Arrampicata, Boulder, California = Bishop, Buttermilks, USA
Quando arriviamo a Bishop è già quasi il tramonto, ma la tentazione è troppo forte, e andiamo subito verso Buttermilks… scendendo dalla macchina, lo stupore è totale: "davvero sono così vicini alla macchina?! E davvero così enormi?" E poi la sabbia sotto ai massi, i sentieri fatti con le pietre, tutto pulito, ordinato, e a perdita d'occhio... Facciamo un giro finché c'è luce, scattiamo foto come se fosse l'ultimo giorno e non il primo e torniamo al Motel veramente motivati.
Comunque non perdiamo molto altro tempo, perché per via del fuso al mattino presto siamo iperattivi e, nonostante non mettiamo la sveglia, alle 8 siamo già davanti ai blocchi, impensabile se si pensa ad una session invernale di boulder dalle nostre parti. Ma Buttermilks è talmente a sud, e talmente aperto, che il sole arriva prestissimo. Ci misuriamo subito con i muri lucidi e taglienti dell'area di Buttermilks Main, una scalata che non ha pietà se non sei abituato a questo stile e soprattutto a questa roccia, una scalata dove mettere i piedi è fondamentale e saper scendere è sicuramente meno scontato che saper salite. Questi massi sono il risultato di un'immensa eruzione vulcanica di 740,000 anni fa e la lava che li ha ricoperti ha creato uno strato liscio e "glassato" che subito sembra impossibile da tenere. Le linee però sono pazzesche (e mai scontate), e praticamente ci attacchiamo a ogni cosa, dalle placche perfettamente verticali e lisce, al muro lavorato e severo di Green Wall, ai (pochi) passaggi strapiombanti in "grotta", per finire con il super classico Iron Man's Traverse: un masso spaccato a metà che, proprio per questo, presenta a differenza degli altri una grana molto più simile alla nostra, non lisciata dalla lava esterna, con tacche bellissime e nette che ci fanno sentire a nostro agio.
L'ambiente è magnifico; il paesaggio, che da solo vale il viaggio, è immenso e selvaggio; gli scalatori, quasi tutti nordamericani in ferie, sono super socievoli ed estasiati al sentire che arriviamo dall'Italia, il clima è perfetto, le cadute ottime… e i muffin che riempiono gli scaffali dei negozi sono spaziali! Li proviamo tutti: alla zucca, cioccolato, mirtilli, cannella… d'altronde, per degli amanti di dolci come noi, è praticamente un dovere morale! Anche il motel, in classico stile americano, con tanto di barbecue e sdraio esterna, è perfetto: sulla strada per Buttermilks, accogliente e soprattutto caldo, cosa per noi non così scontata! Passiamo il giorno di Natale in un improbabile clima caraibico, gente in maglietta e pantaloncini corti entra in locali con le insegne a forma di Babbi Natale in moto, e lo Starbucks ci propone, come gusti esclusivi del mese, la scelta tra caffè caldo alla menta e frappuccino al gusto di biscotti allo zenzero. Gli abbinamenti improbabili sembrano andare alla grande...
I giorni passano e noi iniziamo ad ambientarci, visitiamo vari settori tra cui Happy Boulder, con una scalata molto più atletica e divertente su strapiombi, tetti e buchi.. un bel parco giochi, ed infatti molto frequentato, senza biglietto all'ingresso! Al contrario, l'area di The Secrets of the Beehive è un piccolo settore molto isolato che si affaccia su un canyon incredibile (Bishop Creek): il Brown Wall merita ovviamente la camminata (poi solo venti minuti, ma considerati gli altri settori sembra già tanto!) sia per il più conosciuto passaggio The Swarm, esteticamente perfetto, che per altri passaggi più facili nei dintorni. Il silenzio qui è assoluto. Dedichiamo una giornata anche a Dale's Camp e Painted Cave area, un masso bellissimo con partenza in tetto e uscita in stile Fontainebleau: Lamiche sulla foto della guida sorride a suo agio, io ho problemi a concepire già solo la stand start, ma non importa.. un gruppo di mule deer ci osserva da lontano, e ci perdiamo a fare foto…
Il clima continua ad essere perfetto, noi continuiamo a svegliarci presto e a scalare fino al tramonto e la devastazione attanaglia presto la pelle delle nostre mani.. ci concediamo un giorno di riposo per andare a vedere la Death Valley: il posto più secco e più caldo del mondo, oltre che sotto al livello del mare… incredibile considerato che Bishop è a 1500 metri e la strada che le collega sembra essere dritta e piatta per 150km. Caldo, comunque, lo è di sicuro... è capodanno ma il sole spinge, e nei bagni pubblici gli avvertimenti sulla disidratazione sono ovunque. La strada proseguirebbe fino a Las Vegas (5 ore) ma noi preferiamo un itinerario meno impegnativo, fermandoci di più e seguendo il ritmo lento del deserto.
Arriva veloce la seconda settimana, e torniamo a Buttermilks, dove un po' di confidenza in più con la roccia non fa sembrare neanche tanto scivoloso Stained Glass (letteralmente: "vetro macchiato"), e anche la "patina", sembra diventare un po' più aderente… Torniamo anche a Happy Boulder, il masso di Heavenly Path è uno dei più belli di Bishop e, nonostante "non faccia grado" è d'obbligo per chiunque si trovi in zona… Alto, con le prese (anche se a vedersi non sembra), estetico e perfetto. A questo punto ci devastiamo fino alla fine in una specie di maratona di cinque giorni, proviamo ogni cosa, ci prendiamo le nostre soddisfazioni, vinciamo le nostre paure e, ognuno secondo il proprio grado, saliamo il nostro highball.
Il rientro, come sempre, arriva troppo presto, i tre aerei, le nove ore di fuso e le ventiquattro ore di volo sono meno piacevoli che all'andata, e anche il viaggio, in cui attraversiamo una notte velocissima di 4/5 ore, è molto meno poetico. Ma ne vale veramente la pena.
Ci teniamo a ringraziare per il supporto materiale: Metolius e Brooke Sandhal, Five Ten, Chillaz e Instrapiombo.com, oltre a Wills Young per le preziose info logistiche.
di Claudia Colonia e Alessandro Penna
SCHEDA: Buttermilks, Bishop, USA
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