10 anni di nuove vie nel Gruppo del Monte Terminillo (Appennino). Di Pino Calandrella

Pino Calandrella riassume dieci anni di nuove vie di alpinismo invernale ed estivo nel Gruppo del Monte Terminillo (Appennino): Cima Vall’Organo, Lo Scoglio della Sassetelli, Avancorpo della Sassetelli, Punta Innominata, Il campanile e Monte Cambio (Monti Reatini).
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Pino Calandrella in apertura sullo Scoglio della Sassetelli, Appennino Centrale
archivio Pino Calandrella

Qualche settimana fa aprendo la via Panta Rei, nel gruppo del Terminillo, la "mia" montagna di casa, mi sono reso conto che dalla mia prima via aperta in questo angolo di Appennino sono trascorsi esattamente dieci anni. Sì, sembra un sacco di tempo, ma non lo è, dieci anni volati via con una rapidità incredibile, rincorrendo le stagioni, buone, pessime, ottime, insomma dieci anni di nuove vie al Terminillo!

Dopo aver aperto la via Panta Rei il 6 febbraio 2022 con Emiliano Palla, tanti amici mi hanno chiesto quante sono realmente le vie che ho avuto il piacere di aprire nel gruppo del Terminillo. Beh fino a ieri ho sempre risposto "non lo so, non le ho mai contate", ma poi cercando di dare una risposta alle curiosità altrui, ma anche alla mia ovviamente, mi sono messo lì a contare. Non certo per tirare le somme, perché spero non sia ancora arrivato il momento, ma per cogliere l’occasione per dare un ordine logico e descrittivo dei diversi settori, che sicuramente in maniera più approfondita potranno entrare a far parte degli aggiornamenti delle attuali guide alpinistiche del territorio.

La riflessione su ciò che è stato, ma che sento ancora molto vivo nei miei ricordi, mi ha portato a ragionare sulla seconda domanda che molto spesso mi viene rivolta quando mi si chiedono informazioni sulle mie vie e cioè: "Ma dove si trova quella parete? …e l’altra?". E quindi mi è sembrato giusto e utile descrivere in chiave sintetica queste vie e le pareti che le ospitano, cercando di regalare una visione d’insieme del gruppo montuoso e aprire, per gli amanti della zona, nuovi spazi di gioco diversi dall’iper-gettonato versante est del massiccio centrale.

Il gruppo del Monte Terminillo, per morfologia e posizione geografica, risulta essere una delle mete più frequentate del centro Italia per la pratica dell’alpinismo invernale, che storicamente si praticava, e in prevalenza si pratica tutt’ora, sui versanti est e nord della vetta principale. Ma il gruppo del Monte Terminillo è anche tanto altro, altre pareti, altri versanti, esposizioni diverse, il tutto a formare un "parco giochi" alpinistico di notevole interesse, bisogna solo avere voglia di fare qualche centinaio di metri di dislivello in più e si sarà ripagati da isolamento, bellezza ambientale e il piacere di un alpinismo di ricerca che purtroppo piano piano sta svanendo.

Cima Vall’Organo
La cima Vall’Organo (quota 2090m), è un’emergenza rocciosa posta all’estremità NO della cresta Sassetelli che sovrasta ad E la Valle Prato de’ Sassi e che esprime a NO un’interessante parete rocciosa, che domina la Vall’Organo appunto, sito in cui si sviluppano le piste degli impianti da sci alpino di Campostella (Leonessa).

