mulàz – Quota 2.571, Val Focobon, Gruppo Pale di San Martino, Falcade. Costruito per iniziativa della Sezione di Venezia del Cai. Inaugurato nel 1907: compie cento anni. Intitolato nel 1960 al politico veneziano fondatore della Sade Giuseppe Volpi. Già gestito dalla famiglia Adami sin dalla fondazione.
Tita Barba – Quota 1.824, monte Vedorcia, Gruppo Spalti di Toro-Monfalconi, Pieve di Cadore. Aperto nel 1933 per iniziativa di Giovanni Battista Ciotti “Tita Barba”, di cui conserva l’intitolazione. Gestito dalla famiglia Ciotti.
Onorio Faliér – Quota 2.080, Val Ombretta, Gruppo Marmolada, Rocca Pietore. Costruito per iniziativa della Sezione di Venezia del Cai. Inaugurato nel 1911 come rifugio Ombretta. Distrutto nel 1917, ricostruito e reinagurato nel 1939 intitolato al veneziano Onorio (Onorato) Faliér. Danneggiato nella seconda guerra mondiale, riaperto nel 1948. Gestito dalla famiglia Del Bon.
Rigugi escursionistici
Remàuro – Quota 1.530, forcella Cibiana, Gruppo Pelmo-Monte Rite, Cibiana di Cadore. Aperto nel 1957 in un immobile del cibianese Pellegrino De Zordo già adibito a posto di ristoro. Gestito dalla famiglia De Zordo.
Angelo Dibòna – Quota 2.083, Valòn de Tofana, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa dei cortinese Mario Recafina e Antonio Dibona, Inaugurato nel 1953, dedicato alla grande guida alpina Angelo Dibona “Pilato”. E’ gestito dalla famiglia Recafina.
Lago d’Ajàl – Quota 1.425, Gruppo Croda da Lago-Cernèra, Cortina d’Ampezzo. Aperto nel 1937 per iniziativa dei fratelli ampezzani Giulio, Amadìo, Massimiliano e Giulia Ghedina. Distrutto dalla neve nell’inverno 1950-51, rilevato nel 1957 da Maria e Antonio Dibòna, ricostruito nel 1960. Gestito dalla famiglia Dibona.
Italo Lunelli – Quota 1.568, Selvapiana, Gruppo Popera, Comelico Superiore. Costruito nel 1948-49 dalla Regola di Casamazzagno, trasformato in rifugio nel 1955 con gestione affidata alla guida alpina Beppi Martini. Intitolato nel 1966 al trentino Italo Lunelli medaglia d’oro al valor militare. Gestito dalla famiglia Martini Barzolài.
Valparòla – Quota 2.168, passo di Valparola, Gruppo Col di Lana-Settsàss, Livinallongo del Col di Lana. Costruito per iniziativa di Luigi Trebo di Andràz, aperto nel 1936. Gestito dalla famiglia Trebo.
Pranòlz – Quota 780, Gruppo Visentìn, Trichiana. Aperto nel 1950 per iniziativa di Germano Magagnìn di Sant’Antonio Tortàl. Gestito dalla famiglia Magagnìn.
I riconoscimenti 2007. Quest’anno la commissione giudicatrice (presidente Sergio Reolon, componenti Roberto De Martin, Matteo Fiori, Soro Dorotei, Ugo Pompanin, Giuliano De Marchi, Italo Zandonella) ha attribuito il premio per l’alpinismo in attività ai fratelli bavaresi Alexander e Thomas Huber, per la carriera alpinistica ad Alessandro Gogna, per la cultura alpina a Bepi De Marzi.
I premi per i rifugisti con 50 anni di attività. Una menzione speciale della giuria, inoltre, è andata alle 15 famiglie che per cinquant’anni hanno gestito rifugi alpini o escursionistici nel territorio della provincia. La commissione giudicatrice del Pelmo d’oro ha conferito la stella alpina d’oro per i rifugi alpini, la campanula d’oro per i rifugi escursionistici. Quindici i rifugi presi in considerazione: nove alpini, sei escursionistici. Il Premio speciale della Giunta provinciale, infine, a Rolly Marchi.
L’Amministrazione provinciale di Belluno per festeggiare i dieci anni del “Pelmo d’oro” ha curato la pubblicazione di un libro che raccoglie motivazioni e profili di tutti i premiati (una cinquantina) dal 1998, anno di istituzione del riconoscimento, al 2007. Il volume è stato distribuito sabato ad Arabba, dopo la consegna dei premi.
In occasione della manifestazione erano presenti il Presidente del CAI Annibale Salsa e i Vicepresidenti Valeriano Bistoletti e Umberto Martini che sono intervenuti al convegno “le buone pratiche per uno sviluppo del turismo montano sostenibile”.
I RIFUGI ALPINI ED ESCURSIONISTICI PREMIATI
rifugi alpini
Lavarédo – Quota 2.344, Gruppo Tre Cime di Lavaredo, Auronzo di Cadore. Costruito per iniziativa della guida alpina auronzana Francesco Corte Colò “Mazzetta”. Inaugurato nel 1955. Gestito dalla famiglia Corte Colò.
