Sellaronda, la lunghissima emozione

Il 5/03/2010 la maratona scialpinistica della 15.a edizione della Sellaronda Skimarathon è stata vinta da Guido Giacomelli e Hansjoerg Lunger davanti a Thomas Martini e Matteo Pedergnana seguiti da Ivan Antiga e Trettel Thomas. In gara femminile prima la coppia Weger e Gross. E' stata una corsa (freddissima) ed estenuante che, come ci racconta Lorenzo Scandroglio che l'ha vissuta con gli sci ai piedi, ha regalato emozioni anche oltre la competizione.
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XV Sellaronda Skimarathon
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Prima immagine. Sellaronda Skimarathon 2010: la prima immagine è quella del centro di Canazei, con il fiume di concorrenti pronti a partire fra le case affrescate. Un rettangolo di mezzo chilometro di esseri umani in tutino da gara che scalpitano per scaldarsi, col casco e la torcia frontale in testa, lo sguardo che, a tratti, divaga sul pubblico dietro alle transenne, sulle case di legno intarsiato, per poi tornare a concentrarsi sui dettagli del materiale, sulla cannuccia del camel bag che, nei pochi centimetri che vanno dallo zaino alla bocca, dovrà restare coperta, sotto lo spallaccio e dentro gli indumenti per sfruttare il calore del corpo ed evitare che la bevanda si ghiacci.
Quando manca poco alla partenza lo speaker ricorda Diego Perathoner, l’inventore e l’anima (che ancora vive) di questa gara di scialpinismo attorno al gruppo del Sella: cala il silenzio del ricordo, per un minuto, poi l’applauso, lo scalpiccio degli sci pestati sulla neve. C’è anche Martin Riz in prima fila, lui che era lì a Santo Stefano, con Diego e gli altri tre amici del Soccorso Alpino che sono scomparsi sotto la valanga vicino al Passo Pordoi, mentre cercavano due alpinisti colpiti da una precedente valanga. La sua non sarà una gara come tante altre.
Parte così la 15a edizione della Sellaronda: gradualmente il cordone si allunga, la luce del giorno si affievolisce, si accendono le frontali. I mondiali di Andorra, che stanno incensando gli azzurri con una pioggia di medaglie, non hanno portato via tutti i migliori. Guido Giacomelli c’è. Ed è qui con il suo storico compagno, l’intramontabile Hansjorg Lunger, con cui nel 2008 fece segnare il record di 3h:15’:07”. Anche qui, negli sport di resistenza, non si torna indietro. Il livello si alza sempre, e loro, Giacomelli e Lunger, sono migliorati, insieme ai materiali. Stavolta c’è il freddo però, che ruba energie.

Seconda immagine. Sono ancora le parole a dipingere la seconda immagine. Stiamo arrivando in cima ai 2174 metri del Passo Sella, con una lunghissima fila di fanali vicinissimi, spesso affiancati. Sembra interminabile. Una volta scollinato, la fila si sfilaccia e si assottiglia, i fanali filano veloci giù verso Selva di Val Gardena. Non tutti sorridono, anzi. La sofferenza è più per il freddo che per la corsa. Soffia il vento da nord-est, il ghiaccio si infila ovunque, prende la forma delle ciglia e delle sopracciglia, contorna i volti, penetra sotto i guanti. Qualcuno prende la giacca a vento dallo zaino, si mettono i guanti pesanti, e mentre comincia la discesa, si proteggono le mani dietro al corpo, per evitare l’aria frontale. A Selva si tolgono gli sci, si attraversa e si percorre la strada, fra le automobili e i vigili che le fermano, per tornare poi sulla neve, rimettere sci e pelli di foca e via, cominciare la seconda salita. C’è chi sa della gara e applaude, incoraggia, stringe il pugno: “alé, alé, dai, dai!”. Qualche macchina strombazza. Qualcuno si ferma sbalordito e vede i marziani: due mondi si incrociano e non si capiranno mai.

