Campanili dei Lastei, due vie presentate da Manolo
Maurizio Zanolla "Manolo" e Riccardo Scarian hanno ripetuto in libera "Chi sale vale chi scende è vile" e "Il volo di champignon", due vie di Rolando Larcher e C. sui Campanili Basso e di Mezzo dei Lastei (Focòbon - Pale di San Martino).
Lo scorso luglio, Maurizio Zanolla "Manolo" e Riccardo Scarian hanno ripetuto in libera "Chi sale vale chi scende è vile" e "Il volo di champignon", due vie firmate da Rolando Larcher e compagni nel 1997, rispettivamente sui Campanili Basso e di Mezzo dei Lastei (Sottogruppo del Focòbon - Pale di San Martino). E' l'occasione per Manolo per presentare queste splendide guglie dolomitiche e due belle linee, ma anche per alcune considerazioni...
Ho sempre fantasticato eleganti linee su quelle ripide placconate settentrionali, fin da quando ne ho calpestato le prime volte i ghiaioni, o semplicemente osservato le forme da lontano, mentre spesso ciondolante arrancavo sui pedali verso il Passo Valles. Le linee più logiche e naturali erano già state tutte scalate, ma i muri più lisci e repulsivi mi frenavano e sono rimasti lì, improteggibili ed enigmatici, fino allarrivo degli spits. LItalia tutta sta morendo dal caldo, sotto un sole implacabile, il Po, sotto questo clima africano ha raggiunto il suo minimo storico, mentre noi appesi alla sosta di una parete nord, troviamo che come sempre il sole è dallaltra parte, e il violento temporale di questa notte ha abbassato notevolmente la temperatura. Un vento freddo e costante ci trapassa la maglia, la pelle, le ossa e uscendo dallaltra parte ci fa rimpiangere non poco la giacca a vento lasciata nello zaino alla base. Il tiro più impegnativo, di 7c, tocca a Riccardo, sembra facile... ma sbaglia quasi subito un movimento e, prima di rendersene conto, si ghisa implacabilmente su un terribile piatto. Il resto, data anche la nota abitudine del primo salitore, nel mantenere un ariosa distanza fra gli spit, è una lotta da guerriero, fino alla sosta, per salvare lon-sight. Toccare il sole sulla cima non basta e dopo le doppie ci ritroviamo alla base della parete ancora congelati; ma la via sul campanile vicino è invitante e convinco Riccardo a tenermi la corda almeno per un tiro. La roccia è sempre più bella e lo convinco a salire, il sole poi, si sta allungando finalmente anche a settentrione.
Quando però mi rendo conto quanto sia lontano quello sotto e quanto irraggiungibile il prossimo, capisco che manca uno spit. Vorrei tornare indietro ma non è possibile... è troppo difficile, troppo precario, e un volo sarebbe terribilmente pericoloso, perché finirei pericolosamente su di una placca inclinata. Non ho possibilità, devo continuare... gli appoggi mi sembrano sempre più precari, gli appigli sempre più svasi ed il volo implacabilmente sempre più lungo. Poi finalmente riesco a rinviare, la sosta adesso è vicina e data la totale mancanza di buchi e fessure mi fa molto piacere quella solida coppia di spit collegati. Eravamo assolutamente consapevoli di non trovare niente di facile oggi e tantomeno spits vicini ma questo mi fa per lennesima volta pensare che la distanza fra gli spit fa grado e non sempre gli spit in montagna fanno solo semplice arrampicata sportiva e qualche volta lobbligatorio può diventare realmente dobbligo. Certamente vie così, con sole protezioni tradizionali, sarebbero élite per pochi e farebbero molto più alpinismo, la potenzialità cè... manca la voglia, ma è anche giustificatamente comprensibile, dato lelevato rischio necessario. Per il momento il ritorno ai monti sembra limitarsi alla plastica ai sentieri, e qualche volta... solo al bar. Ci vogliono quasi tre ore per arrivare alla base di queste vie da Falcade, almeno di non pernottare al rifugio Mulaz, ma credo che ne valga assolutamente la pena, anche perché queste guglie si trovano in un ambiente, fra i più panoramici e belli delle Pale. Le malghe ed i ripidi prati vicini rendono lambiente poco severo ma siamo pur sempre a quasi 3000m. e Rolandone come sempre non si è smentito nemmeno questa volta. Maurizio Zanolla "Manolo"
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