4° Cervino International Film Festival

Si è conclusa a Cervinia la quarta edizione del Festival dei film di montagna di Cevinia che ha presentato una ricca panoramica sulla cinematografia legata agli sport e alle attività in montagna. 5 i premi assegnati dalla Giuria Internazionale
29/07/2001

Si è conclusa oggi a Cervinia, con la consueta proiezione dei film premiati, la 4a edizione del Cervino International Film Festival. E' l'atto finale della panoramica per immagini che, dal 25 al 29 luglio, ha visto in scena al Cinéma de Guides di Breuil Cervinia un'ampia selezione di tutto ciò che riguarda la 'montagna filmata'. Dai lungometraggi ai documentari, dai filmati recuperati e presentati dal Museo Nazionale della Montagna di Torino fino agli spot pubblicitari.

23 le pellicole in concorso nelle varie categorie. Un nutrito programma 'contaminato' e (a volte) arricchito con l'inserimento di vari contributi, d'epoca e non, con le quali Regione Autonoma Valle d'Aosta, il Comune di Valtournanche e l'Associazione Culturale Promocinema hanno voluto illustrare dove sta andando la cinematografia di montagna. E, come sempre questo è stato uno sguardo esteso alla produzione internazionale (13 nazionalità diverse in concorso) visto che, come da regolamento, nel Festival all'ombra del Cervino vengono proiettate pellicole segnalate dai maggiori Film Festival di montagna del mondo. Tutti aderenti all' 'International Alliance for Mountain Film', di cui questo di Breuil Cervinia è uno dei soci fondatori.

Il tema del festival. Tema centrale della rassegna 2001, come annuciato nella presentazione da Valeriana Rosso direttrice del festival, è stato 'l'ambiente sociale'. E nel particolare le condizioni di vita dei bambini in montagna e l'utilità della montagna per situazioni di disagio giovanile. Un filo conduttore trattato, oltre che da varie pellicole e film (alcuni prodotti dall'UNICEF), anche in 'Montagna e disagio giovanile', interessante convegno-dibattito tenutosi venerdì 27 alla sala congressi di Valtournanche.

I film premiati. 5 i premi assegnati dalla giuria composta da Henri Agresti (Francia), Sara Cortellazzo (Italia), Lynn Hill (Stati Uniti), Guido Novaria (Italia) e Pierre Simoni (Svizzera).

    Lungometraggi. Due i film premiati ex aequo: 'I nostri anni' di Daniele Gagliardone e 'Il tempo dei cavalli ubriachi' di Bahman Ghobadi.
    Nel suo bellissimo film Gagliardone racconta una storia della Resistenza, ma anche (e forse soprattutto) getta uno sguardo crudo, ma non privo di ironia, sulle esperienze della vita e di come la memoria del singolo come quella collettiva possano essere dimenticate e confinate nel ghetto della vecchiaia. L'esistenza rubata sul nascere, invece, è il tema del film di Ghobadi: un'intensa e sconvolgente testimonianza della lotta per la sopravivenza di una famiglia, composta da soli bambini, in un villaggio kurdo al confine tra Iran e Irak. Assolutamente da vedere.

    Gran Premi. Il riconoscimento è andato a: 'I cavalieri delle vertigini', di Giovanni Cenacci, Fulvio Mariani, Gianluigi Quarti. Film che ricostruisce, in maniera magistrale, la corsa degli Scoiattoli di Cortina e di una cordata Svizzera per l'apertura di una nuova via sulla Ovest di Lavaredo. Illuminante e simpatico, come sempre, l'intervento di Kurt Diemberger al momento della consegna del premio: 'La montagna è come una fata dai molti segreti' ha detto Kurt, e continuando: "è chiaro che questa fata ha molti corteggiatori. E tutti vogliono la stessa cosa da lei... Rendere questo corteggiamento e gli umori che lo accompagnano è arte".
    La giuria, inoltrre, ha dedicato una speciale menzione a
    'Mysterious Mamberano' di Pavol Barabàs per il valore dell'impresa narrata e la determinazione dei protagonisti.

    Documentari. Il 1° premio è stato assegnato a 'Trois frères pour une vie' il film di Gilles Perret sulla dura vita della gente di montagna a difesa del territorio e della tradizione di lavoro sugli alpeggi. Una resistenza pagata a prezzo di durissimi sacrifici.
    Il 2° premio, invece, è sttao attribuito a
    'Rabbit sitting on the fence'. Storia dell'incontro con la montagna di alcuni bambini di un orfanatrofio del Kyrgyzstan del regista Evgeny Kotlov.
    Inoltre, menzione speciale della Giuria per
    'K2 il grande sogno' di Carlo Rossi. Una testimonianza della grande fatica, entusiasmo ed umanità messe in campo da Abele Blanc (sue le immagini filmate) e Marco Camandona, insieme al loro compagno di Waldemar Niclevicz, nella salita dello scorso anno al K2.

    Miglior film di Alpinismo. Il nuovo riconoscimento introdotto in questa edizione è stato assegnato, infine, a 'Finis Terrae, la libertà di esplorare' di Fulvio Mariani. Un film sull'esplorazione di padre De Agostinis nella Terra del Fuoco e in Patagonia - la terra alla fine del mondo, - raccontata tra presente e passato da Walter Bonatti, alpinista ed esploratore d'eccezione che certo non ha bisogno di presentazioni.

