Vallone di Sea... restyling particolare delle vie di Giancarlo Grassi

Il racconto del restyling, ovvero la richiodatura in ottica moderna, di due vie d'arrampicata in Vallone di Sea di Giancarlo Grassi: Luna Calante e Riflesso di te stesso, e l'apertura della nuova via Fettuccia Nera (TD+/ED-, 150m). Di Maurizio Oviglia, Luca Enrico e Matteo Enrico.
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Riflesso di Te stesso, Specchio di Iside, Vallone de Sea
archivio Maurizio Oviglia

È sempre difficile mettere mano a delle vie aperte da grandi apritori del passato. Generalmente, la miglior cosa da fare, sicuri di non sbagliare, è lasciarle così come sono. Tuttavia quando si parla di apritori molto prolifici, potremmo dire quasi bulimici, capaci di chiodare ogni cm di roccia disponibile in pochi anni… qualche volta il discorso si complica. E’ il caso di Giancarlo Grassi, che nel giro di poche stagioni ha saturato di vie le due maggiori strutture del Vallone di Sea, in provincia di Torino, di cui si era profondamente innamorato. E lo ha fatto alla maniera di quegli anni, con uno stile che, con gli occhi di oggi, definiremmo "discutibile". Però non dobbiamo incorrere in errori di prospettiva, le cose vanno valutate con il metro di quegli anni e non di oggi! Alla fine degli anni ottanta, epoca a cui risalgono quelle vie, l’arrampicata sportiva si stava affermando in modo prorompente, sia in falesia che in montagna. In quel periodo, addirittura, chi usava lo spit era considerato un progressista, mentre oggi è quasi il contrario! E mentre Michel Piola rimaneva convinto che bisognasse chiodare sempre e comunque dal basso, ed usare lo spit solo sulle placche, altri apritori utilizzavano uno stile differente. È passata agli annali, a questo proposito, una domenica "nera" sulle rocce delle Aiguille du Peigne. Grassi, dal canto suo, sulle rocce di Sea (ma anche di Caprie) non si faceva molti problemi. Dal basso sino dove riusciva, poi terminava la via dall’alto, spesso utilizzando spit caserecci che oggi fanno rabbrividire. Alcune vie di Giancarlo, penso a Sogno di Sea, son nati capolavori, dunque secondo me dovrebbero non essere toccati. Ma altre hanno tratti molto interessanti che si alternano a collegamenti che oggi apparirebbero "brutti"… Che fare allora?

I fratelli Luca e Matteo Enrico, supportati nei loro sforzi dal CAAI, stanno portando allora avanti un particolare metodo di restyling di queste vie, utilizzando i tratti belli di queste e collegandoli con nuove varianti. Alla fine, il nome della via, rimarrà inalterato, cioè quello che aveva deciso Grassi. Anche questa operazione, come lo stile di apertura utilizzato dallo stesso Giancarlo, è certamente discutibile, dal momento che altera la via originaria (peraltro sempre percorribile, per chi desidera). Tuttavia è indubbio che il risultato finale porta a delle vie molto belle e permette agli itinerari originali di non essere dimenticati, come è avvenuto negli ultimi 30 anni. I fratelli Enrico hanno anche scelto a che tipologia di via riferirsi: potevano scegliere di lasciare la via completamente clean come di chiodarla interamente a spit. Hanno optato per una via di mezzo, cioè si sono ispirati alle vie di Manlio Motto o Michel Piola, usando lo spit solo dove lo ritenevano strettamente necessario. Peccato che Giancarlo non sia con noi a dire la sua ma, avendolo conosciuto, sono certo avrebbe apprezzato e sarebbe stato lì a lavorare con loro!

In questi giorni ho ripetuto due di queste vie restaurate, Riflesso di Te Stesso e Luna Calante. Chi segue i forum sa che spesso mi sono scontrato duramente con i due fratelli sugli indirizzi da prendere in Valle dell’Orco in tema di chiodatura. Però, essendo obiettivi, ho dovuto riconoscere che stanno facendo un gran bel lavoro. Ci sarà sempre chi dice che magari qualche spit in meno si sarebbe potuto mettere, anche se certamente sono più numerosi quelli che ne avrebbero messi di più… Come ormai dico da tempo, nelle vie miste il giusto equilibrio rimane difficile da trovare. Sarà per questo che amo sempre di più il clean climbing!

Siamo dunque davanti alla nascita di una "nuova" Valle dell’Orco o una nuova Val di Mello? Un nuovo paradiso di granito?Può essere, ma per il momento più che dagli spit pensiamo a difenderci da altri pericoli… per cui leggete bene l’articolo che segue e firmate la petizione!

di Maurizio Oviglia



Quando si parla di Sea è difficile discernere tra l’asettica peculiarità ambientale di questo luogo e le sensazioni personali che invece evoca. Sea è uno di quei posti che possono solo essere amati o odiati. L’ambiente di Sea ha sempre avuto un forte potere evocativo ispirando fantastiche visioni nei suoi frequentatori e così ben si spiegano i nomi dati alle pareti e alle vie. Ed effettivamente quando se ne varcano le soglie, difese dal bianco Santuario della Madonna Nera, sembra di entrare in un mondo un po’ fantastico e misterioso.
Ma Sea non è solo un crogiolo di sensazioni, Sea è stata un importante tassello nella storia dell’arrampicata piemontese, qualcuno ha detto che è stata "un’occasione persa", qualcun altro ha detto che qui "la gloria non si compra a poco prezzo", sicuramente non ha mai goduto della popolarità della vicina Valle Orco. Eppure gli itinerari tracciati sulle sue pareti sono spesso dei capolavori di scalata granitica dove placche e fessure si alternano nella rincorsa verso il sole che prima o poi arriverà a lambire i cupi scudi di roccia.

