Bernd Zangerl libera Grenzenlos in Valle dell’Orco

In Valle Orco, il boulderista austriaco Bernd Zangerl ha liberato una difficile linea chiamata Grenzenlos. Protetta con un pecker, è un mix tra una via d’arrampicata trad e un highball.
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Bernd Zangerl in Valle dell’Orco libera Grenzenlos
Jacopo Larcher

Sono diversi anni che il climber austriaco Bernd Zangerl si reca in Valle dell’Orco per fare boulder. Lo scorso ottobre il 42enne ha liberato una sottile fessura che, per certi versi, supera una delle sue creazioni più famose in assoluto, il boulder highball 29dots. Si tratta di una sottilissima fessura che solca un masso alto 10 metri e che sparisce poco sotto la cima, dando vita così al passo chiave sia fisico sia psicologico. Zangerl non è un amante di decine e decine di crashpad di protezione e dopo averla studiata per bene ha deciso di salire la fessura proteggendosi con un friend all’inizio, ed un pecker messo in diagonale alla fine… Il grado non è pervenuto ma l' highball si chiama Grenzenlos, senza confini.


GRENZENLOS di Bernd Zangerl

Ogni volta che visito un posto non sono le linee esistenti che attirano la mia attenzione ma quelle che nessuno ha scalato prima. Mi piace lavorare qualcosa che non è ancora stato esplorato, non sapendo se un giorno riuscirò a salirlo oppure no. Questo tipo di ispirazione mantiene alto lo stimolo e in tutti questi anni di arrampicata la mia motivazione è rimasta immutata.

Negli ultimi 10 anni sono spesso stato ospite della bellissima Valle dell’Orco, amo questa selvaggia e remota regione montuosa e ogni anno visito Noasca. Il paesino è il luogo migliore per iniziare le avventure verticali e negli ultimi anni ho sviluppato numerosi piccoli settori. Bravirabi (8A), Self aperto (8A), I coloniali sd (8B/C) o 29dots (8A +), solo per citarne alcuni, offrono il meglio del boulder mondiale. Nel 2015 ho effettuato la prima salita di 29dots un highball di 13 metri che in termini di difficoltà ed esposizione rimane una delle mie migliori salite di sempre. Non era mia intenzione superarmi ulteriormente quando mi sono recato in Valle dell’Orco a settembre. Ma che cosa potevo fare? All'improvviso la linea era di fronte a me. Potevo accettare la sfida o voltare le spalle.

A fine ottobre sono riuscito nella mia prima salita più bella e, vista la protezione poco ortodossa, forse anche una delle più "selvagge". Volevo salire la parete di 10 metri come boulder, ma ho scoperto che cadere a destra dal passaggio chiave in alto non era un'opzione. Avrei potuto costruire una zona di atterraggio oppure organizzare 10 crash pad che sono ormai diventati "la norma", ma non sono amico di queste tendenze.

Abbassare la sfida ad una zona di comfort meno estrema avrebbe reso la prima salita più facile e sicuramente più veloce. Ma madre natura è la regista, ed è lei che pone il livello di sfida, anche in termini di protezione, no? Fisicamente ho capito subito che sarei riuscito a fare questo progetto, il punto chiave invece era la mia mente. Quando ci sono sfide mentali e fisiche come queste, preferisco lavorare un progetto da solo, oppure soltanto con il mio migliore amico. Sono vecchia scuola, ma scegliere l’approccio più lungo significa anche u'analisi più intensa del progetto in sé.

Ho chiamato questa via Grenzenlos, senza confini, perché proprio quando ci sembra che le circostanze esterne limitino la nostra libertà di azione, la mente vuole che le superiamo. La mente infatti non ha limiti.

Un grande ringraziamento a Barbara Zangerl & Jacopo Larcher che mi hanno supportato durante questo bellissimo viaggio.

Link: www.berndzangerl.comPetzl




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