La parete di Cima Vall’Organo mi ha attratto per lungo tempo, con quel "solco" proprio al centro della parete. La studiai ripetutamente negli anni, in estate ma poi anche in inverno, fin quando il 28 gennaio 2012, in un’invernata sino ad allora magrissima di neve, ma con un ghiaccio vetrato molto impegnativo, mi convinsi a provare e con Marco Chiaretti andammo. Fu lotta con l’alpe, per via delle condizioni difficili di quell’anno, ma anche una gran bella esperienza. Questa linea, l’unica a salire al centro, sino alla sommità, rappresentò la prima salita della parete e non potei che chiamarla Valeria (linea 1, Pino Calandrella e Marco Chiaretti; Svil. 215m, diff. TD-), dedicandola quindi a mia moglie. È proprio su questa parete che dieci anni dopo è nata la via Panta rei (linea 2, Pino Calandrella e Emiliano Palla; Svil. 200 m, diff. D+/TD-, 70/80°, pass. 85°). Il 05/03/2022, in un giro di "perlustrazione" ho salito in solitaria la non difficile linea 3.

Lo Scoglio della Sassetelli
Successivamente la mia attenzione si orientò sullo Scoglio della Sassetelli, espressione rocciosa a NE della Cima Sassetelli (2139m), la quale si affaccia sul bosco della Vallonina, nel versante leonessano del Terminillo, mostrando la sua bella e verticale parete rocciosa, ancorata circa a metà della cresta Sassetelli. A quanto sembra questa parete risultava essere uno degli ultimi problemi della zona, feci qualche sopralluogo di studio e il 17/03/2012, con Ferruccio Modesti, realizzammo la prima salita della parete, la via CalandrEsti (linea 4, Svil. 160m, diff. TD, 60/70°, passi a 80/85°). Questa bella parete negli anni mi ha dato l’opportunità, insieme a diversi amici, di effettuare diverse nuove salite, definendo con il tempo un settore del gruppo di particolare interesse. E così negli anni sono nate la via Valessia il 02/04/2015 (linea 5, Pino Calandrella, Stefano Cascavilla, svil. 160, diff. D+), la via Verdura allo Scoglio il 25/03/2016 (linea 6, Pino Calandrella e Marco Chiaretti, svil. 160m, diff. D), la via Goulotte Nascosta l’11/02/2018 (linea 7, Pino Calandrella e Fabio D’Adamo, svil. 200m, diff. D+) e la via Resilience il 20/02/2021, una bella linea che solca tutto il versante E sino al vertice della parete e che dedicai a mio padre (linea 8, Pino Calandrella, Giulio Longhi e Vlad Almasan, svil. 170m, diff. TD). Ma anche una via di roccia aperta subito dopo il lockdown, la via Covid line il 07/06/2020 (linea 11, Pino Calandrella, Giulio Longhi ed Emiliano Palla; svil. 170m, diff. TD+, VII). Quest’ultima via è stata ripetuta per la prima volta il 30/08/2021 dalla cordata Matteo della Bordella, Pino Calandrella. La parete ospita anche una via di Cristiano Iurisci e Stefano Supplizi (Maledette Malelingue, linea 9) e un’impegnativa via di Daniele Nardi con Luca Gasparini e Luca Mussapi (linea 10), completamento di un tentativo del 2016 (Pino Calandrella e Marco Chiaretti). Qualche anno fa, al fine di favorire la frequentazione della parete, ho attrezzato la parete con una linea di calata in doppia sulla via Valessia.

Avancorpo della Sassetelli

Successivamente l’occhio si orientò su una formazione rocciosa più articolata che si staglia fra la Valle della Meta e la valle Prato de’ Sassi, affacciandosi sull’abitato di Fontenova, e per la quale, non esistendo un toponimo, proposi il nome di Avancorpo della Sassetelli. Qui nacquero la via Diagonale Dell'avancorpo il 27/04/2013 (linea 12; Pino Calandrella, Francesco Chiaretti, Cristina Zelli e Marco Chiaretti; svil.130, diff.D), la via Della Liberazione 25/04/2013 (linea 13; Pino Calandrella, Francesco Chiaretti, Cristina Zelli e Stefano Cascavilla; svil. 280m, diff. D-), la quale fu salita anche in versione estiva il 17/06/2017 (Pino Calandrella, Stefano Cascavilla e Fabio D’Adamo; svil. 280m, diff. AD+) e la via Traverso sull’Avancorpo 19/04/2015 (linea 14; Pino Calandrella, Marco Chiaretti; Svil. 200m, diff. AD-). Sulla parete è presente anche un’altra via di Luca Gasparini e compagno (linea 15).

