Chianale e l'arrampicata boulder in Valle Varaita
Le valli cuneesi continuano a regalarci novità, soprattutto per quanto riguarda le aree di boulder in quota tutte da scoprire e valorizzare. La Valle Varaita è forse tra le valli meno frequentate dai boulderisti, ma in realtà offre un’area montana che era già stata individuata da Marco Torielli qualche anno fa, ed è stato proprio grazie al suo suggerimento che, dopo varie ricerche su Google Earth, siamo tornati ad esplorarla. Era già fine Ottobre 2013 quando ci siamo avventurati praticamente a caso partendo a piedi da Chianale (la strada per il Colle dell’Agnello era già chiusa) verso i primi massi adagiati al Grange Cheiron (2400mt), che si vedevano in lontananza dalla strada, ovviamente seguendo un avvicinamento improbabile per prati più o meno ripidi.
Il paesaggio, in quel periodo caratterizzato da forti colori autunnali, ci aveva comunque conquistati. Dopo una giornata a cercare di interpretare e pulire le linee di quei primi due massi isolati, eravamo più che mai motivati a tornare l’anno successivo: il caos di boulders che vedevamo poco più in alto prometteva bene. E così è stato. Nell’estate del 2014, dopo aver individuato l’accesso più comodo sempre grazie anche a Marco e alle sue dritte, siamo andati ad esplorare questo gruppo di massi più numeroso, che avevamo visto l’anno precedente in lontananza. Dopo alcune giornate passate principalmente a capire cosa fosse più interessante e meritevole, siamo stati attirati da un masso più alto che si intravedeva in cima a un pendio ripido... affrontata la rampa, ci siamo trovati davanti ad un grande muro strapiombante di colore azzurro e nero, alto una dozzina di metri, totalmente in piano e girato all’ombra, ed abbiamo subito deciso che valeva la pena provare a portare su tutto per chiodare almeno le linee più evidenti, di cui quasi tutte molto dure.
Abbiamo passato qui molte delle nostre giornate estive di quell’anno. La piccola falesia si trova proprio sotto la cima de La Rocca Bianca, dove a volte qualche avventuroso amante delle vie lunghe ci ha fatto sentire meno isolati in quel paesaggio così ampio che si apriva davanti a noi. Qui la vegetazione è così rada che non sembra neanche di essere nel rigoglioso ambiente alpino, ma i prati costellati da timo, stelle alpine e qualche raro narciso danno invece conferma del contrario. Solo verso fine stagione ci siamo dedicati ai massi, ma il grosso dello sviluppo è stato rimandato ancora alla stagione successiva.
L’area boulder, anche se più bassa rispetto alla falesia, si trova comunque a 2500mt di altezza, quota che a maggior ragione l’anno scorso ci ha fatto scegliere di passare qui più di una giornata in fuga dal caldo che attanagliava la pianura. Nell’arco dell’estate ha preso quindi forma la valorizzazione dell’area principale di massi, adagiata sui pianori erbosi che seguono il corso d‘acqua che scende direttamente dalle cascate. Ma quando si tratta di cercare, pulire e provare linee nuove, soprattutto se si trovano a un’ora e un quarto di sentiero, le singole giornate sembrano davvero troppo corte: e così una delle esperienze più belle che abbiamo vissuto a Chianale, e che consigliamo a chiunque di ripetere, è stata quella di passare due notti in tenda tra i massi, in un contesto paesaggistico unico, dove solo qualche marmotta rompeva il silenzio in cui eravamo immersi. Il panorama che si può ammirare al risveglio (i tetti della borgata di Chianale, il lago di Pontechianale e magari qualche camoscio in lontananza nel sole del mattino), fa iniziare la giornata di boulder con tutto un altro spirito, senza guide alla mano e senza riferimenti con cui confrontarsi. Oltretutto, non dovendo scendere alla macchina e potendo quindi scalare finché c’è luce, si può usufruire delle migliori ore di aderenza: dalle 4.30/ 5.00 il sole passa dietro alle cime che circondano l’area, con un abbassamento immediato della temperatura e un grip che altrimenti a luglio/ agosto sarebbe più difficile da trovare.
