Rock Master 2006: il Sint Rock Boulder a Hukkataival e Stöhr
1-2/09 L’austriaca Anna Stöhr con una prestazione perfetta si è aggiudicata la VIIa edizione del Sint Roc Boulder Contest, precedendo la russa Olga Bibik e l’ucraina Olga Shalagina. In gara maschile del Contest del boulder mondiale di Arco vince il filandese Nalle Hukkataival davanti al polacco Tomasz Oleksy (2°) e al francese Ludovic Laurence (3°).
Quando scocca l’ora del Boulder, la prima giornata della grande maratona di Arco ha ormai attraversato tutte le specialità dell’arrampicata. Dal Rock Master, il mitico Trofeo sull’altissima parete del Climbing Stadium, allo sprint contro il tempo del parallelo di velocità. Ma l’incredibile, appassionato e numerosissimo pubblico in questa prima sembra non essere mai sazio di climbing-show: in programma c’è l’arrampicata esplosiva del Sint Roc Boulder Contest femminile, la gara dei problemi intensi e difficilissimi da risolvere nello spazio di poco più di 5 metri di parete. La griglia di partenza schiera 7 top del Boulder mondiale. Dalla Russia sono arrivate la super fuoriclasse Olga Bibik e la fortissima Yulia Abramchuk. Per l’Ucraina, invece, c’è la campionessa del mondo in carica Olga Shalagina, mentre la Svezia è rappresentata da Anja Hodann e la Repubblica Ceca da Helena Lipenska. L’Austria schiera invece la sempre sorridente e bravissima Anna Stöhr, e a rappresentare l’Italia c’è l’emergente Elena Chiappa. La formula di gara è semplice, e anche un po’ crudele: ad ognuno dei 4 problemi chi fa il peggior risultato esce dalla gara. Non sono ammessi errori, dunque, su quella sorta di boulder champagne dei “problemi verticali” inventati dal “maestro” Jackie Godoffe e dal “dottore” Alberto Gnerro. Sul primo blocco partono benissimo Shalagina, Bibik, Abramchuk, Hodann e Stöhr: tutte trovano la soluzione del rebus, mentre Chiappa e Lipenska si giocano sul filo di lana la qualificazione al secondo turno. Alla fine, è l’italiana che la spunta eliminando la ceca. Il secondo round è già più complicato, ma la partenza in spigolo e il blocco di forza dell’uscita non preoccupa per niente la Stöhr che se ne va su quasi passeggiando: è davvero in formissima l’austriaca. Non è così per la Bibik e la Shalagina che sbagliano il primo viaggio trovando la strada del top solo al secondo tentativo. Cosa che non riesce né alla Chiappa né alla Hodann ma la svedese è davanti all’italiana che viene esclusa… ma non c’è neanche il tempo di dispiacersene: tocca già al penultimo problema. Per partire sul terzo boulder, quello “piatto” della placca, occorre prendere la rincorsa e, con un gran salto, afferrare la prima candela: semplice e spettacolare. Poi è un vero deserto di appigli che la Stöhr risolve con magica maestria. La seguono al top, arrovellandosi lungo la serie di improbabili equilibri, anche la Bibik e la Shalagina. Mentre la Hodann cade a meta della liscissima parete. Percorso valido Bibik e Shalagina e Stöhr, dunque: tutte e tre passano all’ultima decisiva stazione. La finale propone il mondo ultra strapiombante del tetto orizzontale, naturalmente con partenza in salto e un’uscita davvero complicata… Ma nulla è troppo complicato nella magica serata della Stöhr che se ne va in cima in un baleno: semplicemente perfetta! A questo punto la tedesca ha già vinto con 4 top su 4 problemi ha fatto l’en plain e la gara perfetta al contrario di Bibik e Shalagina che hanno sbagliato un tentativo nel problema 2. A loro non resta che giocarsi la partita del 2° posto cercando di arrivare al top in meno tentativi dell’avversaria. Invece, nessuna