L'arrampicata e le visioni catturate in un click
E' possibile rendere un luogo più bello e affascinante di quello che realmente è? Donarlo agli occhi altrui e attendere la reazione? Spesso ci capita di non vedere una meraviglia, ci passiamo davanti senza immaginarlo come un piccolo terreno di avventura. Quella mattina l'avevo dedicata solo al mare, cercavo una spiaggia tranquilla per prendere il sole, per leggere, per rilassarmi dalla settimana di lavoro Milanese.
La direzione presa era verso Nervi, poi passeggiando lungo la statale ad un tratto mi blocco. Uno Scoglio alto almeno 4 o 5 metri si ergeva dalla spiaggia, isolato perfetto, due denti, uno più basso l'altro verso il mare, più alto. Sono sceso per capire meglio ed il bello doveva ancora materializzarsi ai miei occhi, si perché la sua grande prua strapiombante se ne stava nascosta a nord.
Un po' come quando girate per un bosco e vi si para davanti un grande sasso perfetto la reazione è di eccitazione. Dopo alcune telefonate ad alcuni local per sapere se fosse stato scalato, mi sento dire che tutti lo conoscono ma alla fine nessuno lo ha mai vissuto, quel piccolo mostro marino.
Eccolo il gioco, mi dissi, devo tornarci con gli amici, bisogna scalarlo. Lo fotografo verso il tramonto, lo faccio con le tecniche che più mi sono vicine quando ho a che fare con l'acqua, posiziono il cavalletto e la mia Leica, tempi lunghi, certo sarebbe bellissimo metterci un climber. Le foto ci sono, sono quelle che voglio.
Lo scoglio rimase lì ancora un paio di mesi senza nessuna presenza che ne sfiorasse la sulla sua ruvida pelle nera, poi Mauro e Daniela ci fanno una improvvisata. Ecco l'occasione, naturalmente la sera prima dico loro che ho un posto magnifico che potrebbe essere scalato, dobbiamo andarci assolutamente insieme e così il giorno dopo lo abbiamo lì davanti ma con un mare incazzato che fa paura. Difficile "approdare" alla prua, sia per le onde, che si infrangono violente, sia perché tutta la parete è bagnata. Lo scoglio rimane lì ancora una volta.
L'estate è ormai piombata con il suo caldo torrido, sabato il mare intorno allo scoglio è una lastra immobile. Chiamo al volo Franz e Fill che sono pronti, ci diamo appuntamento allo scoglio la domenica mattina ed il mare ritorna incazzato, quasi a proteggerlo. Impossibile non provarci comunque, almeno sulla prua più bassa e sulla placchetta che dà sulla spiaggia.
Cadono facilmente, ma non è quella la prua da vincere, è lì a sinistra, alta e paurosa a picco sul mare. Ci accorgiamo che in un paio di fessure ci sono 2 vecchi chiodi Cassin ormai corrosi dal sale del mare.
Voglio fortemente delle foto, le voglio fare con un filtro ND, voglio sperimentare, mi piacerebbe trasformare il mare in una densa nebbia in movimento, tempi lunghi, climber fermi immobili e risultato fantastico, quello che volevo.
Ora attendiamo che il mare ci regali la possibilità per scalare la prua vera, quella alta, quella tosta... alla prossima puntata.
Massimo Malpezzi
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