Campagna di crowdfunding per una pompa dell'acqua solare a Taghia, in Marocco

È stata lanciata una campagna di crowdfunding per finanziare una pompa idraulica ad energia solare per fornire acqua potabile al villaggio di Taghia in Marocco. Chiamato Eguzkiz Blai, il progetto è ideato da Iñaki Arakistain, Alex Honnold, Aitzol Ibarzabal, Arnaud Petit, Christian Ravier e Sean Villanueva O´Driscoll.
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Verso le Gole di Taghia in Marocco
Hermanos Pou

Fin dalla metà degli anni '70, il villaggio berbero di Taghia in Marocco ha ospitato centinaia e centinaia di alpinisti che si sono recati qui per esplorare le gole e lasciare il segno su queste imponenti pareti calcaree color ocra. Situato a 2000 m di altitudine, Taghia è uno degli ultimi villaggi delle montagne dell'Alto Atlante raggiungibile solo a piedi, a circa due ore e mezza di cammino dal villaggio di Zaouiat Ahenesal. Mentre abbondanti sorgenti alimentano campi fertili con una fitta rete di canali, molti dei 600 abitanti del villaggio utilizzano acqua potabile che viene pompata da un gruppo elettrogeno. La pompa è alimentata a gasolio che, a sua volta, deve essere trasportato al villaggio grazie agli asini.

Questa situazione potrebbe presto cambiare poiché un gruppo di climber guidato da Iñaki Arakistain, Alex Honnold, Aitzol Ibarzabal, Arnaud Petit, Christian Ravier e Sean Villanueva O'Driscoll ha ora lanciato una campagna di crowdfunding per installare una pompa ad energia solare che trasporterà acqua potabile da una vicina sorgente fino alle abitazioni.

Chiamato Eguzkiz Blai, l'idea del progetto è venuta ad Arakistain e Ibarzabal durante un viaggio di arrampicata nell'area nel periodo in cui i viaggi in Europa erano limitati a causa della pandemia. Scrivendo sul loro sito, i due spiegano: "Il mulattiere incaricato di guidare gli asini con il nostro materiale ci ha raccontato che eravamo gli unici alpinisti giunti in zona dall'inizio dell'epidemia. Questa è stata una piacevole sorpresa, perché abbiamo avuto l'opportunità di conoscere la famiglia di Said e di stabilire uno stretto rapporto. Ci hanno raccontato che alcuni anni fa il governo del Marocco aveva progettato un impianto di pompaggio per rifornire d'acqua al vilaggio, ma dopo aver realizzato due cisterne e installato una pompa diesel, non è mai stato avviato. In quel momento che abbiamo intravisto la possibilità di ricambiare la loro gentilezza, realizzando l'installazione di una pompa fotovoltaica, poiché l'ubicazione del villaggio soddisfaceva le condizioni ottimali per l'utilizzo dell'energia solare, una risorsa abbondante e gratuita."

Per chi volesse contribuire al progetto, consigliamo di visitare il sito ufficiale oppure la pagina dedicata su gofundme page

TAGHIA - BREVE STORIA ALPINISTICA di Maurizio Oviglia
Dal punto di vista alpinistico, la zona fu scoperta da Manuel Punsola, uno spagnolo, nel 1974. Le prime vie si devono però, l’anno successivo, a un gruppo di francesi tra cui Bernard Domenech (uno degli attuali massimi esperti alpinistici sull’Africa) ed Erik Dechamp. I francesi salirono le vie più logiche, grandi courses di 600 m in isolamento totale. Negli anni ’80 e ‘90 la zona fu frequentata sporadicamente soprattutto da spagnoli, che aprirono un buon numero di big wall, con permanenze in parete anche di una settimana. Aperture di buona qualità si devono poi ad un gruppo di francesi, capitanati da Remi Thivel e Christian Ravier, vie difficili e protette da qualche sporadico spit, sempre su pareti tra i 400 ed i 600 m. Le prima vie moderne sono opera invece allo spagnolo Toni Arbones (aperte però dal basso in artif) e, nel maggio 2003, al trio Michel Piola, Benoit Robert e Arnaud Petit. Questi ultimi hanno lasciato a Taghia una via di 600 m (Les rivieres pourpres, 7b, 6c obbl.) ed una di 300m (Canyon Apache, 6c), più una manciata di monotiri sino all’8a+ (Arnaud Petit). Nell'ottobre dello stesso anno Rolando Larcher, Michele Paissan e Maurizio Oviglia hanno aperto Sul filo della notte (7c+ max; 7b obbl). Per decenni sconosciuta a quasi tutti gli alpinisti, negli ultimi 20 anni le gole di Taghia si sono trasformati in una meta molto ambita tra i climber e attualmente la guida d'arrampicata scritta da Christian Ravier e pubblicata nel 2019 conta oltre 300 vie.




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