delle due riesce a spuntarla con l’ultimo difficile passaggio e salgono, entrambe, sul 2° scalino del podio. Bella gara, grandissima Anna Stöhr e pubblico felice: questo è il Boulder, la festa dell’arrampicata. Le emozioni incalzano al Climbing Stadium. Così, dopo la spettacolare finale del Rock Master, è già l’ora della seconda puntata (quella della gara maschile) del Sint Roc Boulder Contest. In scena il gran gioco del boulder con la formula speciale del KO System: su ognuno dei 4 problemi da risolvere vengono esclusi i peggiori risultati, fino al duello finale che vede i “superstiti” giocarsi il tutto per tutto all’ultimo blocco. Già dal primo problema si capisce quale sarà il leit motiv della gara: il boulder è un’esplosione di felicità (e di arrampicata) allo stato puro, conta la forza di un guizzo, la sensibilità e l’inventiva da grandi interpreti dell’anti-gravità per far capo ai rebus proposti. E l’immenso pubblico di Arco (mai vista tanta gente!) non può che esserne da subito conquistato. Così, già dalla prima stazione, autentiche ovazioni accolgono i top del grande nordico del boulder il filandese Nalle Hukkataival, dell’olandese volante e recordman dello speed climbing Tomasz Oleksy, del campione austriaco Kilian Fischhuber e dello spagnolo Daniel Andrada, già protagonista dell’evento Arco Rock Legends di venerdì. Un vero boato, poi, accoglie i gols di Lukas Preti e Michele Caminati, i due italiani in gara: davvero un’interpretazione perfetta e un grande ingresso in gara! Tanto più che il problema non era certo di quelli facili visto che non trovano la catena gente del calibro del francese Laurence Ludovic, del tedesco Andre Borowka e dello svizzero Matthias Müller (già vincitore ad Arco nel 2004). E, proprio a Müller e Borowka, tocca uscire dalla gara: sono loro ad essersi fermati più in basso di tutti. Il secondo blocco, quello degli equilibri impossibili, trova soluzione da parte di un magnifico Lukas Preti che arrampica ispirato come non mai fra l’autentico tripudio del pubblico, e la soddisfazione del papà (uno dei climbers protagonisti degli esordi del Rock Master). Con lui toccano il top: Hukkataival (davvero perfetto!) e il “maestro d’eleganza” Fischhuber. Tra tutti gli altri chi si ferma più in basso sono, nell’ordine, Caminati e Andrada: sono loro che devono abbandonare la gara. Si prosegue con il penultimo blocco interpretato e risolto magistralmente solo da Hukkataival. Mentre Oleksy, Laurence, Fischhuber e Preti cadono (nell’ordine e a diverse altezze) più sotto. Morale: purtroppo tocca a Preti e Fischhuber abbandonare la gara. Il gran finale è una sorta di “Duello all’OK Corral” tra tre pistoleri-boulderisti che usano tutta la loro maestria, al posto delle pallottole, per superare l’ultimo ostacolo-problema ultra strapiombante. Ci provano e riprovano, tutti e tre, senza risultato. Finché tocca al filandese spendere la sua ultima chanche… ci aveva provato per due volte, senza trovare il modo per alzarsi. Ora è al terzo e ultimo tentativo, quello decisivo. E, magicamente, ecco il top, la soluzione, la felicità, l’esplosione della folla. Il tutto come da manuale: una gara perfetta che offerto spettacolarità e suspence ad una eccezionale platea. Vittoria di Nalle Hukkataival, dunque, seguito da Tomasz Oleksy (2°) e Ludovic Laurence (3°). Bello spettacolo! E bel lavoro dei tracciatori “fantasisti del boulder”: il neo papà Jacky Godoffe e Alberto “Doctor” Gnerro. di Vinicio Stefanello
Sint Roc Boulder Contest, Rock Master di Arco 2006 ph Giulio Malfer |
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