Pala dell'Eretico, nuova falesia sopra Lecco

Daniele Buso racconta l'esplorazione e lo sviluppo di Pala dell'Eretico, la nuova falesia al Monte di Civate nel lecchese.
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La falesia Pala dell'Eretico
archivio Daniele Buso
La falesia è ben visibile dall’Abbazia di San Pietro al Monte di Civate (Lecco), quindi da scoprire c’era ben poco, anche perché parlandone in giro molti l’avevano già adocchiata ma forse l’avvicinamento li aveva tenuti tutti lontani. E’ iniziato come un mio progetto personale, a cui si è subito aggregato Luigi Mauri, amico e anche lui socio del mio stesso CAI. Insieme abbiamo deciso di farne un progetto collettivo del gruppo CAI di Seregno ed inserirlo in quella serie di eventi atti a festeggiare il quarantesimo anno di età della sua scuola di alpinismo Renzo Cabiati nel 2015.

Il virus della chiodatura si è così espanso all’interno del nostro CAI e si sono uniti a noi Damiano Formenti ed Enrico Monti. A questo scombinato quartetto si è poi aggiunto Walter Cesana che è stato l’artefice della sistemazione della base della falesia. Ha ricavato due magnifiche piazzole sul ripido pendio erboso a sinistra della falesia con tanto di comodissime panche. E siccome non ci siamo fatti mancare niente, ha creato anche un posto dove fare la griglia, collaudato e funzionante. I lavori di pulizia della parete sono stati fatti da il nutrito gruppo di persone sempre facente parte del CAI di Seregno. I lavori sono iniziati a dicembre 2013 e finiti a metà marzo 2014. Sono state necessarie una trentina di scampagnate.

La falesia è una pala di calcare posta sopra l’abbazia di San Pietro al Monte, che nel punto più alto raggiunge la trentina di metri. La roccia è varia ma sempre ottima. A destra calcare giallo a tacche molto abrasivo, verticale nella prima parte dopo leggermente strapiombante. A sinistra invece la roccia è grigia e molto più compatta, il primo terzo della parete è leggermente appoggiato e cosparso di fessurine verticali con i bordi arrotondati, i due terzi successivi sono perfettamente verticali a tacche. Il settore sinistro richiede un arrampicata più tecnica, di precisione e di equilibrio. Per adesso chi ci ha arrampicato ha sempre valutato le linee molto belle. Chiodata a fix da 10mm e con una lunghezza variabile tra gli 86 e i 90 mm, a seconda della casa di produzione. Soste con ghiera e fix a doppia espansione. Il tutto finanziato in buona parte dal CAI di Seregno e il restante da parte di singoli individui.

Esposta a sud è perfetta d’inverno e nelle mezze stagioni. D’estate e nei giorni caldi diventa un forno. La roccia asciuga molto in fretta. In caso di deboli piogge dopo mezza giornata di sole è quasi completamente asciutta. Dopo piogge intense ci vuole un giorno.

L’avvicinamento (nota dolente) richiede una oretta e un quarto di camminata ma come ha detto qualcuno spendiamo un sacco di ore di coda in macchina per andare a lavorare a Milano, un oretta di passeggiata non può che farci bene! Per arrivare alla parete abbiamo riesumato un sentierino che probabilmente una volta usavano per il bestiame o per far legna, infatti sopra di esso correva una funicolare il cui cavo rimane ora adagiato sul prato e a metà sentiero c’è una casotta (piccolo riparo per la pioggia con muratura a secco) che ora viene usata come tana da un paffutello cinghialotto, visto una volta sola e che aveva più paura lui di noi che viceversa . Richiedono un po’ di attenzione gli utimi 50 metri, ripido prato ricoperto di scivolosissima paglia.

Infine il panorama. Uno sguardo mozzafiato sulla brianza e sull’abbazia e soprattutto non si vede e non si sento i rumori della strada provinciale. L’abbazia di San Pietro al monte merita una visita, e nei week end è possibile accedere al suo interno. Unico punto d’appoggio è il crotto del capraio posto all’inizio della strada di salita in località Pozzo.

Daniele Buso, CAI di Seregno


SCHEDA: Pala dell'Eretico


Note:
www
www.caiseregno.it



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