'Montagna e disagio giovanile'
Come dicevamo la particolare attenzione ai temi 'sociali', proposta quest'anno dal Festival, ha avuto un momento tra i più significativi nel convegno-dibattito 'Montagna e disagio giovanile'. Un incontro, coordinato da Enrico Camanni, che ha permesso di conoscere dalle testimonianze di Michele Zani, della Cooperativa 'La Carovana' di Bologna, di Angelo Pozzi, dell'Alpiteam di Seregno, e di Don Luigi Ciotti, del 'Gruppo Abele', alcune esperienze su come la montagna e soprattutto il 'fare' montagna possa essere importante per instaurare un contatto e un dialogo con i giovani in difficoltà.

Gli interventi hanno messo in luce l'alta e particolare vocazione sociale della montagna. L'alpinismo, l'arrampicata, l'escursionismo non sono certo da cosiderarsi una 'terapia'. Ma la parete, la grande natura e la montagna, come ambiente 'altro e grande' rispetto allo spazio limitato e 'chiuso' delle periferie urbane, mettono in gioco valenze e dinamiche importanti per il singolo come per la comunità. Come la percezione dei propri limiti, la responsabilità verso il gruppo ed il compagno, l'autocontrollo, la fiducia in sè stessi e negli altri, la paura, le difficoltà e la lotta per raggiungere la meta. E ancora queste esperienze servono a conoscere, aprirsi ad orizzonti diversi ed al rapporto con l'adulto. Tutti approcci e temi centrali anche per chi opera nel campo dell'aiuto ai giovani più emarginati e nei centri di recupero delle tossicodipendenze, e che fanno della montagna (e della parete nel caso dell'arrampicata in falesia) un ambiente privilegiato dove operare.

E' stato un appuntamento importante, non privo di emozioni, sia per il valore sociale delle esperienze di solidarietà presentate, sia perché ha fatto capire come - al di là di tanta retorica sull'alpinismo - il 'valore' della montagna sta nel 'farla' e soprattutto in come si risponde ai suoi stimoli, e questo naturalmente è valido (indistintamente) per tutti.

"Bisogna partire dai bisogni delle persone non dai loro problemi" ha detto Don Ciotti. In questo senso, viene voglia di aggiungere, la montagna e la solidarietà sono bisogni e patrimonio di tutti. E agevolarli e difenderli è un dovere anche delle Istituzioni. Così speriamo venga accolto l'appello di Angelo Pozzi che, sommessamente, chiede aiuti concreti perché l'iniziativa 'Alpi Team' (realizzata da istruttori di alpinismo di varie sezione CAI in collaborazione con alcuni centri di recupero dalle tossico dipendenze) possa continuare. L'appello, naturalmente, è rivolto (per primo) al Club Alpino Italiano... Intanto Alberto Re, presidente delle Guide Alpine italiane, ha già assicurato il proprio aiuto e quello delle Guide Alpine a Don Ciotti.

Chiusa questa 4a edizione del Festival si pensa alla prossima. 'Sempre più in alto' diceva il Mike nazionale in quella famosa serie di spot pubblicitari girati anche sulla punta al Gran Becca, e di cui proprio qui a Cervinia si è ri-visto un (divertente) montaggio. E, sempre a proposito di Mike Bongiorno, in chiusura del Festival, è stato proiettato anche un filmato sulla sua recentissima 'avventura pre-confezionata' al Polo. Specchio dei tempi che è giusto mostrare, verrebbe da dire. Assolutamente sì! Speriamo solo che anche la cinematografia di montagna trovi (o meglio continui a trovare) spazi ed idee per proporsi. Naturalmente uno degli appuntamenti più importanti per farlo è sicuramente quello di Cervinia.
Arrivederci dunque alla 5a edizione, appunto 'sempre più in alto'.






CERVINO INTERNATIONAL FILMFESTIVAL

IVª Edizione



Regione Autonoma Valle D’Aosta
Assessorato Del Turismo, Sport, Commercio e Trasporti
Comune Di Valtournenche
Associazione Culturale Promocinema



Compagnia di San Paolo
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
Comunità Montana Monte Cervino
Sport & Promozione
Club Alpino Italiano
Museo Nazionale della Montagna –
CAI - Torino
La Stampa
Ferrino
Polartec
Focus Himalaya Travel
Filmworks
Banca Sella
Centre Culturel Français di Torino
Forum Culturale Austriaco di Milano
Goethe Institut di Torino
The British Council di Torino
Istituto slovacco a Roma
Ambasciata della Repubblica di Slovenia
Ambasciata di Francia
Ambasciata del Kyrgyzstan
Ambasciata di Svizzera
Consolato Generale del Belgio
Consolato Generale di Germania a Milano
Centre National du Développement Des Régions Montagneux - Kyrgyzstan
Unione Internazionale Associazioni Guide Alpine
Unione Valdostana Guide Di Alta Montagna
Comitato Italiano per L’unicef
International Alliance for Mountain Film




Info

Promocinema

Via C. Alberto 55 — 10123 Torino — Italia
Tel/fax: +39 11 837 538 — cell: +39 335 688 11 82
E-mail: valeriana.rosso@libero.it - v.rosso@iol.it
cervinofilmfest



PlanetMountain

I cavalieri delle vertigini

K2 il grande sogno

Programma Cervino International Film Festival

Note:



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