Monte Cambio (Monti Reatini)
La ricerca di nuove pareti da scalare mi portò a indagare un’area non ancora frequentata, nella zona di Monte Cambio (Monti Reatini), precisamente sulla parete est della Sella Jacci (Cima Pozza dei Cavalli 1985m), fra Monte Jacci e il Monte Cambio (2081m). Un settore molto suggestivo e appartato, che richiese due tentativi per essere raggiunto e che chiamai appunto il "Tesoro nascosto". Lungo i canali più o meno marcati del settore, nacquero la Via Del Tesoro Nascosto il 15/3/2014 (linea 16; Pino Calandrella, Marco Chiaretti; svil. 260m, disl. tot. 950m, diff. D) e la via Dello Scrigno il 13/03/2015 (linea 17; Pino Calandrella, Maurizio Scarola; svil. 260m, disl. tot. 950m, diff. D-). Lo stesso anno, con vari amici salimmo anche il canale non difficile della linea 18.

Punta Innominata

Nelle estreme propaggini N del gruppo del Terminillo, fra la valle Prato de’ Sassi e quella della Vall’Organo, orientata a NE su Fontenova, si annida una piccola, ma interessantissima valle, contornata dai contrafforti rocciosi della cresta della Vall’Organo e dominata da una bella parete, che ha assunto da qualche anno il nome di Punta Innominata (2010m).

Le danze su questa parete vengono aperte nel 2011 con una via di Cristiano Iurisci e Rino Iubatti, che aprono la Diretta all’Innominata (linea 19). Dopo aver fatto la prima ripetizione, il 21/04/2013 aprimmo la non difficile via 3C, che proprio quest’anno (2022) ha avuto diverse ripetizioni, meritando di divenire una classica di media-bassa difficoltà (linea 20; Pino Calandrella, Francesco Chiaretti e Marco Chiaretti; svil. 260m, disl. tot. 700m, diff. AD-). La ricerca di una linea di salita più diretta alla vetta, di questa interessante parete, mi portò a valutare una colata di alpin ice piuttosto tecnica ed impegnativa, il cui studio si concretizzò il 12/03/2017 nell’apertura dell’impegnativa via Ginevra, che dedicai a mia figlia (linea 21; Pino Calandrella, Stefano Cascavilla e Fabio D’Adamo; svil. 200m, disl. tot. 700m, diff. TD+). In uno dei sopralluoghi per l’apertura della via Ginevra, notai una piccola colata di ghiaccio nel lato sinistro della parete, faccia a monte, e così nacque il 26/02/2017 la via L’anno che verrà (linea 22; Pino Calandrella e Andrea Battisti; svil. 200m, disl. tot. 650m, diff. AD+).

La roccia non bellissima, tipica del Terminillo, in un settore dei contrafforti rocciosi della valle, sotto la cresta della Vall’Organo, fa una piccola eccezione e lascia spazio ad un paio di fasce rocciose di ottimo calcare. Scoperta questa piccola particolarità nacque il 13/08/2012, in ricordo di un’amica, la via Ghita (linea 23; Pino Calandrella Francesco Chiaretti; svil. 75m, diff. V). E ancora il 05/10/2012, nacque la via Santiago di Campostella (linea 24; Pino Calandrella e Stefano Cascavilla; svil. 75m, diff. V).

