Il Vallone di Sea nuovamente in pericolo
Nel 2016 il mondo alpinistico torinese e non solo si era fermamente opposto alla costruzione di una strada pastorale nel bellissimo e ancora selvaggio Vallone di Sea, ultima propaggine della Val Grande di Lanzo (Alpi Graie, in provincia di Torino), un luogo custode di specie arboree protette, ricco di fascino e storia che stava per essere deturpato da un’opera inutile.
L’inutilità era stata dimostrata dalla scarsa fruibilità annuale (dal punto di vista della pastorizia) del luogo, dalla superficie irrisoria di pascolo disponibile, dai rischi idrogeologici e valanghivi a cui la strada sarebbe stata sottoposta. Per di più il ritorno a lungo termine sull’economia della valle era pressoché pari a zero, a fronte invece del grande tributo ambientale che il vallone avrebbe dovuto subire.
All’epoca si volle dimostrare che invece le bellezze naturali andavano promosse e che la gente sarebbe arrivata. Il primo Raduno Val Grande in Verticale aveva avuto anche quell’intento e a lungo termine, questo sì, è stata una scommessa vinta: dopo l’imponente opera di rivalorizzazione degli itinerari di arrampicata Sea non è più il luogo sconosciuto che era un tempo, non è più la “grande occasione persa”. E ciò si riflette in modo benefico sulla valle.
Ma ora incredibilmente Sea è di nuovo in pericolo. Il Comune di Groscavallo, con capofila l’Unione Montana Alpi Graie, ci sta riprovando. Cercando di far passare la cosa in sordina ha fatto approvare un nuovo progetto per costruire l’ennesima inutile strada larga ben 2,5m fino all’Alpeggio di Balma Massiet che non è interessato da nessun progetto di riqualificazione ed è abbandonato, nonché soggetto a problematiche varie.
Appena la notizia è stata di dominio pubblico nuovamente le voci di dissenso si sono levate per contrastare l’imminente pericolo dell’inizio degli scavi. Le motivazioni di nuovo non sono ideologiche, politiche e tantomeno personali nei confronti dell’amministrazione comunale ma sono per assurdo suffragate dal progetto stesso che parla di gravi rischi idrogeologici e di conoidi valanghivi che incombono sul tracciato e dal fatto che la zona è paesaggisticamente vincolata.
Per di più la zona di pascolo non si è di certo moltiplicata rispetto a qualche anno fa. I recenti episodi alluvionali hanno danneggiato l’attuale stradina che porta alla prese dell’acquedotto non facendo altro che avvalorare la convinzione che la manutenzione del nuovo tracciato non potrebbe che essere assai onerosa per la collettività o la strada sarebbe, ancor peggio, presto abbandonata al suo destino, lasciando solo una profonda ferita nella montagna.
L’amministrazione comunale, pressata dalle voci di dissenso, ha anche emesso un comunicato cercando di far passare la strada come un’alternativa al sentiero attuale che passa sulla sponda opposta della Stura di Sea e che era stato danneggiato (e subito ripristinato) da un movimento franoso staccatosi da una parete soprastante. Il bypass a questo tratto potrebbe essere realizzato senza bisogno di realizzare una carrozzabile larga 2,5m ma di fatto nessuna proposta in tal senso è stata mai davvero studiata. Assai singolare anche l’affermazione che il nuovo tracciato servirebbe al transito dei disabili, singolare perché il progetto non risolve in alcun modo il guado della Stura, continuando a prevederlo senza la costruzione di un ponte. L’amministrazione comunale non ha quindi chiarito come un disabile potrebbe guadare un torrente interessato dall’acqua di fusione dei ghiacciai che scendono dalla Cjamarella. Un tentativo raffazzonato per rendere presentabile un’opera senza alcun senso.
Per approfondimenti leggete qui: www.vallidilanzoinverticale.it
Qui trovate il progetto: www.vallidilanzoinverticale.it
Per tali motivi ATA Associazione Tutela Ambiente Ciriè Associazione APS con il Gruppo Valli di Lanzo in Verticale hanno lanciato la petizione contro la strada nel Vallone de Sea. Per firmare, clicca qui: www.change.org/p/firma-anche-tu-contro-la-strada-nel-vallone-di-sea