Dave MacLeod ripete Odi Social 8c+
Dave MacLeod ha salito il suo primo 8c+, L’odi Social a Siurana, in Spagna. Per il climber scozzese è stato anche un test per paragonare le difficoltà delle vie sportive a quelle “trad” all’avanguardia in Gran Bretagna.
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Dave MacLeod su L'odi Social 8c+, Siurana. Foto Paul Diffley, www.hotaches.com
Planetmountain.com
Dave MacLeod ha ripetuto il suo primo 8c+ “L’odi Social” durante una recente visita a Siurana, Spagna. Dave racconta di essere stato motivato a ripetere la via non solo per la sua bellezza ma anche per esplorare fino a che punto lui possa spingere i suoi limiti e come questo massimo si paragoni alle vie “trad” all’avanguardia in Inghilterra, e in particolare alla famosa Rhapsody, primo E11 britannico salito dallo stesso climber scozzese nell’aprile del 2006.
Dave, complimenti per questa ripetizione. Sei riuscito ad avere la conferma che, con gli spit, Rhapsody potrebbe essere un 8c+. E, soprattutto, si possono paragonare stili così diversi?
In realtà no, non si possono paragonare. Anche perché non è un bel confronto: su Rhapsody si può morire! Comunque, Rhapsody rimarrebbe più difficile anche se fosse spittata. Il passaggio chiave di Rhapsody è forse V11 e si trova proprio alla fine di questa lunga via. Su L’odi il passaggio chiave è a metà e forse è un V8.
Sei partito dalla Scozia per fare questa via…
Per me è molto importante viaggiare in altri paesi. Mi piace vedere cosa sta accadendo altrove. Sia in termini di bellezza delle falesie sia di livello raggiunto. Non penso che il livello in Scozia sia più alto che altrove, ma credo comunque che sia più alto di quello che si pensa in giro. Per me fare un 8c in Scozia molte volte è più difficile che salire un 8c nel Continente. Per questo andiamo in posti come la Spagna: per provare a salire di grado. I gradi “larghi” sono una delle ragioni, ma la ragione più importante è che in questi posti ogni giorno ti svegli e le condizioni sono buone. Tutto quello che devi fare è arrivare in falesia ed arrampicare. E continuare a provare fino a quando non raggiungi la catena. In Scozia, invece, per arrampicare a livelli alti devi prima giustificare il fatto che vuoi usare gli spit, poi devi anche aspettare lungamente per trovare le condizioni migliori. Se hai bisogno d’allenamento specifico per la via significa che devi aspettare per tanti, tanti giorni che si asciughi o, alle volte, anche la fine della stagione dei moscerini (maledetti! ndr). In queste condizioni è più difficile sviluppare una buona forma e rimanere con la testa concentrata. Questa non è un’accusa, anzi, il contrario: l’arrampicata dovrebbe essere una sfida ed è ciò che noi cerchiamo!
La tua arrampicata all’avanguardia in molte discipline diverse è qualcosa al di là dell’ordinario. A che cosa è dovuto questo tuo risultato?
Amo arrampicare e mi piace rendere possibile l’impossibile. E poi a me non piace lasciare le cose incompiute. Voglio dire: non mi piace veramente!
Come ho già detto nel mio blog, il grado 8c+ attualmente non è sicuramente all’avanguardia nei parametri mondiali. Ma credo che non ci siano molti arrampicatori che riescono ad arrivare a questi livelli in così tanti stili diversi. Quando ho iniziato ad arrampicare questo livello era ancora estremamente raro, e solo gli atleti che dedicavano maggior tempo all’arrampicata lo hanno raggiunto. Così, nonostante l’ 8c+ possa essere un numero insignificante, esso rappresenta qualcosa che mi ha ispirato quando da giovane ho cominciato ad arrampicare e ad allenarmi in maniera… furiosa.
L’arrampicata come sfida sia fisica sia mentale. Com’è la vedi?
Non trovo che la mia forza fisica sia molto cambiata negli anni. Mi sembra di diventare solo un po’ più forte ogni anno. Mentalmente ero veramente bruciato dopo Rhapsody. Non ero molto esausto, nonostante il fatto che all’inizio lo fossi, piuttosto ho trovato difficile uscire da quel periodo in cui ero stato focalizzato su un’unica cosa e allargarmi alle altre possibilità per sviluppare e generare nuove direzioni e focus. Sono molto competitivo e voglio sempre scalare vie difficili ogni anno. Sono sicuro di poter fare il 9a in sei mesi se praticassi solo l’arrampicata sportiva, ma non sono sicuro di ripetere ancora vie di E10, e salire nuove vie sul Ben Nevis sia in inverno sia in estate: potrebbe essere veramente difficile far quadrare il tutto.
Cosa pensi della paura?
Per riassumere i miei sentimenti potrei dire che la paura è fondamentale per capire e seguire ciò che è importante per te. Quando rischi un infortunio o la morte su una via, e hai affrontato coscientemente questa possibilità (invece di prenderti in giro facendo finta che non ci sia questo pericolo, con un atteggiamento che potrebbe anche essere positivo a breve termine) allora comprendi anche quale significato abbia per te la tua vita, la tua salute e queste tue esperienze.