Terza immagine. Verso Passo Gardena, 2298 m, vetta della corsa. I volontari, i tifosi dedicati, quelli che aspettano una persona amica, il pubblico dei curiosi, sono ovunque. Loro patiscono il freddo più di tutti perché sono lì fermi, per ore. E in alto la temperatura scende sotto -20 °C. Un bicchiere di tè, una manciata di frutta secca con qualcosa che sa di vaniglia e sembra manna, il saluto di qualcuno che ti riconosce, che grida il tuo nome come fosse una spinta, ma non saprai mai chi è. Davanti sono sempre loro a fare il ritmo, Guido Giacomelli e Hansjorg Lunger. Corrono contro il tempo e contro il gelo. Anche loro lo sentono, come gli altri, solo che stanno meno in quota, perché vanno più veloci. Le prime squadre hanno anche un servizio di rifornimento organizzato dagli amici che vanno con le auto da un passo all’altro. Cambiano le borracce, con l’intruglio giusto, i sali, le maltodestrine, a seconda del momento e dello sforzo. I meglio attrezzati hanno preparato persino il caffè caldo per i propri beniamini. Una volta scesi a Corvara la metà è fatta, non la meta, che è ancora lontana. La terza salita verso Passo Campolongo è quella che ti frega. Pensi: “E’ quella con meno dislivello”. E invece no, è eterna. Prima nel bosco con la quota che sale, poi ridiscende, per poi impennarsi e segare le gambe. La crisi arriva lì. O la superi o ti fermi. Saranno 70 le squadre a ritirarsi, 140 atleti che non vedranno il traguardo, fermati dal freddo o dal cronometro dei cancelletti orari. La discesa ad Arabba, con la temperatura che risale a “solo” -8 °C, è quella che precede lo scatto d’orgoglio finale. Solo una salita ancora ed è finita.

Quarta immagine. In cima al Pordoi chi lo sa ci pensa: è qui vicino che Diego e i suoi amici se ne sono andati. E’ qui che la valanga li ha traditi. L’ultimo bicchiere di tè, uno sguardo al cronometro e giù a palla, per l’ultima, interminabile discesa sulle piste ripide e lisce come tavoli da biliardo, mangiando la polvere delle frenate di chi ti precede. Giù giù fino alle prime luci del paese, le reti di protezione arancione che orientano la direzione, poi lo slalom fra le case, il traguardo. Guido e Hansjorg non ce l’hanno fatta a superare sé stessi, per una manciata di secondi, incredibile! Martin Riz arriva fra i primi, con il valdostano Seletto e l’emozione in gola. Sono 280 le squadre che arrivano a Canazei. Molti saltano come rane per il freddo. I volontari li soccorrono, li portano sui lettini al caldo, li massaggiano. Poi è la festa. Grazie Diego! Questa è la gara che hai lasciato per la nostra breve, lunghissima emozione.

Lorenzo Scandroglio


CLASSIFICHE

Maschile
1 Giacomelli Guido - Lunger Hansjoerg (S.C. Alta Valtellina, Ski Team Fassa A.S.D.) 03:15:32.50; 2 Martini Thomas - Pedergnana Matteo (Brenta Team, S.C.Alta Valtellina) 03:26:20.50; 3 Antiga Ivan - Trettel Thomas (Brenta Team - A.S.D. Cauriol) 03:27:17.40; 4 Fazio Fulvio - Fazio Alberto (S.C. Garessio, S.C. Garessio) 03:29:43.40; 5 Riz Martin - Seletto Alain (Bogn Da Nia, S.C.Cervino Valtournanche) 03:31:16.10; 6 Lainer Hans - Kogler Stefan (Oeav, Oeav) 03:33:46.60; 7 Sommacal Ivan - Taufer Alessandro (Dolomiti Ski Alp, Ski Club S.Martino) 03:35:16.10; 8 Marta Franco - Deini Ervin (A.S.D. Cauriol, S.C. Antigorio) 03:38:39.90; 9 Goessweiner Klaus - Fischer Rene (Askimo, Askimo) 03:39:19.40; 10 Basolo Andrea - Stacchetti Matteo (S.C. Courmayeur, S.C.Saint Nicolas) 03:40:06.10

Femminile
1 Gross Annemarie - Weger Maddalena (Bogn Da Nia, Brenta Team) 04:18:11.80; 2 Gruber Barbara -Grassl Judith (Team Alpenstoff, Team Alpenstoff) 04:21:12.30; 3 Mabillard Catherine - Zimmermann Andrea (Team Valerette Altiski, Team Valerette Altiski) 04:23:09.60; 4 Rossi Raffaella - Calliari Orietta (S.C. Valtartano, S.C. Brenta Team Ad) 04:29:10.10; 5 Zanon Sabrina - Scola Nadia (A.S.D. Cauriol, Ski Team Fassa A.S.D.) 04:31:03.80; 6 Schiffer Magdalena - Wacker Patrizia (Oesv Sv Reutte, Oesv Sv Reutte) 04:43:26.20; 7 Murachelli Micol - Gianatti Alessandra (S.C. Valdigne Mont Blanc, Pol. Albosaggia) 04:46:55.30; 8 Genetin Gabriella - Stuffer Birgit (A.S.D. U.S. Brunico, S.S.Campo Tures-Taufers) 04:57:12.80; 9 De Filippo Cecilia - Senik Jennifer (Dolomiti Ski Alp, Montanaia Racing) 04:57:48.90; 10 Cuminetti Silvia - Pezzoli Paola (A.S.D. G.S. Altitude, Presolana Monte Pora) 05:03:26.30





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