Uno dei massi a cui abbiamo dedicato più energie e tempo è quello di Dolores: il lato strapiombante offre molti passaggi duri e al riparo dal sole, mentre il lato opposto ha qualche passaggio ideale per il riscaldamento. C’è anche il video del passaggio Dolores:
Scegliere di scalare qui implica anche il fatto di mettere in gioco la propria motivazione, accettando di investire una giornata e tanta magnesite a pulire linee che magari poi si rivelano troppo facili o troppo difficili.. ma quasi sempre meritano. I massi più belli sono comunque molto evidenti e, trovandosi su un evidente pianoro, hanno anche il vantaggio di avere quasi sempre una buona caduta in piano. Ovviamente il capitolo si riapre ogni estate e, nonostante sia ogni anno da ripulire, la bellezza del posto non fa passare mai la voglia di tornarci, e la quantità di linee ancora da aprire non ci fa temere per ora di esaurire i progetti. Allo stesso tempo non è sicuramente uno di quei posti immediati, dove si arriva e si può iniziare a scalare: a volte la ricerca e la pulizia delle linee (anche di quelle già aperte) assorbono gran parte della giornata, e magari possono scoraggiare chi si immagina di venire qui per provare vari passaggi al limite in poche ore; diverso sarebbe se fosse più frequentato, di modo da avere già almeno le linee più belle sempre pulite. Ad oggi non c’è ancora una guida stampata, né online, e chissà se ci sarà mai... L’idea di presentare già l’area deriva infatti dalla nostra voglia di condividere ciò che è alla portata di chiunque abbia voglia di affrontare un po’ di sentiero e spirito di avventura, di modo che un po’ di frequentazione in più non possa che aiutare i massi a mantenersi anche più agibili tra una stagione e l’altra.
PARCO E SCALARE A CHIANALE
Non ci sono i vincoli dei Parchi, quindi è possibile lasciare la tenda montata tra i massi anche durante il giorno; in ogni caso, visto che il sentiero è abbastanza battuto dagli escursionisti che vanno verso la Rocca Bianca, sarebbe più opportuno mimetizzarla tra i massi. La flora cambia di mese in mese, i prati si colorano del blu della genzianella, del rosa del timo e dei fiordalisi ed anche la fioritura delle stelle alpine è notevole: cerchiamo di preservare il più possibile posti incontaminati come questo.
I massi sono spesso molto alti e, nonostante la caduta quasi sempre buona, più crashpads si hanno e meglio è: venire in un gruppo può essere un’ottima opzione. Le uscite meritano sempre di essere spazzolate ed arrampicate fino in cima: con magnesite e spazzola di ferro si ripuliscono ogni anno. Le basi dove spesso si trova più acqua sono state sistemate in questi anni, ma spesso lo scioglimento della neve rende comunque necessaria un po’ di pazienza e una risistemata, soprattutto ad inizio estate. L’esposizione dei massi è tra sole ed ombra: se trovate una giornata calda ma ventilata è il top; al contrario una giornata con molto sole e poca aria può essere impegnativa: approfittatene per cercare qualche linea nuova! Se avete la fortuna di ritrovarvi tra luci e ombre, in mezzo alle nuvole in un tardo pomeriggio estivo non dimenticherete facilmente lo spettacolo.
La roccia è un serpentino molto tagliente ed abrasivo da sembrare in alcuni punti quasi calcare, ma dipende molto dai lati dei massi. In alcuni casi è più liscia, in altri è più rugosa e ricca di concrezioni. In alcune giornate di caldo alcune prese potrebbero farvi desistere dal tirarle, ma con il fresco ed il vento giusto tutto cambia e potrete trovare l’arrampicata molto più divertente. I cellulari qui prendono con una ricezione discretamente buona.
COME ARRIVARE
Da Cuneo si segue la statale per la Val Varaita che passa prima per Piasco, poi Melle fino su a Pontechianale e, dopo ancora, Chianale in direzione Colle dell’Agnello. Si supera il piccolo paese, il parcheggio dei camper sulla sinistra (comodissima opzione per dormire in furgone) e dopo tre tornanti si arriva ad un piccolo parcheggio da cui vedete sulla sinistra le indicazioni per il sentiero bianco e rosso U19 (vedi foto) per il colle di St. Veran. I cartelli indicano anche a 15 minuti di distanza il ricovero Carlo Emanuele, da cui dovrete passare anche voi per raggiungere i massi, quindi siete nel posto giusto!