Recentemente tu hai salito Rhapsody, per la quale hai ricevuto il Golden Piton dalla rivista americana Climbing, e hai ripetuto un 8c+. Le cose sembrano andare bene in questo momento…
E’ bello che una rivista come Climbing apprezzi tutta la fatica che ho speso per Rhapsody. Mi sono sempre ispirato ad altri arrampicatori a cui sono state riconosciute le proprie fatiche. Per quanto riguarda la mia situazione attuale: non penso molto alle vie passate, provo invece a focalizzare la mia attenzione sempre nelle sfide presenti. E ce ne sono molte.
Dave, complimenti per questa ripetizione. Sei riuscito ad avere la conferma che, con gli spit, Rhapsody potrebbe essere un 8c+. E, soprattutto, si possono paragonare stili così diversi?
In realtà no, non si possono paragonare. Anche perché non è un bel confronto: su Rhapsody si può morire! Comunque, Rhapsody rimarrebbe più difficile anche se fosse spittata. Il passaggio chiave di Rhapsody è forse V11 e si trova proprio alla fine di questa lunga via. Su L’odi il passaggio chiave è a metà e forse è un V8.
Sei partito dalla Scozia per fare questa via…
Per me è molto importante viaggiare in altri paesi. Mi piace vedere cosa sta accadendo altrove. Sia in termini di bellezza delle falesie sia di livello raggiunto. Non penso che il livello in Scozia sia più alto che altrove, ma credo comunque che sia più alto di quello che si pensa in giro. Per me fare un 8c in Scozia molte volte è più difficile che salire un 8c nel Continente. Per questo andiamo in posti come la Spagna: per provare a salire di grado. I gradi “larghi” sono una delle ragioni, ma la ragione più importante è che in questi posti ogni giorno ti svegli e le condizioni sono buone. Tutto quello che devi fare è arrivare in falesia ed arrampicare. E continuare a provare fino a quando non raggiungi la catena. In Scozia, invece, per arrampicare a livelli alti devi prima giustificare il fatto che vuoi usare gli spit, poi devi anche aspettare lungamente per trovare le condizioni migliori. Se hai bisogno d’allenamento specifico per la via significa che devi aspettare per tanti, tanti giorni che si asciughi o, alle volte, anche la fine della stagione dei moscerini (maledetti! ndr). In queste condizioni è più difficile sviluppare una buona forma e rimanere con la testa concentrata. Questa non è un’accusa, anzi, il contrario: l’arrampicata dovrebbe essere una sfida ed è ciò che noi cerchiamo!
La tua arrampicata all’avanguardia in molte discipline diverse è qualcosa al di là dell’ordinario. A che cosa è dovuto questo tuo risultato?
Amo arrampicare e mi piace rendere possibile l’impossibile. E poi a me non piace lasciare le cose incompiute. Voglio dire: non mi piace veramente!
Come ho già detto nel mio blog, il grado 8c+ attualmente non è sicuramente all’avanguardia nei parametri mondiali. Ma credo che non ci siano molti arrampicatori che riescono ad arrivare a questi livelli in così tanti stili diversi. Quando ho iniziato ad arrampicare questo livello era ancora estremamente raro, e solo gli atleti che dedicavano maggior tempo all’arrampicata lo hanno raggiunto. Così, nonostante l’ 8c+ possa essere un numero insignificante, esso rappresenta qualcosa che mi ha ispirato quando da giovane ho cominciato ad arrampicare e ad allenarmi in maniera… furiosa.
L’arrampicata come sfida sia fisica sia mentale. Com’è la vedi?
Non trovo che la mia forza fisica sia molto cambiata negli anni. Mi sembra di diventare solo un po’ più forte ogni anno. Mentalmente ero veramente bruciato dopo Rhapsody. Non ero molto esausto, nonostante il fatto che all’inizio lo fossi, piuttosto ho trovato difficile uscire da quel periodo in cui ero stato focalizzato su un’unica cosa e allargarmi alle altre possibilità per sviluppare e generare nuove direzioni e focus. Sono molto competitivo e voglio sempre scalare vie difficili ogni anno. Sono sicuro di poter fare il 9a in sei mesi se praticassi solo l’arrampicata sportiva, ma non sono sicuro di ripetere ancora vie di E10, e salire nuove vie sul Ben Nevis sia in inverno sia in estate: potrebbe essere veramente difficile far quadrare il tutto.
Cosa pensi della paura?
Per riassumere i miei sentimenti potrei dire che la paura è fondamentale per capire e seguire ciò che è importante per te. Quando rischi un infortunio o la morte su una via, e hai affrontato coscientemente questa possibilità (invece di prenderti in giro facendo finta che non ci sia questo pericolo, con un atteggiamento che potrebbe anche essere positivo a breve termine) allora comprendi anche quale significato abbia per te la tua vita, la tua salute e queste tue esperienze.
Recentemente tu hai salito Rhapsody, per la quale hai ricevuto il Golden Piton dalla rivista americana Climbing, e hai ripetuto un 8c+. Le cose sembrano andare bene in questo momento…
E’ bello che una rivista come Climbing apprezzi tutta la fatica che ho speso per Rhapsody. Mi sono sempre ispirato ad altri arrampicatori a cui sono state riconosciute le proprie fatiche. Per quanto riguarda la mia situazione attuale: non penso molto alle vie passate, provo invece a focalizzare la mia attenzione sempre nelle sfide presenti. E ce ne sono molte.
Note:
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Dave MacLeod libera Rhapsody E11 7a | |
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MacLeod vince il Golden Piton | |
Dave MacLeod blog |
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