Arrampicata e libertà: Wafaa Amer racconta la sua storia al Trento Film Festival
"Da piccola ero un maschiaccio" ha raccontato Wafaa Amer ricordando la sua infanzia in Egitto, "ma quello che ho imparato da bambina era essere ubbidiente, come fare il pane, come diventare una 'brava donna'." Invece il primo impatto con la palestra d'arrampicata in Italia ha messo in discussione ciò che aveva imparato fino a quel momento: "La prima cosa che ho pensato è stata: caspita, qua le donne veramente possono fare le cose che fanno gli uomini".
Nell'ambiente sportivo Wafaa ha trovato persone che l'hanno supportata fin dall'inizio, a partire dal suo allenatore che ha immediatamente notato il suo talento, e i tanti amici con cui ha condiviso gli allenamenti e il tempo libero.
Da quel momento Wafaa ha cominciato ad allenarsi sempre di più, a competere nelle gare, a diventare sempre più forte, nonostante suo padre facesse fatica ad accettare il suo stile di vita. Poi ha scoperto anche l'arrampicata su roccia, di cui si è innamorata ottenendo grandi risultati, ed è stata poi sponsorizzata da Petzl e La Sportiva.
Alla fine del trekking, la giovane climber egiziana ha ricordato le difficoltà passate, ma si è dichiarata felice del suo percorso: "Alla fine le cose vanno bene, perché sto facendo veramente quello che mi piace, quindi non mi importa di fare quello che impone una cultura o una religione. Io faccio quello che voglio perché la vita appartiene a me. Questo è quello che ho imparato con l'arrampicata."
Al Trento Film Festival altre storie di grandi arrampicatrici:
Climbing Iran, di Francesca Borghetti
My Upside Down World, di Elena Goatelli
Never Give Up Laura Rogora, di Pietro Bagnara
Qui il programma cinema completo con orari e sale, e qui l'altro trekking con Silvia Loreggian organizzato da Donne di montagna.
di Eleonora Forti
Info: trentofestival.it, Facebook TFF, Youtube TFF