Ragnatele di vie sembravano imbrigliare irrimediabilmente placche e speroni, la storia sembrava finita nella lotta con l’erba per uscire sull’altopiano ma è bastato guardare con occhi diversi le pareti, per far nascere prima l’idea di realizzare vie nuove e poi quella di ideare un progetto di rivalorizzazione e recupero di quelle esistenti. Un progetto nato in seno alla quasi neonata associazione "Rocciatori Val di Sea".

Quando si parla del "ripristino" di vie inevitabilmente si rischia di scontentare qualcuno, chi vorrebbe più fix, chi di meno, chi vorrebbe solo vie "trad" , senza neanche le soste, e chi invece vorrebbe spittare anche le fessure. In via generale, la linea guida che ci siamo dati è quella di posizionare le soste e piazzare i fix solo dove non è possibile proteggersi altrimenti o dove si può tentare la libera senza dover piantare chiodi per passare. Dopo un inizio di primavera un po’ piovosa abbiamo dato inizio ai lavori partendo proprio da quella "Parete del Naufrago" su cui l’anno prima avevamo tracciato tre itinerari nuovi, sono così rinate le vie "Arabesque" e "del Calice".

Questa parete fino a qualche anno fa completamente dimenticata ha ripreso vita, un sentierino ne percorre la base e diverse cordate si sono avvicendate sulle sue rocce.
Le due pareti più appariscenti ed imponenti sono però sicuramente il "Trono di Osiride" e lo "Specchio di Iside" e quindi le nostre attenzioni non potevano non cadere su queste due strutture. Sul Trono abbiamo visitato il "bracciolo sinistro", un’articolata parete ricca di fessure, aprendo la via nuova "Fettuccia nera" e ripristinando le vicine. Ed è incredibile come in una così esigua porzione di parete sia stato possibile ancora scoprire un percorso completamente vergine praticamente tutto da proteggere, un diedro strapiombante perfetto, tutto fessurato. E gli altri itinerari non sono da meno, superlativa è "Soffio di Fiaba", dura e ancora in parte da liberare la via dal nome lunghissimo "Diedro di un tempo quando la storia camminava ancora lentamente", ma non si può dimenticare il caratteristico passaggio nel buco del tetto su "I misteri della fisica". Anche "I misteri della meccanica" è stata visitata ma, almeno per ora, ne è nato solo un mix di vie ancora un po’ da rielaborare.

Da anni lo Specchio è forse la parete più battuta grazie anche ad alcuni meritevoli itinerari di impostazione più moderna, mancava però una grande via che ne solcasse l’immensa placconata centrale. O meglio c’era ma era come sepolta nell’oblio, come un oggetto bello e antico dimenticato, si tratta di "Riflesso di te stesso". Nome non casuale e dal significato ben più profondo di quanto uno possa immaginare, forse così troppo evidente da essere quasi difficile da comprendere, uno specchio in fondo riflette sempre la nostra immagine e la scalata riflette quello che noi stessi siamo. Un nome bello per una magnifica via che nella versione 2016, con due tiri completamente nuovi, è diventata stupenda, con tiri lunghi, anzi lunghissimi, come le nuove tendenze apprezzano. Un bel regalo per i suoi primi 30 anni.

In questi anni, nell’era "post esplorazione", tutti gli arrampicatori sono forzatamente transitati a pochi metri dal "settore sinistro" dello Specchio ma forse in pochi hanno rivolto gli sguardi a questa meno appariscente porzione di parete, se non per ripetere sporadicamente il "Diedro di Gollum", forse più conosciuto per avere come tiro iniziale un "diedro del mistero" rovesciato che per la bellezza della sua linea. Eppure anche qui, nelle pieghe della roccia, si celava un gioiello dimenticato: la via "Luna Calante". Anche questa ha subito un restyling con due tiri nuovi, il secondo un tiro granitico da antologia ed è stata interamente percorsa in libera da Maurizio Oviglia anche dopo la rimozione di una gigantesca stele, bella e pittoresca quanto un po’ troppo incombente. Anche qui i tiri si susseguono in una serie di fessure, camini e tetti e forse, alle vostre braccia, l’arrampicata sembrerà meno breve di quanto possa da sotto apparire.

Purtroppo Sea è però minacciata da un progetto tanto inutile quanto assurdo e devastante. Il comune di Groscavallo sta tentando di accedere a un bando europeo che distribuirebbe tanti soldi per realizzare delle piste forestali, una proprio in Sea. Nessuno ha saputo in maniera compiuta illustrare i benefici di una tale opera, a chi realmente potrebbe servire e addirittura "se" servirà e con che fondi l’immaginabile manutenzione sarà fatta. Il rischio è che ignobili sbancamenti distruggeranno per sempre questo luogo dalle caratteristiche uniche e che una strada costruita in un simile vallone, dalle caratteristiche morfologiche non certo semplici, sarà magari presto abbandonata al suo destino, sepolta dagli smottamenti e dalle grandi valanghe che battono questi versanti, sepolta sotto la poca avvedutezza di amministrazioni che, troppe volte nelle nostre Alpi, non sanno leggere l’enorme potenziale turistico che certi luoghi rivestono.

A tal proposito, sono disponibili petizioni da firmare contro il progetto strada. Le potete trovare all’Albergo Savoia di Forno Alpi Graie, all’Albergo Pialpetta ed alla Pizzeria Amici di Cantoira.

di Luca Enrico, Matteo Enrico
(Rocciatori Val di Sea - CAAI)


SCHEDA: Riflesso di te stesso 2016, Vallone de Sea

SCHEDA: Luna Calante 2016, Vallone de Sea

SCHEDA: Fettuccia Nera, Vallone de Sea

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