Video: Rock in Lecco o della qualità e dell'estetica dell'arrampicata

Fabio Palma presenta Rock in Lecco, un video che interpreta la qualità dell'arrampicata con l'idea del bello.
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una scena del video Rock in Lecco per la regia di Yuri Palma
archivio Ragni di Lecco



Non è vero che la qualità stravince, non sono un tonto. Forse ci credevo a 14 anni, già a 18 avevo capito tutto. Che i Toto non avrebbero mai venduto come gli Wham, per dire, e anni dopo i Dream Theater come Madonna, o anche semplicemente come i Pooh. Però se uno si attiene ad una linea di pensiero, del successo planetario se ne deve fregare. Anche del successo intorno a sé, secondo me. Niente compromessi con la qualità, con l'idea del bello, con l'estetica.

Va beh, per farla breve, cerchiamo sempre di fare le cose al massimo, con questi video e film. Lo hanno capito tutti, perchè il Paul, la Giò, l'Andrea e il Luca, il Dimitri, l'altro Luca e il Massimo, insomma tutti quanti, non avrebbero perso giornate preziose dietro questa idea. C'era da parte loro la fiducia che sarebbe venuto fuori qualcosa di bello. In questo video scalano sul 6a e sull'8c+, ma non è detto quando e come. La protagonista è l'estetica (come in Around 9a con Stefano Carnati).

Questi video sono esattamente all'opposto dei contenuti televisivi paesaggistici a cui magari ci siamo abituati per decenni. Sono brevi, lanciano messaggi visivi che sono punture, non pomate a lungo rilascio. Sono costruiti per incuriosire, non per spiegare. Per farsi vedere e rivedere (infatti oltre 10.000 visualizzazioni in 24 ore, su Facebook), non per farsi distrattamente osservare mentre stai mangiando (“perchè quelle cose, se non sei seduto a mangiare o malato a letto, non le vedresti mai”, mi spiegò un famigliare due anni fa...). Mi piace pensare che siano divulgazione di qualità, come il ciclo di DVD in cui Morgan Freeman spiega la fisica. Mai scendendo sotto l'asticella della serietà qualitativa pur di raggiungere il grande pubblico. Un altro esempio? Bolt è bello quando corre, anche senza saperne il crono finale.

Niente dettagli tecnici, niente pallosissime sottolineature. Semplicemente, estetica a manetta. E poi, chi vorrà, avrà da documentarsi quando vuole. Perchè se ti innamori di una cosa, non la consumi subito, la cerchi, la insegui, e soprattutto te la ricordi.

di Fabio Palma - presidente dei Ragni di Lecco

Scalatori: le climbers Anna Aldè (della squadra sportiva dei Ragni), Giovanna Pozzoli (Ragno di Lecco) ed Elena De Maria, e i Ragni Paolo Spreafico, Dimitri Anghileri, Luca Gianola, Andrea Ratti, Massimo Invernizzi, Luca Bergami, Simone Tentori, Matteo Della Bordella, Maurizio Tasca.

Montaggio e color: Yuri Palma
Riprese: per la massima parte di Marco Zanone, ma contributi di Riccardo Mojana, Michele Caminati e Riky Felderer




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