Arrampicare nel Wadi Rum

Al confine tra la Giordania e l' Arabia Saudita, il deserto del Wadi Rum, per vivere l'arrampicata da mille e una notte...
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Arrampicare nel Wadi Rum - Sundown
Bellin & Cozzini collection
A fine novembre le Guide Alpine Gianluca Bellin e Andrea Cozzini si sono avventurati nel Wadi Rum, al confine tra la Giordania e l'Arabia Saudita, per vivere "l'arrampicata da mille e una notte". Tra ripetizione di alcune classiche sulla roccia sabbiosa del deserto, i due sono anche riusciti a salire una linea nuova, L'alba di Fabio VII/VII+ AO al Jebel Gharbia.

A sentire loro è stato un'esperienza unica e una più che valida alternativa alle solite mete. Ecco i loro consigli "per chi desiderasse intraprendere un viaggio in un nuovo posto, senza doversi preoccupare delle previsioni meteo, dove si possa rimanere ad osservare le stelle sdraiati sulla sabbia fresca e svegliarsi con stupende pareti a pochi minuti dalla tenda, lontano da strade, macchine e caos..."


WADI RUM
a cura di Gianluca Bellin e Andrea Cozzini

In breve
I punti di forza di questo sito sono il clima caldo e stabile, la possibilità di un soggiorno a prezzi modici ed arrampicate da mille una notte, anche perché qui si scala in mezzo al deserto. Inoltre per rilassarsi dalle fatiche compiute c’è la città di Aqaba sul Mar Rosso, per soddisfare l’aspetto culturale il sito archeologico di Petra (da non perdere) e se siete ancora acciaccati un bel bagno con fanghi inclusi sulle rive del Mar Morto.

Istruzioni per l'uso
Questa landa isolata copre un’area piuttosto vasta, che va dal piccolo paesino di Rum fino al confine meridionale tra Giordania e Arabia Saudita. Il paesaggio che vi troverete di fronte non è il tipico "deserto" di dune sabbiose giallastre, ma un insieme di piccoli gruppi montuosi separati l’uno dall’altro da un mare di sabbia rossa, pietre e cespugli sofferenti che tentano di far fronte alla mancanza d’acqua.
Gli abitanti del luogo sono molto ospitali e gentili, un po’ perché vedono nei turisti una fonte di guadagno un po’ per curiosità. In ogni caso sono sempre pronti a dare informazioni e a offrirvi e una tazza di ottimo tè! Molti vivono in paese in piccole case di cemento e possiedono delle jeep, altri vivono di pastorizia e stanno in tende nel deserto spostandosi in cammello.

Quando andare
Essendo un luogo dal clima desertico non tutte le stagioni sono buone per una visita; ci sono forti escursioni termiche sia tra il giorno e la notte, che tra i diversi mesi dell’anno. L’autunno è forse il periodo più indicato, soprattutto se si ha intenzione di arrampicare. Settembre è un mese ancora molto caldo (la temperatura può ancora raggiungere i 40°C), mentre dalla metà di Ottobre, che coincide con l’inizio dell’inverno, le temperature diurne sono decisamente più accettabili e il clima è ideale fino alla fine di Novembre. L’unico inconveniente sta nel fatto che le giornate vanno man mano accorciandosi, e bisogna tenere presente di questo quando si ha intenzione di ripetere le vie più lunghe o quelle con i rientri più complicati. In particolare nella prime due settimane di Novembre il sole sorge verso le 7.00 e alle 16.30 è già scuro!
Quando non siete sicuri di rientrare alla base entro le 16.00, cercate di avere sempre con voi un frontalino e un accendino per eventuale bivacco, che vi assicuro non è una così remota possibilità vista la complessità di alcuni rientri, non solo dalle vie d’arrampicata! L’accendino, in particolare, vi sarà molto utile infatti pur essendo un deserto, qui nel Wadi Rum si trovano molti arbusti e piante più grandi come ginepri e non è raro trovare resti di precedenti falò di vecchi bivacchi.
Anche la primavera potrebbe essere una buona scelta perché le temperature più elevate si compensano con la possibilità di godere di più ore di luce.
Estate e inverno, invece, sono da scartare; la prima per ovvi motivi di caldo insopportabile, il secondo perchè non sono rare le giornate ventose e i temporali.

