Agrodolce, nuova via d'arrampicata sul Castello di Vallesinella, Dolomiti di Brenta

Sul Castello di Vallesinella, Dolomiti di Brenta Giorgio Pirovano e Nicola Castagna insieme a Sara Ongari hanno aperto Agrodolce, una nuova via d'arrampicata di 6 tiri totalmente indipendente aperta a comando alternato e in stile trad con spit alle soste e difficoltà fino al VII grado.
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Agrodolce, Castello di Vallesinella, Dolomiti di Brenta: Giorgio Pirovano in apertura su L5
Nicola Castagna

Era luglio dell’anno scorso quando in una delle nostra solite uscite in falesia il mio amico e compagno Nicola mi propone di andare a mettere il naso su una linea che aveva adocchiato già tempo prima sul Castello di Vallesinella. Accetto di buon grado la proposta. Così il 13 luglio siamo nel parcheggio della cabinovia Grostè a preparare il materiale, insieme a Sara Ongari che ci accompagnerà in questa avventura, nuova per entrambi. Siamo infatti alla prima esperienza di apertura in Dolomiti: l’idea è quella di scalare a vista e in stile trad, lasciando in parete meno materiale possibile. L’unica condizione che pongo è quella di usare spit alle soste.

I nostri sentimenti oscillano tra gioia e tristezza, in quanto nella notte due ragazzi che entrambi conosciamo bene hanno avuto un gravissimo incidente: da qui il nome “Agrodolce”. Arrivati sotto la parete iniziamo a studiare bene la linea: siamo un po’ titubanti su dove passare, specialmente dal terzo tiro in poi. Ma superate velocemente le prime due lunghezze, e complice la qualità della roccia davvero ottima, Nicola scova la linea perfetta e porta a termine il tiro più duro della via. Passo in testa io e purtroppo, aperto un altro breve tiro, dobbiamo calarci; il lavoro chiama e “Noc" è già in ritardo. Non lasciamo corde fisse, vogliamo scalare di nuovo i tiri per farci un’idea più chiara dei gradi.

Entrambi non abbiamo assolutamente voglia di lasciare questo conto in sospeso, e quindi il 18 luglio siamo di nuovo in parete. Saliamo velocemente le 4 lunghezze aperte il 13 trovandoci sotto ad un diedro molto invitante: il preludio di quelle che saranno altri due tiri davvero super. E’ di nuovo il mio turno, salgo il diedro per poi superare un tratto strapiombante che mi porta fuori dalle difficoltà. Tocca al mio socio l’ultima lunghezza che ci porta in vetta, felicissimi di essere riusciti a scalare la via a vista e di aver usato solamente un paio di chiodi di progressione.

Mentre facciamo le doppie decidiamo di incastrare un paio di nut per facilitare l’orientamento, e già iniziamo il “dibattito” sui gradi: lui che stringe un po’ troppo e io di manica larga. Ma in conclusione decidiamo che la virtù sta nel mezzo e troviamo dunque quello che secondo noi è il giusto compromesso.

Ci hanno fatto molto piacere i commenti dei primi ripetitori e ci auspichiamo che i futuri arrampicatori che decideranno di salire la nostra via possano provare almeno in parte le stesse emozioni che ha regalato a noi.

di Giorgio Pirovano

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