Capanna Tondi – Quota 2.327, Gruppo Sorapìss, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Dino Verzi. Inaugurato nel 1941, distrutto durante la guerra, ricostruito tra il 1946 e il 1947. Gestito dalla famiglia Verzi.
Cinque Torri – Quota 2,137, Gruppo Nuvolau, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa degli ampezzani Giuseppe e Mansueto Manaìgo “da Lago” e Agostino Colli “Codès”. Inaugurato nel 1904, prima base degli Scoiattoli. Gestito dalla famiglia Alberti.
Croda da Lago - Gianni Palmieri – Quota 2.046, lago di Fedèra, Gruppo Croda da Lago-Cernèra, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Giovanni Barbaria “Zuchìn”, inaugurato nel 1901, intitolato nel 1942 all’alpinista pordenonese Renzo Granzotto caduto sul fronte greco-albanese, reintitolato nel 1948 allo studente partigiano medaglia d’oro della Resistenza Gianni Palmieri. Gestito dalla famiglia Siorpàes “ki de Sorabànces” che in precedenza aveva condotto il rifugio Nuvolau.
Duca d’Aosta – Quota 2098, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa del cortinese Giuseppe Lancedelli, aperto nel 1938. Dedicato ad Amedeo di Savoia, frequentatore abituale del rifugio. Gestito dalla famiglia Lancedelli.
Pomèdes – Quota 2.303, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Realizzato per iniziativa della guida alpina ampezzana Luigi Ghedina “Bibi”. Inaugurato nel 1955. Gestito dalla famiglia Ghedina “Bibi”.
Giuseppe Volpi al Mulàz – Quota 2.571, Val Focobon, Gruppo Pale di San Martino, Falcade. Costruito per iniziativa della Sezione di Venezia del Cai. Inaugurato nel 1907: compie cento anni. Intitolato nel 1960 al politico veneziano fondatore della Sade Giuseppe Volpi. Già gestito dalla famiglia Adami sin dalla fondazione.
Tita Barba – Quota 1.824, monte Vedorcia, Gruppo Spalti di Toro-Monfalconi, Pieve di Cadore. Aperto nel 1933 per iniziativa di Giovanni Battista Ciotti “Tita Barba”, di cui conserva l’intitolazione. Gestito dalla famiglia Ciotti.
Onorio Faliér – Quota 2.080, Val Ombretta, Gruppo Marmolada, Rocca Pietore. Costruito per iniziativa della Sezione di Venezia del Cai. Inaugurato nel 1911 come rifugio Ombretta. Distrutto nel 1917, ricostruito e reinagurato nel 1939 intitolato al veneziano Onorio (Onorato) Faliér. Danneggiato nella seconda guerra mondiale, riaperto nel 1948. Gestito dalla famiglia Del Bon.
Rigugi escursionistici
Remàuro – Quota 1.530, forcella Cibiana, Gruppo Pelmo-Monte Rite, Cibiana di Cadore. Aperto nel 1957 in un immobile del cibianese Pellegrino De Zordo già adibito a posto di ristoro. Gestito dalla famiglia De Zordo.
Angelo Dibòna – Quota 2.083, Valòn de Tofana, Gruppo Tofane, Cortina d’Ampezzo. Costruito per iniziativa dei cortinese Mario Recafina e Antonio Dibona, Inaugurato nel 1953, dedicato alla grande guida alpina Angelo Dibona “Pilato”. E’ gestito dalla famiglia Recafina.
Lago d’Ajàl – Quota 1.425, Gruppo Croda da Lago-Cernèra, Cortina d’Ampezzo. Aperto nel 1937 per iniziativa dei fratelli ampezzani Giulio, Amadìo, Massimiliano e Giulia Ghedina. Distrutto dalla neve nell’inverno 1950-51, rilevato nel 1957 da Maria e Antonio Dibòna, ricostruito nel 1960. Gestito dalla famiglia Dibona.
Italo Lunelli – Quota 1.568, Selvapiana, Gruppo Popera, Comelico Superiore. Costruito nel 1948-49 dalla Regola di Casamazzagno, trasformato in rifugio nel 1955 con gestione affidata alla guida alpina Beppi Martini. Intitolato nel 1966 al trentino Italo Lunelli medaglia d’oro al valor militare. Gestito dalla famiglia Martini Barzolài.
Valparòla – Quota 2.168, passo di Valparola, Gruppo Col di Lana-Settsàss, Livinallongo del Col di Lana. Costruito per iniziativa di Luigi Trebo di Andràz, aperto nel 1936. Gestito dalla famiglia Trebo.
Pranòlz – Quota 780, Gruppo Visentìn, Trichiana. Aperto nel 1950 per iniziativa di Germano Magagnìn di Sant’Antonio Tortàl. Gestito dalla famiglia Magagnìn.
Note:
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