Stefano Ghisolfi, Chamonix ai suoi piedi

Intervista a Stefano Ghisolfi dopo la vittoria a Chamonix della seconda tappa della Coppa del Mondo Lead 2018.
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Stefano Ghisolfi, senza esitazioni e senza errori, nella finale a Chamonix della Coppa del Mondo 2018
Eddie Fowke / IFSC

In una magica serata di mezza estate a Chamonix Stefano Ghisolfi ha incantato l’immensa folla al Place du Mont Blanc e, senza esitazioni e senza errori, ha vinto la seconda tappa della Coppa del Mondo Lead 2018. Arrampicando apparentemente senza fatica Ghisolfi ha raggiunto l’unico top della via, lasciandosi alle spalle sia Jakob Schubert sia Alexander Megos che in semifinale erano andati meglio. Questa vittoria ha un sapore speciale: è la sua quarta in assoluto dopo Wujiang nel 2017, Xiamen nel 2016, Wujiang nel 2014 ma, soprattutto, è la prima sul vecchio continente. Come l’austriaca Jessica Pilz che pochi minuti prima aveva celebrato la sua prima vittoria di tappa in Coppa del Mondo, il 25enne ha scelto un palcoscenico d’eccezione per dimostrare che il secondo posto nella classifica generale della scorsa stagione ormai gli sta molto stretto. Per la cronaca, con questo oro Ghisolfi si aggiunge ad altri tre italiani che si sono imposti sotto il cielo stellato del Monte Bianco: Marcello Bombardi nel 2017, Flavio Crespi nel 2007 e Dino Lagni nel 2000. Che sia di buon auspicio!


Chamonix quattro giorni dopo. Riesci a spiegarci cosa significa questa vittoria?

La rottura della maledizione della Cina! Dimostrare di poter vincere anche "in casa" è stato importante, Chamonix è la gara con più partecipanti e con più pubblico, a differenza delle gare in Cina, vincere qui vale di più anche se una vittoria è comunque una vittoria. Ma se dovessi scegliere dove vorrei vincere, sceglierei Chamonix e Arco

In semifinale non sei stato il più bravo. Però si vedeva che stavi bene. Proprio bene…
Sì, mi sono sentito bene in semifinale, non al livello di Alex e Jakob che sono stati superiori su quella via, sembravano imprendibili, però si è visto dalla semi chi aveva le carte per giocarsi il podio. Anche se poi tutto può succedere.

Quella sera c’era una grandissima folla. Quando ti sei accorto e quanto influisce il pubblico sulla tua prestazione?
Non mi sono accorto di niente, ero molto concentrato e mi sembrava di essere da solo ad allenarmi, sono riuscito a staccarmi bene da quello che mi circondava. Mi sono reso conto di tutta la gente solo quando ho preso il top e mi sono girato verso il pubblico. La folla può incitare, ma anche distrarre e far crescere la tensione, bisogna saper sfruttare anche questo a proprio favore.

Hai fatto top in finale. Tra l’altro l’unico top in finale. Meglio di così non potevi fare, no?
Questa gara non poteva andare meglio, fare top da solo in finale e vincere è la perfezione, anche per quanto riguarda la tracciatura e lo spettacolo per il pubblico. Direi che ho scalato al massimo delle mie capacità.

Top tra l’altro a pochi secondi dalla fine. Ci hai tenuto con il fiato sospeso…
Ho sfruttato bene tutti i riposi che c'erano sulla via, calcolato quanto mi sarebbe servito per arrivare in cima e sono partito al momento giusto. Prima del lancio al top ho visto che avevo ancora parecchi secondi, mi sono preso ancora un attimo di pausa e sono ripartito, avanzando 21 secondi. Ho sempre controllato il tempo e non è stato un problema, anzi l'ho sfruttato a mio vantaggio cercando di recuperare per più secondi possibili.

Sembravi sempre in controllo. Ma per andare bene, serve più controllo e capacità di rischiare?
Ovviamente serve il giusto al momento giusto e sulla via giusta. Nella semifinale bisognava rischiare molto di più, per la tipologia di via, è stata molto più aleatoria. La finale invece era abbastanza da controllare, non ho avuto nessun dubbio e non ho mai rischiato di cadere. L'unico punto dove non ero sicuro di arrivare alla presa successiva è stato il lancio al top.

Dino Lagni nel 2000, Flavio Crespi 2007, Marcello Bombardi 2017, Stefano Ghisolfi 2018. Chamonix sembra portare bene agli italiani?
Chamonix è sempre stata un po' italiana, anche per la vicinanza forse, e molti dall'Italia vengono a vedere la gara. A dire il vero non so perché porta così bene agli italiani! In realtà per me è sempre stata una gara molto difficile, ho fatto fatica per anni a passare in semi e per altrettanti anni a passare in finale. Questi sono i miei risultati a Chamonix dal 2009 a oggi: 58°, 31°, 30°, 13°,16°, 25°, 7°, 2°, 7°, 1°.

Questo weekend c’è la gara di Briançon. Poi c’è il Rock Master ad Arco. Come vedi la stagione?
La stagione è molto più difficile dell'anno scorso, oltre a Schubert e Megos ad ogni gara ci sono molti boulderisti, come Narasaki, che rendono molto più difficile ogni turno di gara. Ogni errore, anche piccolo, può costa molte posizioni in classifica e anche l'ingresso in semifinale o finale. Con l'avvento delle olimpiadi sono aumentati i numeri dei partecipanti e anche il livello medio si è alzato parecchio. In più ad Arco ci sarà anche Adam Ondra, andare in finale e sul podio sarà veramente difficile.

Ultima domanda Stefano: non hai mai nascosto i tuoi obiettivi…
L'obiettivo di quest'anno, dopo il secondo posto dell'anno scorso, è vincere. Un altro obiettivo importante sono i mondiali di innsbruck, ci saranno tutti e nel massimo della forma. Centrare il podio sarebbe un sogno.

Link: www.stefanoghisolfi.it, FB Stefano Ghisolfi, Instagram Stefano Ghisolfi,La SportivaCamp




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