ACCESSO
Dal parcheggio seguite quindi le indicazioni per il ricovero Carlo Emanuele e poi di lì proseguite seguendo sempre i bollini bianchi e rossi per il colle di St Veran, ben visibili lungo tutto il sentiero. Presto inizierete a vedere i massi sulla vostra sinistra, e vi verrà la tentazione di tagliare per i prati per raggiungerli “al dritto”. Ve lo sconsigliamo, in quanto molto spesso ci sono salti di roccia non visibili dal sentiero, e vi assicuriamo che l’accesso un po’ più lungo ma più comodo vi eviterà di vagare per ore alla ricerca di una scorciatoia.
Dopo circa un’ora di camminata in leggera salita, superata una rampa un po’ più impegnativa, si può tagliare a sinistra scendendo per piccoli sentieri verso il fiume: una volta che lo attraversate, vi trovate già davanti ai massi principali. La deviazione per scendere (che comunque abbiamo segnalato con un ometto di pietre e una freccia) si trova qualche centinaio di metri prima di un pilastro con una madonnina alla vostra destra... quindi se la vedete, vi consigliamo di tornare leggermente indietro e scendere verso il fiume e i massi che inizierete già a vedere. In totale mettete in conto un’ora e un quarto di sentiero. Portatevi molta acqua, visto che siete a 2500mt e l’avvicinamento è al sole!
Attenzione quando fate il percorso a ritroso verso la macchina! Evitate di tagliare per prati dai massi più bassi: ci sono salti di roccia non visibili ed estremamente pericolosi in caso di nebbia fitta, spesso presente al pomeriggio. Bisogna sempre fare lo stesso percorso dell’andata, seguendo il sentiero che vi riporterà in una decina di minuti a quello segnalato con i bollini bianchi e rossi. Ricordatevi anche che verso la fine del sentiero, a quasi un’ora di camminata dai massi, c’è un bivio che dovete prendere a sinistra verso il ricovero Carlo Emanuele. E’ molto facile confondersi o non farci caso, ma è segnalato da una grossa scritta rossa su un masso.
STAGIONE
Ovviamente l’area è estremamente estiva, anche se molti massi sono comunque esposti al sole. Fino alla tarda primavera la strada per il colle dell’Agnello potrebbe essere chiusa, e quindi anche il parcheggio potrebbe non essere raggiungibile (accesso dalla borgata Chianale: 1 ora e 45 di marcia). Oltre a ciò, se ha nevicato molto durante l’inverno, fino a metà Giugno potrebbe ancora esserci molta acqua sotto ai massi per via dello scioglimento della neve. E’ sicuramente più consigliabile frequentare l’area da fine giugno inizio Luglio in avanti. Ad inizio stagione la zona potrebbe presentare varie problematiche, come la totale assenza di magnesite sui massi, che rende difficile l’individuazione delle linee o un’inaspettata giornata estremamente calda e senza aria. A settembre le condizioni potrebbero essere molto buone, ma tenete sempre d’occhio le previsioni meteo soprattutto per quanto riguarda intensità e direzione dell’aria e le temperature. L’inesperienza ci ha fatto passare alcune giornate impreviste con dita gelate, quindi non sottovalutate che siete in alta montagna a 2500mt di quota. Comunque, come scriveva Marco Torielli per alcuni siti da lui scovati nella guida “Bibbia” Boulderdoc, questo è un posto per intenditori, ed anche nelle giornate più calde, dove in pianura è impossibile arrampicare, quassù all’ombra il fresco è assicurato.
LOGISTICA
Per chi non vuole dormire tra i massi ma vuole comunque passare un weekend a Chianale, è possibile sostare con il camper o con il furgone nella piazzola subito dopo il paese sulla sinistra. L’area camper è gratuita, ma molto spesso nei sabato sera estivi è abbastanza congestionata. Poco prima di giungere a Pontechianale si trova il Rifugio Alevè dove vi consigliamo di fermarvi per un caffè o una crostata fatta da loro prima della camminata! La leggenda narra che proprio a Chianale vi sia un ristorante museo (Le Montagnard) dove si mangia benissimo, ma noi non ci siamo mai stati.
Un’ultima considerazione: se il posto avesse la frequentazione di altri siti più famosi sparsi in Europa, almeno per le linee più belle, che diventerebbero i classici del luogo, il risultato sarebbe un’area boulder bellissima adatta al periodo estivo, che potrebbe far concorrenza ad aree ben più rinomate. Buone scalate.
di Claudia Colonia ed Alessandro Penna.
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