Non è mai troppo tardi alla Cima d'Auta (Dolomiti). Di Rolando Larcher
Non è mai troppo tardi! Sì, nella vita non è mai troppo tardi perché qualcosa accada!
Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno, fare scelte difficili, amare, perdonare, togliersi un sassolino dalla scarpa, scusarsi, imparare, migliorare, sognare, rinunciare, negare qualcosa, stupirsi e stupire.
A volte rinunciamo a fare delle scelte per scarsa autostima o per condizionamenti socio-culturali. Decisioni importanti, che vanno prese con coraggio, ma non pensando al "si vive una volta sola!", ma capacitandosi che nonostante tutto, sono ancora alla nostra portata.
E non è mai troppo tardi anche per aprire una nuova via su una bella parete. Una via pensata diversi anni prima, quando quella cima aveva ancora tutte le linee disponibili. All’epoca però dovetti cancellare il progetto sulla Cima d’Auta, perché subii un brutto atto vandalico.
Nell’estate del 1997, assieme a Fabio Leoni e Franco Cavallaro, aprii una via sul Campanile Basso del Lastei, ma solo un mese dopo degli alpinisti locali decisero arbitrariamente di calarsi dall’alto e schiodarla. Nel 2000, aiutato da Erik Svab e mio padre Renato la ripristinai. Il suo nome è: Chi sale vale, chi scende è un vile.
Dopo questo dispiacere cercai altri lidi per le mie avventure e dimenticai le pareti della Cima d’Auta. Ma l’estate scorsa l’amico Omar Genuin mi suggerì di aprire una linea proprio là, sulla parete ovest! Curioso partii subito in ricognizione, constatando che su quel versante c’era ancora tutto lo spazio per tentare una via interessante.
È incredibile come il tempo possa cambiare le cose… 26 anni dopo, un conterraneo di chi mi fece scappare, mi proponeva di aprire una via lassù! Queste sono le belle soddisfazioni della vita! Come avere ancora l’entusiasmo e le forze per affrontare un simile progetto.
Così a luglio iniziai ad aprire la via nuova assieme all’italo-svedese Tiziano Buccella. Una giornata campale, non tanto per aprire i primi 3 tiri, ma per i 1000 m di dislivello con 40kg di materiale. Il secondo giorno andai con Herman Zanetti, risolvendo con due lunghezze il tratto più incognito ed obbligato della parete. Per il terzo ritornai con Tiziano, aprimmo 3 tiri ed a metà del 4°, mentre stavo forando appeso ai cliff, improvvisamente si staccò la batteria del trapano, (accidenti, santo cielo, corbezzoli…), mettendo fine alla giornata!
La volta successiva tornai con Herman, sperando di arrivare in cima. Finii velocemente il tiro sospeso e subito ne aprii un altro, estetico ed impegnativo: l’ultima incognita della parte alta. Herman proseguii con un’altra bella lunghezza uscendo dalle difficoltà ed infine con un tiro più classico raggiunse il cavo della ferrata poco sotto la cima. La vista spettacolare sulla Marmolada, dichiarava la conclusione della nuova via!
Ma al progetto mancava ancora la consueta ciliegina: la salita in libera in stile rotpunkt. Il programma era di provare la libera con Herman, seguiti da Luca Giupponi e Markus Aufderklam per la prima ripetizione. Purtroppo nella notte Herman si sentii male e al mattino rientrò a casa. A questo punto grazie a Gippo e Markus, cambiammo formazione e salutato il povero Herman, affrontammo questa intensa giornata settembrina in montagna. Tutto filò liscio e all’ultimo sole arrivammo in cima con l’obbiettivo nel sacco.
In conclusione mi auguro che quest'estate Tiziano ed Herman, possano andare a ripetere la nostra via! Grazie ragazzi per aver condiviso questa bella avventura.
Ringrazio Omar per il suggerimento. Spero che assieme a Sara Avoscan, questa sia una delle prime vie che ripeterete dopo la nascita di Lia!
di Rolando Larcher
Ringrazio anche Simone e Sara, gentili e simpatici gestori del rifugio Cacciatori.
Ringrazio i miei sponsor: La Sportiva – Montura – Petzl – Totem.