Adam Ondra, Stefano Ghisolfi e lo speciale senso per l'arrampicata al Champions Challenge di Arco
Quello speciale senso dei campioni per l'arrampicata è difficile da afferrare. A volte però si può cercare di intuirlo. Prendete Adam Ondra e Stefano Ghisolfi e la loro giornata di sabato scorso ad Arco. In programma un tour de force che al mattino è cominciato al Climbing Stadium. E' proseguito poi nel pomeriggio sull'ultra strapiombante roccia del Pueblo di Massone. Per concludersi sul far della notte sempre al Climbing Stadium. Un viaggio tra plastica e roccia. Un Challenge inedito condotto con maestria da Simone Raina e, insieme, un modo per conoscere meglio questi due fenomeni dell'arrampicata moderna.
Una scommessa e un azzardo si può ben dire vinti, anche. Infatti crediamo che i partecipanti (ed erano tanti) a questa sorta di libera "giornata tipo" dei due campioni non siano stati delusi. Sicuramente per quello che i due hanno mostrato in arrampicata. La preparazione al Climbing Stadium della via parallela, le prove a-vista al Pueblo (sulle nuove fantastiche Alcatraz e Armageddon) e poi la bella "corsa sulla plastica" della via di 8b+ preparata da Cristian Brenna e Severino Scassa, non hanno di certo deluso la comitiva dei 400 partecipanti al meeting.
Ma c'è ovviamente dell'altro che questa giornata ha offerto. Per esempio le tante cose che Ondra e Ghisolfi hanno raccontato sulla loro arrampicata. Alcune decisamente inedite, altre da incorniciare. Per esempio Ondra ha detto che più di 5 ore al giorno non riesce ad allenarsi alias a scalare. Quindi, per "ottimizzare" quel tempo oltre l'arrampicata fisica, scala con la mente riproducendo all'infinito i movimenti delle sue sfide verticali.
E, a dimostrazione di quanto siano importanti queste "visioni" alias "ossessioni", è arrivata subito la prova: entrambi hanno mimato ad occhi chiusi la via parallela che avevano appena provato. Un piccolo fuori programma del tutto speciale che ha fatto il paio, a sera, con il riscaldamento sulla via Speed - notoriamente non proprio il loro punto di forza e allo stesso tempo, per entrambi, anche uno degli ostacoli fondamentali in prospettiva Olimpiadi 2020. Bene, non solo i due si sono divertiti e prestati al gioco ma Ondra ha anche fatto provare a Ghisolfi un nuovo metodo di partenza chiamato "Tomoa skip", inventato dal fortissimo boulderista Tomoa Narasaki. A suo dire sarebbe una via da 7b (contro il 6b della partenza classica) che però farebbe acquistare velocità.
Ghisolfi è stato un grande ad assecondarlo. Ma anche a dimostrare quanto i due - tra l'altro legati da un'evidente grande amicizia e stima – siano sinceri. Tanto Ondra sembra sempre puntare a traguardi oltre ogni misura con una fiducia assoluta del risultato, tanto Ghisolfi sembra alla ricerca di un saggio equilibrio. Per lui, ha raccontato, ci vuole la giusta proporzione tra tensione e tranquillità. Insomma ci vuole l'armonia giusta per trovare quegli attimi di illuminazione che l'hanno fatto diventare uno degli uomini da battere nel circuito internazionale delle gare d'arrampicata. E ci vuole tanta ma tanta passione per divertirsi come hanno fatto loro in questo Climbing Challenge di Arco. Ecco, forse è proprio questo lo "speciale senso per l'arrampicata" di questi campioni: una passione infinita!
di Vinicio Stefanello
Info: www.gardatrentino.it/it/Champions-Challenge-Arco