Al Buco del Merlo nei Monti Reatini (Appennino Centrale) la via Pietra Miliare di Ginevra e Pino Calandrella

Pino Calandrella presente 'Pietra Miliare', la nuova via al Buco del Merlo, la piccola cima addossata al Monte Porcini nei Monti Reatini (Appennino Centrale) aperta insieme a sua figlia Ginevra.
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Pietra Miliare al Buco del Merlo: Ginevra Calandrella e Pino Calandrella in cima alla guglia a fine via
Pino Caladrella

E’ una montagna particolare il Buco del Merlo, nei Monti Reatini. A sud non offre un’unica grande parete rocciosa, ma di fatto più una "non parete", che a guardare bene lascia intravedere tante pareti, pinnacoli, pilastri e guglie, di roccia ottima, che quando ci sei dentro, non lo immagini, ma fanno sognare. L’anno scorso con mia figlia Ginevra avevamo aperto due nuove vie su questo versante, Sogno di una notte di mezza estate e Pilastro delle meraviglie, di fatto creando una zona unica nel suo genere, per i monti reatini, non ne esistono altre infatti, destinata all’arrampicata su vie lunghe a più tiri, con carattere sportivo. L’apertura di queste due vie, soprattutto la prima, ha rappresentato una divertente "sfida" nella ricerca di una linea che unisse le diverse emergenze rocciose, dal punto più basso sino quasi in cima, creando uno sviluppo massimo fino a 230m. Queste vie nell’arco di un anno sono risultate molto apprezzate e hanno vissuto tante, se non tantissime, ripetizioni.

Guardando e riguardando le foto durante l’inverno scorso, in una zona fra le vie che avevamo da poco aperto, due interessanti fasce rocciose attirano più volte il mio interesse, ma dallo studio delle immagini non riesco a capire se realmente ne valga la pena di tornare ad aprire, non sono interessato ad aggiungere una nuova via solo per fare quantità.

Questa indecisione si protrae per diversi mesi, ma poi prima dell’estate mi metto in testa di sciogliere la riserva e quindi torno a vedere meglio e approfondisco con nuove interessanti foto. Qualche dubbio rimane, è forse più uno scrupolo, ma ormai il tutto può essere risolto solo andando a provare.

Detto fatto, al primo giorno utile a luglio con mia figlia Ginevra, sempre motivata, andiamo a provare. Il progetto è di fare una via sportiva, ovviamente aperta dal basso, ma finché non sarò convinto della validità di questa nuova apertura, decido di usare il più possibile solo protezioni tradizionali.

La via attacca in un bel diedrino verticale, un passo delicato nel ribaltamento e su per un terrazzino, la roccia è ottima, che bello! Dopo un breve tratto appoggiato, attacco la parete verticale dove avevo ipotizzato nelle foto e subito si rivela molto interessante, anche se di non facile proteggibilità con protezioni tradizionali. Una parete bellissima e suggestiva per l’ambientazione, che regala bei movimenti su roccia da buona a ottima. Ne esce così un tiro molto, molto bello, che fuga tutti i dubbi. Ormai è deciso, seguiremo la linea disegnata su una delle foto di studio…proviamo ad aprirla!

Dopo un breve facile tiro in traverso, ci portiamo sotto a quello che sarà il terzo tiro, una bella paretina perfettamente verticale che si chiude a sinistra in un diedro appena accennato. Questo sarà il tiro chiave, naturalmente richiederà un bell’impegno nella gestione delle protezioni, ma anche qui ne uscirà un tiro, a nostro avviso, molto bello, che termina su un bel pulpito, con affaccio in piacevole esposizione sulla valle Scura.

Il tiro successivo è molto divertente, ha la particolarità di svolgersi in traverso, risalendo in continua esposizione su un canale, la faccia ovest di alcune paretine, su roccia sempre molto buona.

Nel quinto tiro si risale una bella placca ammanigliata, da cui si esce a destra su una breve cengia inclinata, dove è già visibile la piccola guglia su cui termina la via. Proprio in questo punto sulla sinistra si trova una roccia con forma troncopiramidale, evidente nelle foto di studio, che per la sua particolare forma da il nome alla via, appunto "Pietra miliare". Traversando brevemente la piccola cengia si attacca la guglietta. Una breve arrampicata ben ammanigliata, ci consente di raggiungerne la cima, si tratta di una piccola guglia, ma che regala comunque un’interessante prospettiva sulla valle e sulle montagne circostanti, donando una bella sensazione aerea.

Da qui con una brevissima calata, si può risalire il pendio sino alla sosta dell’ultimo stupendo tiro del "Pilastro delle meraviglie", il quale consigliamo di scalare, completando così una salita di circa 220m di sviluppo. In cima alla guglia siamo contenti e soddisfatti, è stato impegnativo, ma ci siamo divertiti tantissimo. Torneremo più volte per attribuire alla via il carattere sportivo che riteniamo sia più congeniale al tipo di roccia, spesso molto compatta.

Si completa con questa nuova via il trittico delle vie lunghe al Buco del Merlo, è stato un lavoro impegnativo, spesso portato avanti dalla nostra cordata familiare nei tardi pomeriggi estivi, dopo il lavoro, fino a notte. Ma ripagato dall’aver creato una nuova possibilità, speriamo d’interesse, di scalare vie a più tiri sportive, su roccia da buona a ottima, in una zona, il monte Terminillo, che non è certamente famosa per la qualità della roccia.

di Pino Calandrella
Si ringrazia: Montura, Montura Store Roma

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