Come spostarsi
Per andare in Giordania basta il passaporto e un visto d’ingresso. Quest’ultimo può essere fatto senza problemi all’ aeroporto di Amman al costo di 10 JD. Il JD (Jordan Dinar) è la moneta locale e attualmente vale circa un euro. Non preoccupatevi se non siete riusciti a procurarvi Dinar, in aeroporto ci sono 2 o 3 uffici di cambio. Cambiate solo lo stretto necessario, il resto lo cambierete nelle banche dove il tasso è più conveniente e non si pagano commissioni.
Da Amman ci sono più possibilità per muoversi verso il Wadi Rum. La più economica forse è quella di appoggiarsi al servizio pubblico locale; informatevi negli Hotel per sapere gli orari e da dove partono i Bus, i quali però non arrivano diretti in Wadi Rum ma vanno a Petra o a Aqaba, gli unici veri resorts per i non arrampicatori! La scelta migliore se siete in un gruppetto di 4/5 persone è quella di prendere un taxi collettivo che vi porterà quando volete dove volete e a un costo accettabile visto che si divide! (Da Amman a Wadi Rum in 5 noi abbiamo speso circa 80 JD).
Una volta arrivati in Wadi Rum le strade asfaltate finiscono; se volete addentrarvi nel deserto, cosa assolutamente da fare sia per arrampicare che per godervi l’atmosfera, potete scegliere se farlo più rapidamente con una jeep o alla Lawrence d’Arabia con cammello. Spostandosi in jeep dal villaggio al Jebel Suweibit (la parete più a Sud) ci si impiega circa 1,20 h a un costo di 60 JD per farsi portare e venire a prendere, mentre per arrivare al più frequentato Barrah Canion ci vogliono 30 min. circa e più o meno 40 JD. In ogni caso, come per ogni acquisto che dovete fare, contrattate sempre perché i prezzi per i "turisti" sono sempre molto più alti di quelli per i beduini.
Quando siete nel paese di Rum potete accamparvi dove meglio credete con la tenda, fate attenzione che la moschea ogni mattina alle 4.40 circa vi farà sobbalzare se vi mettete troppo vicini al centro abitato. Qui ci sono solo due risoranti: uno è molto piccolo e sembra a "conduzione familiare", l’altro è la "Rest House" che ha anche una zona adibita a campeggio, dei bagni e delle docce. Il menù e unico, però si mangia bene ed è pulito, inoltre per qualche strano accordo, per i clienti del ristorante le docce sono gratis! All’interno della Rest House c’è anche un libro su cui sono annotate tutte le nuove vie.

L’arrampicata
La regione del Wadi Rum comprende un’area di circa 350 Kmq, all’interno dei quali c’è un unico centro abitato al quale si fa riferimento anche per l’approvvigionamento di viveri e acqua.
Il massiccio più imponente è quello del Jebel Rum, la cui parete Est sta proprio di fronte al villaggio, che è composto da diversi pilastri sui quali ci sono alcune tra le più belle vie di tutta la zona. Anche il Jebel Khazali impressiona per le sue dimensioni, poi ci sono una miriade di cime più o meno grandi tutte vicine tra loro ma nettamente divise da lingue di deserto. Non si arriva mai a quote elevate, tra i 1200 e i 1700 m circa partendo dalla quota del deserto che si aggira intorno i 1000m circa, quindi potete capire che le vie d’arrampicata raggiungono al massimo i 600m ma perlopiù variano tra i 150 e i 400m.

Non prendetele però sottogamba, l’arrampicata che vi si presenterà è un po’ diversa rispetto a quella in Dolomiti… Prima di tutto è fondamentale familiarizzare con questa particolare roccia che a volte definirla roccia è un po’ utopistico! Queste montagne sono composte da un’anima di roccia ignea, a predominanza di basalto e granito ma ricoperte di "sandstone" con quarzo e conglomerati.

A volte la roccia è bellissima e molto compatta, mentre altre volte si è costretti a muoversi su della sabbia dura, bianca e polverosa che tra l’altro rende impossibile proteggersi! Il paesaggio è stupendo, lunare e tutte le belle forme sono state plasmate dal vento; si può arrampicare con estrema fantasia, ma bisogna stare molto attenti a quello che si stringe tra le dita perché a volte potrebbe letteralmente sbriciolarsi anche se la forza nelle mani non è da 8c!

Veniamo dunque al sodo: su queste pareti sono ormai state aperte dai primi anni ’80 quasi tutte le linee logiche che seguono in gran parte le belle fessure, i camini e le placche più lavorate. I principali pionieri della zona sono stati l’inglese Howard (l’autore dell’unica guida in commercio), Colonna e i fratelli Remi. Avendo scelto le linee più logiche le difficoltà non sono estreme ma in compenso troverete poco o niente in situ. La maggior parte delle vie va dal IV grado UIAA, al VII o 6b, ma si possono trovare tiri più duri e anche in artificiale.

