Erto - La Grande Madre - di Luca Zardini
Sì, mi sembrava bello iniziare dalla fine per raccontare cosa significa adesso, e cosa è stato per me e per la mia formazione, la storica Erto. “The Big Mother” è l’ultimo bellissimo itinerario estremo che la falesia mi ha offerto, e che non mi sono lasciato sfuggire. Una "grande madre" che racchiude in sé lo spirito e l’essenza della nuova concezione della scalata sportiva: grande strapiombo, forza, resistenza e dinamicità senza però tralasciare l’aspetto tecnico e mentale.
Sono le stesse componenti che contraddistinguono la falesia di Erto e, allo stesso tempo, esprimono e stimolano al meglio le caratteristiche dell’arrampicatore della nuova generazione. Un climber, allenato e preparato al meglio dal punto di vista fisico, motivato e determinato nelle salite “on sight" (o nel minor numero di tentativi) delle vie più difficili. E sempre teso a migliorare le proprie qualità ed esperienza, doti indispensabili per poter progredire e ben figurare sia in falesia come in gara.
Oltre tutto questa falesia ha il pregio di offrire un vasto e vario numero di itinerari dall’8a all’8c+ che possono stimolare chiunque ad impegnarsi per avere nel proprio curriculum vie mitiche come: Pole Position, Mister Rase, Il 'ritorno di Ringo', 'Sogni di Gloria'... E per quanto mi riguarda è stata un grande terreno di realizzazioni; non a caso il mio primo 8a, come il primo 8b, 8b+ e 8c+ sono tutti "ertani"
Ma Erto è anche stata, ed è tuttora, un ottimo “mezzo” di allenamento: nei periodi di “volume” invernale, infatti, riesco a concatenare fino a 20 tiri di corda, di cui almeno 15 dall’8a all’8b+. Oppure ancora, la salita e discesa di “Mocho” quattro volte di seguito, senza mai toccare terra con i piedi.
Ecco, in breve, cos’è per me, e per l’ultima generazione di climbers, Erto. Una "Grande madre" sempre pronta ad accogliere gli arrampicatori, di tutto il mondo, per passare delle bellissime giornate di allenamento e di prestazioni... a testa in giù.
SCHEDA: la falesia Erto