Dal Cateissard non si vede il mare
Gli indiani Navajo, quelli della Monument Valley per intenderci, dicono che dove finisce un sentiero ne incomincia un altro, è una filosofia di vita positiva che sta ad intendere che le opportunità nella vita non finiscono mai per chi sa vederle. I miei parenti arrivavano al massimo da Brosso in Val Chiusella o da Castelnuovo Calcea nel Monferrato, non sono un discendente dei pellirosse, eppure ogni volta che finisco una via e giuro esausto che è l’ultima, ne vedo comparire magicamente una poco distante.
Spinti da una buona frequentazione, al Cateissard, la falesia sopra Bussoleno in Val di Susa, abbiamo dunque continuato ad esplorare nuove pareti e in tutto ci sono ora trenta tiri disponibili . Se contiamo una media di trenta metri a tiro, sono novecento metri di roccia da scalare, per avere un’idea è come aver disgaggiato, ripulito e chiodato il Capitan.
Sono nati due nuovi settori dallo stile molto diverso, Profondo Rosso – Left wall, con una roccia molto particolare a buchi e pinze, dieci tiri di difficoltà medie, dal 6a+ al 7a+ . I tiri sono stati attrezzati da Andrea Giorda e Aldo Tirabeni e uno da Federica Mingolla che ha picchiato e pulito come un fabbro per firmare il suo 7a, Tiro Mancino, già molto gettonato.
Come speravo l’esempio ha dato i suoi frutti e Marco Croce aiutato da Fabrizio Pennicino detto "Penna", ha realizzato un altro settore spettacolare, dolomitico, sospeso su di una cengia, Falchi Penne e Croci. Sette tiri con difficoltà dal 6c al 7b+, gradi da confermare. Lo stile è a muri di piccole tacche che finiscono con strapiombi anche accentuati.
Va sottolineato che questi tiri sono stati puliti e chiodati in piena estate, durante le risicate ferie! In condizioni climatiche proibitive, un lavoro immane. Marco ha fatto un’opera meticolosa, attrezzando ogni tiro con soste alla base per garantire la sicurezza. Questo settore è indicato ad esperti che sanno muoversi su una parete con una longe.
Vi è stata anche una particolare attenzione ecologica, in accordo con la Forestale non si è chiodato in zone di nidificazione. Il Cateissard è un vero tesoro, un luogo di bellezza struggente e tale deve rimanere, chiediamo a tutti il massimo rispetto.
Ovviamente inaugurati questi settori, ci siamo già portati avanti e man mano che nasceranno presenteremo le novità. Gli amici del Cateissard sono già tanti e fa piacere vedere storici scalatori local e non solo, venire a scalare e soprattutto tornare.
Di questa sfida un po’ folle abbiamo voluto anche girare un video, che si è realizzato anche grazie a volenterosi sponsor e alla disponibilità di Ricky Felderer, un grande professionista che per una volta ha messo da parte i big del 9b e ci ha simpaticamente seguito in questo progetto.
Ne è nato un racconto con Federica Mingolla e Carlo Giuliberti, due giovani di notevole talento. Abbiamo coinvolto anche il grande Marco Bernardi, un amico, per farci raccontare come proprio alla base del Cateissard sia nata con Patrick Berhault l’arrampicata sportiva e poi le prime gare a Bardonecchia. Una storia nazionale non solo locale, che pochi ormai, oltre a me e lui ricordano.
Un video speriamo non usa e getta, una piccola traccia per valorizzare una valle che pur povera di roccia ha dato tanti protagonisti. Grassi, Galante, Bonelli, Salino … sono cresciuti qui, su queste rocce verticali e calcaree che li hanno forgiati per affrontare le mitiche vie della Valle dell’Orco, come la Fessura della Disperazione, La Cannabis o Rattle Snake.
La seconda ondata di scalatori, negli anni ’80, oltre a Marco, ha visto un giovane Andrea Gallo affilare le armi nell’Orrido di Foresto e alle Striature Nere prima di prendere il volo per Finale e creare un brand internazionale. Insomma questo complesso di rocce sopra Bussoleno è stato cruciale nello sviluppo dell’arrampicata in Italia.
Per chi vuole saperne di più, Marzio Nardi, un fan della prima ora del Cateissard, il 29 novembre alle 21:15 ci ospita al bar della palestra d'arrampicata Bside in via Ravina 28 a Torino. Oltre a raccontare le vicende del Cateissard, presenteremo in anteprima il breve video realizzato presenti i protagonisti Federica Mingolla, Carlo Giuliberti e Marco Bernardi.
Si ringrazia per il contributo al video Petzl, Wild Climb, Explore Climbing, Rock Slave, E9. Grazie anche alla Cineteca storica del Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino e a Marco Ribetti che ci hanno fornito le immagini originali di Stefan Glowacz e Bernadi alle gare di Bardonecchia del 1985 contenute nel film "Fino all’ultimo spit"
di Andrea Giorda CAAI - Alpine Club UK
SCHEDA: Parete Rossa di Cateissard
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