Il 23/05/2020, dopo gli studi fotografici nell’inattività del lockdown, c’era voglia di scalare e di togliersi dalla testa una situazione nuova, inaspettata e decisamente preoccupante e così nella ricorrenza dell’eccidio per mano della mafia del Magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, nacque la via Spigolo Giovanni Falcone (linea 25; Pino Calandrella, Daniele Camponeschi e Alessandro Sciucchi; svil. 100m, 3L, diff. V+). Una via chiaramente di spigolo, su roccia discreta, a completare il piccolo settore di vie di roccia della valle, le quali possono essere salite tutte e tre in giornata, sfruttando il rapido ritorno alla base attraverso il facile canale che delimita lo spigolo sul lato destro.

Il Campanile
Il Campanile è una piccola guglia di 100m circa, che si erge a custode del versante Nord del Terminillo, nella Valle della Meta. Dopo il sisma che ha colpito l’Appennino centrale nel 2016, è stato difficile tornare a fare attività in montagna, il senso di inadeguatezza di fronte alle necessità di amici, parenti e conterranei dei comuni vicini, segnati per sempre da questa immane tragedia, sembrava giustamente allontanare dalla "futilità" dell’alpinismo, ma purtroppo la storia non si può cambiare.
Nel riprendere l’attività in una corsa solitaria in montagna mi imbattei nel Campanile appunto e con una triste associazione mentale il mio pensiero andò al Campanile di Accumoli (RI), che il 24 agosto 2016 aveva spazzato via un'intera giovane famiglia. Un evento questo, dolorosamente rappresentativo della tragedia che si era abbattuta, e si abbatterà successivamente, sul nostro caro Appennino centrale. Quel giorno non potei farne a meno, lo salii fino in vetta per una linea esposta, ma non difficile. Mi ripromisi di tornare per aprire una via di roccia e così fu. Ci tornai il 2 giugno 2017, con Fabio D’Adamo, con il quale aprimmo una logica, anche se breve, via di salita, su roccia discreta in basso e un po’ più delicata nella parte alta, e che oggi vanta diverse ripetizioni. La chiamammo via Diretta al Campanile (linea 26; Pino Calandrella e Fabio D’Adamo; svil. 95m, 2L, diff. V+) e la dedicammo agli amici e conterranei per i quali, nell’orribile 2016, i "Campanili" rappresentarono nel dolore, la storia dell'Appennino Centrale.

In fine, oltre alle linee di salita sin qui descritte, su diverse pareti del gruppo ho avuto modo di salire per la prima volta, quasi sempre in solitaria, diverse altre linee di varia difficoltà, che se pur sempre di soddisfazione, risparmio in questa carrellata per ovvie ragione di spazio.

Le mie attività alpinistiche in questo angolo di Appennino, intervallate a ripetizioni e vie nuove su altre montagne e qualche spedizione extraeuropea (Argentina, Perù, Pakistan), sono il frutto della ricerca di spazi di gioco casalinghi, che anche se non orientati verso pareti blasonate, hanno donato importanti esperienze di avventura e amicizia, mostrando in me, e negli amici che mi hanno accompagnato, quelle che sono le ricchezze dell’alpinismo.

Un ringraziamento particolare va alle montagne di casa, per l’avventura a chilometro zero che mi consentono e agli amici che, fidandosi, hanno deciso di seguirmi in queste avventure in montagna, senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.

di Pino Calandrella

Si ringrazia Montura e Montura Sote Roma

Info: FB Pino CalandrellaIG Pino Calandrella


Note: Pino Calandrella vive a Leonessa (RI), è Istruttore Nazionale di Alpinismo e Direttore della Scuola di Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata Libera “Franco Alletto” del CAI di Roma, nonché operatore del Soccorso Alpino. Pratica la montagna in tutte le sue forme e discipline, come per molti, in una sorta di scelta di vita. Apritore di decine di Itinerari alpinistici invernali ed estivi, ha diverse spedizioni extraeuropee alle spalle (Argentina, Perù e Pakistan), in alcune delle quali è stato anche Capo Spedizione, come nell’ultima del 2014 nel Karakorum, dove con i suoi compagni di cordata ha effettuato la prima salita ad una vetta, nella valle dell’Homboro, successivamente battezzata Leonessa Peak.



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