Åland: Niccolò Ceria alla scoperta dei boulder in Finlandia
Aland non è di certo il posto più conosciuto nell'ambito della scalata, così come varie destinazioni boulder nel Nord Europa. Grazie a racconti e opinioni di persone che conoscevo, sapevo che non solo l'ambiente mi avrebbe stupito, ma anche parecchi blocchi avevano qualitativamente un buon potenziale. La zona di scalata è situata nella parte settentrionale dell'arcipelago, così come il nostro campeggio che era l'ultima costruzione artificiale prima dei massi.
Arrivammo dopo un lungo viaggio di 15 ore e le sensazioni appena scesi dalla macchina furono subito positive. Il campeggio era deserto, così come tutto attorno. Era situato su una collina, che dava la visibilità sul alcune isole, baie e foreste; non c'era alcun disturbo, se non il rumore dei gabbiani. Il posto sembrò subito paradisiaco, più di quello che ci aspettavamo. Il mattino dopo fummo impazienti di giungere ai settori e, se pur l'avvicinamento è lungo, non risulta sgradevole visto le strade in piano e i boschi tipici della zona.
L'area è suddivisa in tre settori principali, tutti selvaggi, immersi nella natura, nel verde, nell'aria fredda e nella luce speciale di questi posti, che sembra sempre uguale sia alle 12 che alle 19. I blocchi, oltre ad essere in questo contesto straordinario, sembravano particolari e molto fisici, con roccia di una qualità medio alta in tutti i settori. Pur essendo granito, lo stile è diverso rispetto a quello a cui sono abituato, grazie alle forme e alle prese che molti tetti e strapiombi offrivano. E' bello cambiare stile ed è motivante provare linee che trovi raramente da altre parti, infatti alcuni passaggi mi stupirono notevolmente.
Uno su tutti è sicuramente "Living the dream" di Nalle Hukkataival, un tetto triangolare, alto ed impressionante; fui subito attratto e motivato dalla sua imponenza, dalla sua purezza e dalla sua complessità presente nei singoli movimenti, ma anche nella linea generale, dato che si sviluppa in compressione sui lati del triangolo. Dopo due giorni riuscii a salirlo, raggiungendo l'obbiettivo principale del viaggio.
Mi sarebbe anche piaciuto trovare una linea che mi ispirasse ancora da pulire, aprire una nuova linea che fosse bella nel gesto, nell'aspetto e nella forma. Spazzolare e provare una linea che prima era sotto il muschio è sempre stimolante per diversi fattori, sia per il valore aggiuntivo che dai all'area ma soprattutto per una legame più personale con il blocco, dato che si ha la possibilità di realizzare ciò che prima era solo nella tua immaginazione.
A Kasviken, il settore più frequentato, mi è capitato di vedere una facciata di un masso enorme, che pareva molto duro, ma forse possibile. Era perfetto per me: partenza in piedi, sviluppo notevole e stile di scalata completamente identico a quello che amo, ovvero grande compressioni su piatti buoni e movimenti dinamici. Una volta spazzolato e messo la magnesite sulle prese, capii che probabilmente sarebbe stato possibile per le mie misure. Fortunatamente riuscii a salirlo e ha completarlo prima dei giorni piovosi e fu sicuramente il momento più simbolico di questa esperienza, grazie alla realizzazione di ciò che prima avevo solo nella mente. Nacque così "Nitro", una nuova linea morfologica e fisica la cui difficoltà dipende certamente dall'altezza.
Durante i 10 giorni scoprimmo che anche diversi passaggi con una difficoltà media hanno una qualità davvero buona, sia nei movimenti e sia nella roccia. Rudy e Riccardo, i due compagni di viaggio, riuscirono a salire tutto ciò che avrebbero voluto, rimanendo come me soddisfatti da parecchie caratteristiche che Aland può offrire; scoprendo che se pur rimane sconosciuta regala posti unici.
di Niccolò Ceria
INFO
Da Stoccolma prendere il traghetto per le isole Åland e raggiungere Soltuna, dove abbiamo alloggiato. E' perfetto per la vicinanza ai blocchi e anche uno dei più "economici". Il bar del campeggio vende la guida, con tutte le foto dettagliate dei passaggi. Per maggiori informazioni visitate 27crags.com/areas/aland e www.soltuna.ax
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