Ice World Cup, 2a prova, Valle di Daone, vincono Sansoz e Husson
In Valle di Daone vincono Liv Sansoz e Stephane Husson. Continua a parlare francese dunque la Coppa del Mondo di arrampicata su ghiaccio, anche in questa 2a prova tutta dedicata al boulder, una vera festa di grande arrampicata e spettacolo su ghiaccio, che ha infiammato l’incredibile e numerosissimo pubblico accorso in Valle per un appuntamento assolutamente da ripetere.
Ma se Liv Sansoz è stata l’indiscussa dominatrice della gara femminile e Stephane Husson, anche in finale, ha confermato uno splendido stato di forma, il triestino ‘cavallo pazzo’ Mauro ‘Bubu’ Bole, qui in Valle di Daone, è stato il personaggio che ha saputo conquistare ed entusiasmare il pubblico con un 2° posto di assoluto valore e una simpatia travolgente.
Gara femminile
Si inizia con la gara femminile. Due i boulder da superare. Il primo, dopo una partenza su ghiaccio, propone un tratto strapiombante in dry tooling con bloccaggi lunghi e un finale, con traversata a sinistra, per raggiungere il top ancora su ghiaccio. Il secondo, invece, è tutto su una torre di ghiaccio inframmezzata da due larghi tetti e termina con un top che richiede un lungo bloccaggio.
Le vie sono dure, sembra subito evidente che oltre la tecnica per passare bisogna disporre di (tanta) forza. Insomma non è certo una novità: ‘bloccare e tenere’ aiuta, anzi in gara è indispensabile. Ne fanno le spese a vario titolo la russa Olga Epiphanova, la torinese (trasferita in Austria) Anna Torretta, l’altra russa Margarita Kolodkina e la cortinese Nadia Dimai, che alla fine si classificano, nell’ordine, dall’8° al 5° posto.
A Liv Sansoz non manca certo la forza e qui l’ha ancora una volta dimostrato completando entrambi i percorsi. Ma se i suoi bloccaggi hanno indubbiamente stupito ha anche impressionato la sua classe e la facilità con cui ha trasferito i movimenti dell’arrampicata sportiva sul ghiaccio. La francese ha mostrato ‘colpi’, e un’arrampicata, veramente belli. Certo ha ammesso di avere un po’ sofferto sul secondo blocco, quello tutto su ghiaccio. Non è un caso visto che la sua tecnica, quando si tratta di piantare le piccozze, non è ancora al massimo. Ma data la rapidità e il livello con cui sta imparando a muoversi in questa, per lei, nuovissima disciplina, non ci sono dubbi su come andrà a finire…
Bella gara anche della tedesca Ines Papert, dell’ungherese Ildi (Kiss) Pellisier e dell'austriaca Sandra Wielebnowski, rispettivamente 2a la prima e terze parimerito le altre due. La Papert , con 'forte' e sicura progressione, è stata l’unica - dopo la Sansoz - a terminare il primo blocco. La Pellisier, una veterana (non anagraficamente) delle gare su ghiaccio, da parte sua ha dato una bella dimostrazione di tecnica sulla seconda via, non riuscendo però a chiudere l’ultimo blocco prima della catena. Nadia Dimai e Anna Torretta, le due finaliste italiane, hanno dato tutto e la loro è stata una bella gara, sicuramente hanno i numeri per fare sempre meglio.
Stephane Husson alla partenza del secondo blocco di finale
photo ice-time.com
Gara maschile
Ormai, quando entrano in scena i finalisti della gara maschile, il pubblico, anche quello dei neofiti, aveva già cominciato a capire come funziona il boulder sul ghiaccio. Un gioco che mette insieme grande forza, determinazione, intuito, tecnica e colpo d’occhio. Il tutto con gesti ben misurati e calibrati per superare passaggi a prima vista assolutamente impossibili. E le due chicche preparate dai tracciatori per gli uomini erano veramente difficili. Tanto che nessuno è arrivato alla fine delle vie. Protagonista assoluto dei due itinerari: il dry tooling. L’uno, infatti, correva sul grande tabellone in legno, a scala rovescia, costruito al centro della struttura e quindi usciva sul ghiaccio della torre di destra. L’altro, dopo una partenza su una colonnina di ghiaccio, si sviluppava interamente sul pannello strapiombante che chiudeva il lato destro della struttura. Prese speciali e volumi costruiti appositamente rendevano il tutto molto simile ad un boulder di arrampicata sportiva.