Per una ripetizione bisogna avere almeno una serie di friends (noi abbiamo usato più volte anche il 4.5), un buon assortimento di stopper, qualche chiodo (anche corto), cordini in kevlar e molte fettucce per le numerose clessidre, alcuni rinvii lunghi e moschettoni sciolti. Gli spit vanno bene solo in alcune pareti dove la roccia è veramente buona, per il resto non vale la pena portare trapano e tasselli perché dopo averli piantati potete estrarli con le mani! Assolutamente inutile il piantaspit a mano!

Per quanto riguarda l’abbigliamento, invece, non sottovalutate le temperature notturne: all’aeroporto di Amman mi guardavano strano quando indossavo un piccolo piumino, ma è forse il capo che ho usato di più calcolando le sere e le mattinate fresche!

Se volete ripetere una via vi consiglio di trovarne una che sia descritta come bella, con buoni punti di sosta, buone protezioni e magari con rientro in doppia. Non illudetevi che la descrizione sulla guida di Howard sia dettagliata, gli schizzi sono approssimativi, non ci sono foto e manca la lunghezza dei tiri… purtroppo però non avete scelta: è l’unica guida disponibile! Buone protezioni non significa che troverete chiodi o altro, ma che c’è la possibilità di posizionare ottimi friends, dadi e clessidre. Infine Il fatto di poter scendere in doppia dalla via è importante non tanto per la discesa, ma è garanzia di trovare buone soste.

Altra accortezza è quella di studiarsi i rientri quando questi sono lunghi e complicati; la sommità di molte cime è composta da innumerevoli dossi (domes), canyon e vicoli ciechi che formano dei veri e propri labirinti! E’ qui che passano dei bellissimi percorsi, le "Beduin’s Routes", percorse chissà da quanto tempo dai cacciatori beduini. Se volete passare una giornata diversa per scaricare lo stress accumulato da giorni di arrampicata, una buona idea è proprio quella di percorrere una di queste vie, magari accompagnati da una guida locale che conosce bene i posti.

 
Le vie consigliate
Tra le mille vie ci sentiamo di consigliare queste classiche:

Wisdom Pillar - Wadi Rum
Apritori: W. Colonna, A. Howard, D. Taylor
Lunghezza: 350m
Tiri: 15
Difficoltà: VI, 1 tiro 6a (6a AO)
Materiale: Friends, una serie di dadi, molte fettucce
Discesa: in doppia seguendo più o meno la via
Tempo: 5 h

Rum Doodle Pillar - Wadi Rum
Apritori: W. Colonna, A. Howard
Lunghezza: 250m
Tiri: 10
Difficoltà: V
Materiale: Friends, una serie di dadi, molte fettucce
Discesa: in doppia seguendo più o meno la via
Tempo: 3.5 h

The Haj - Wadi Rum
Apritori: W. Colonna, M. Shaw, D. Taylor
Lunghezza: 300m
Tiri: 12
Difficoltà: V+
Materiale: Friends, una serie di dadi, molte fettucce
Discesa: seguire i segnavia dal versante opposto
Tempo: 4/5 h
 
Merlin's Wand - Wadi Rum
Apritori: W. Colonna, D. Taylor
Lunghezza: 150m
Tiri: 5
Difficoltà: VII
Materiale: Friends, una serie di dadi, molte fettucce
Discesa: in doppia lungo la via
Tempo: 2/3 h

L'Alba di Fabio - Wadi Rum
Apritori: G. Bellin, A. Cozzini
Lunghezza: 350m
Tiri: 10
Difficoltà: VII/VII+ AO
Materiale: Friends fino a 4.5, dadi, molte fettucce
Discesa: seguire i segnavia dal versante opposto
Tempo: 5 h
Dedicato al amico scomparso Fabio.

Ringraziamo gli sponsor: Fizan (bastoni telescopici) Elettrofrigor (di Castelfranco Veneto) Marsupio (Zaini) Kinobi (Austrialpin- Trango), Dolomite, Scarpa, Montura.

Per altri info contattate gli autori pr email su wall@libero.it oppure andrea.cozzini@katamail.com
Note:
Links Planetmountain
Relazione L'Alba di Fabio
News Gianluca Bellin
Links www
www.montura.it



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