#Madeinorcovalley: Pont Canavese boulder in Valle Orco
Made in Orco Valley, per me, rappresenta più di un semplice hashtag. Sono nata 24 anni fa, proprio qui, all’imbocco della Valle, poco distante dai massi che ho deciso di proporre in questo articolo.
Sui massi di Pont Canavese avevano già scalato gli arrampicatori locali degli anni ’80 e ’90, come Roberto Perucca. Nei primi anni 2000, anche i ragazzi della palestra di arrampicata "Silva-Meneghetti" di Cuorgnè avevano realizzato alcuni passaggi, in particolare nei pressi della frazione Boetti. Solo a partire dal 2014, però, è iniziata un’esplorazione sistematica dell’area a nord del torrente, da parte di Emanuel Bracco, Davide Marietti, Francesco Primus e anche mia. Avevamo scoperto quasi una cinquantina di passaggi, molti dei quali puliti e liberati dallo stesso Emanuel, ma a causa delle difficoltà nel risalire ai proprietari dei terreni interessati, il progetto di valorizzazione dell’area finì per arenarsi. In ogni caso i blocchi erano stati già in buona parte recensiti da mio fratello, sul sito "27 crags" e dagli amici, sui canali social.
Durante lo scorso inverno, a causa delle limitazioni agli spostamenti dovute alla pandemia da Covid-19, sono tornata sui miei passi, alla ri-scoperta di questi passaggi. La mia idea iniziale era semplicemente di confrontarmi con i blocchi che mi avevano respinta in passato. Con brevi sessioni mirate sono riuscita a salire quasi tutte le linee che avevo in progetto. L’entusiasmo del momento e un certo interesse suscitato dai video di alcune mie salite postati sui social, mi hanno poi convinta a riprendere il progetto iniziato anni prima, e a cercare una mediazione con i proprietari dei terreni.
Ho pensato che offrire alla comunità degli scalatori un’opzione di facile accesso e adatta all’attività individuale, potesse essere una buona occasione per il tempo difficile che stavamo vivendo, e che forse segnerà ancora il futuro. Così, grazie alla collaborazione del Comune di Pont Canavese, è stato finalmente possibile contattare i proprietari dei terreni e ottenere l’autorizzazione per l’accesso ai blocchi qui recensiti.
Ecco, dunque, i dieci passaggi che considero più rappresentativi dell’area, e che Paolo Seimandi e Davide Marietti mi hanno aiutata a raccontare attraverso immagini d’effetto.
Iniziando dal "Settore M1", circa 200 metri dopo il parcheggio (P1), sulla faccia ovest di un grande masso striato, si trova "Scoppio mine" (7b). Il nome di questo passaggio è stato ispirato dal ritrovamento di un cartello che mette in guardia dalle violente esplosioni della vicina cava. Spostandosi in direzione est di un centinaio di metri, nel "Settore centrale", si incontra un blocco romboidale piuttosto alto, con al centro la bella linea di Mescal (7B/+). Ancora verso est, camminando lungo una breve traccia, si arriva a un masso con una grande faccia esposta a sud, una sorta di pannello, al centro del quale passa Immacolata concezione (7B+), F.A. di Umberto Minellono. Risalendo nel bosco in direzione nord-est, si arriva ad uno dei blocchi più caratteristici dell’area, su cui fanno bella mostra le particolari prese di Big Chris (7B+). Questo breve tour si conclude pochi metri più in alto con l’estetica linea di Fedeli alla riga (7B), un magnifico traverso lungo un bordo affilato, già notato in passato ma salito solo in occasione di questa recensione, grazie al contributo di Emanuel.
Cambiando area, in via Montiglio, si arriva al "Settore Fiera", dove troviamo in primis, un piccolo masso arrotondato di gneiss scuro, che offre una linea tanto breve quanto intensa: Granato (7B+), di cui Emanuel ha realizzato la sit-start. Pochi metri più in basso si trova Metamorfosi (7B), una linea altrettanto estetica. Su questo masso è ancora visibile un segno di vernice gialla che potrebbe risalire ad antiche esplorazioni degli arrampicatori locali. La particolarità di questi due massi sono sicuramente i cristalli di feldspato dalla forma ovale, detti "Augen" (dal tedesco "occhio’’), che ricoprono tutta la loro superficie.
Risalendo il bosco, verso ovest, si raggiunge la prua strapiombante di Harry l’accetta (7B/+) e appena dietro, la placca verticale di Numero 8 (7A), con un’uscita non difficile ma abbastanza esposta. L’ultimo passaggio del settore è Tenace (7C), rivolto a nord-ovest, con la sua faccia strapiombante incisa da piccole fessure molto nette che la percorrono come delle diagonali parallele. Questa linea è quella che mi ha richiesto più energie, sia fisiche, per la durezza dei passaggi, che mentali, per la difficoltà nel trovare condizioni ambientali adatte. Ho passato ore a cercare di asciugare le prese umide, anche con l’ausilio di un piccolo ventilatore a batteria, ma ho dovuto pazientare. Una vera sfida, che alla fine si è conclusa con un giro buono liberatorio, che mi ha regalato molta soddisfazione e motivazione per andare alla ricerca di nuovi progetti.
Nell’ultimo decennio il bouldering ha subito un notevole impulso in Valle dell’Orco, grazie alle realizzazioni di blocchisti di fama internazionale e al lavoro di tanti ragazzi e ragazze che continuano a sviluppare settori e pulire magnifiche linee in tutta la Valle nel rispetto dell’ambiente circostante. Questo articolo vuole essere il mio piccolo contributo alla valorizzazione di questa disciplina, cui auspico lo stesso successo che in Valle dell’Orco hanno riscosso le fessure.
NOTE
Per mantenere una pacifica convivenza con i proprietari dei terreni è necessario rispettare alcune norme:
- È assolutamente vietato abbandonare qualunque tipo di rifiuto (compresi i mozziconi di sigaretta, dato l’elevato rischio di incendi nei periodi di siccità). È vietato tagliare alberi o rami, come anche occupare le aree di manovra dei mezzi agricoli e gli accessi ai terreni.
- È infine vietato attraversare i prati, che vanno aggirati percorrendo i margini del bosco. Infrangere queste norme può portare alla chiusura dell’area.
- Si ricorda anche l’importanza di cancellare i segni di magnesite dai passaggi, e di pulire le prese con lo spazzolino al termine di ogni sessione di scalata.
Informazioni utili:
- Il parcheggio P1 (45.420899, 7.576672) è lo stesso della "Via Ferrata" di Pont, e permette un comodo accesso ai settori "M1" e "Centrale".
- Il parcheggio P2 (45.419736, 7.590712) si trova presso la chiesa di "Santa Maria delle Rogge", ed è l’unico autorizzato nelle vicinanze del "Settore Fiera". Con qualche accortezza si può parcheggiare nei pressi del cavalcavia, facendo attenzione a non intralciare il deposito dei cantonieri, ma non in Via Montiglio.
di Alice Bracco
Alice ringrazia: Wild Climb
SCHEDA: boulder a Pont Canavese, Valle dell'Orco