E da subito, per trovare il bandolo dei ‘rompicapi’ proposti, si sono visti grandi numeri, giravolte, lanci, cadute e tentativi, fino all’ultimo secondo dei sei minuti a disposizione di ciascun atleta. Sul boulder centrale chi c’è riuscito meglio è stato Stephane Husson. Il francese, superato in orizzontale tutto il tetto iniziale e quindi i problematici bloccaggi del pannello superiore, è arrivato nella zona di ghiaccio finale. E’ stato forse il momento più intenso e spettacolare della gara. Sì perché sull’altra via nello stesso momento ‘Bubu’ Bole era riuscito a superare l’altezza raggiunta dagli altri atleti. Entrambi potevano arrivare in catena ed un pubblico assolutamente in delirio li incitava. Veramente notevole come suspence.
Nessuna catena però: il francese cade, tradito da un buco sul ghiaccio che si rompe, mentre ‘Bubu’, subito dopo, 'molla' dopo una guerra di bloccaggi e posizioni ‘annodate’ veramente incredibili. Alla fine, sulla seconda via, Stephane Husson arriva più basso di Bole, ma ha superato (e in meno tentativi) l’altezza dell’italiano sul primo blocco: è lui quindi il vincitore mentre Mauro Bole è secondo. Terzo uno sfortunato, e forse un po’ in calo di condizione, Daniel Dulac fermato per infrazione dai giudici sul primo blocco, quando era arrivato alla fine del tratto di dry tooling. Lo seguono nell’ordine il russo Dmitri Bytchcov, Evgeny Krivosheitsev (UKR), Tim Emmet (ENG), Anthony Lamiche (FRA) e, infine, il bravo atleta di casa Diego Mabboni. Tutti dal primo all'ultimo hanno dato grande spettacolo per una finale ad alto livello.
Mauro 'Bubu' Bole impegnato in semifinale
Il punto
Molte cose si potrebbero dire dal punto di vista strettamente tecnico. Sicuramente dopo la prossima gara di Saas Fee in Svizzera, del 27-28 gennaio, si potranno avere più elementi per approfondire i vari aspetti. Quello che però ormai sembra essere evidente è che sta cambiando il mondo delle gare su ghiaccio, nel senso che il livello si sta, di gara in gara, alzando.
E per stare al passo con questo cambiamento occorre darci dentro con allenamenti specifici. E’ chiaro che in questo sono avvantaggiati quelli (leggi arrampicatori sportivi) che già lo fanno da sempre. Poi si potrà discutere se questo è un bene o un male, se ci si sta allontanando o meno dallo spirito del ghiacciatore classico. Ma questa è la competizione, ed è un’altra cosa, un altro mondo. E’ una storia già vista nell’arrampicata sportiva. Ci si misura sullo stesso terreno in quel preciso momento, accettando le regole della gara, e vince, indiscutibilmente, chi va più alto!
Per adesso quello che veramente conta è il successo veramente grande della manifestazione. Un successo di pubblico da fare invidia a molte gare di arrampica sportiva. Merito di un’organizzazione che in Valle di Daone ha coinvolto tutti con una partecipazione e un impegno massimo. E ne è testimonianza la struttura di gara, per unanime parere la più bella e avanzata mai vista in questa disciplina: sicuramente un’esperienze e un punto fermo cui richiamarsi per il futuro.
Finale Maschile | |||
HUSSON Stephane BOLE Mauro - Bubu DULAC Daniel BYTCHKOV Dmitrii KRIVOSHEITSEV Evgeny EMMETT Tim LAMICHE Anthony MABBONI Diego |
Petzl Charlet-Moser Grivel Petzl Charlet-Moser Russian National Team Cassin Salomon Petzl Charlet-Moser Red Point |
France Italy France Russia Ukraine GB France Italy |
1 2 3 4 5 6 7 8 |
Finale Femminile | |||
SANSOZ Liv PAPERT Ines PELLISSIER Ildi WIELEBNOWSKI Sandra DIMAI Nadia KOLODKINA Margarita TORRETTA Anna EPIPHANOVA Olga |
PetzlCharlet Moser Salomon Simond Petzl Charlet MoserAustria Cassin Russian National Team Ice Team Italy Russian National Team |
France Germany Hungary Austria Italy Russia Italy Russia |
1 2 3 3 5 6 7 8 |