Un flash mob virtuale per la Giornata Internazionale della Montagna
I cinque temi contenuti nel Manifesto – Libertà, Responsabilità, Sostenibilità, Rispetto, Partecipazione – sono stati rilanciati dalle guide sui loro canali online, con video riprese in ambiente in cui ogni guida ha riflettuto su uno dei punti.
Dalle cime veronesi al Cadore, dall’Altopiano di Asiago alle Dolomiti d’Oltrepiave, e addirittura dal Circolo Polare Artico, le Guide e gli Accompagnatori del Veneto hanno portato simbolicamente in alto il proprio messaggio: Insieme facciamo vivere la Montagna.
"Un modo per ribadire il nostro impegno nel presidiare i territori impervî e per portare simbolicamente i principî sanciti nella Carta della Marmolada sulle cime" spiega il Presidente delle Guide Alpine del Veneto Marco Spazzini, "questa iniziativa vuole essere una occasione per coinvolgere sempre più persone, enti, associazioni e imprese nell’impegno di far vivere insieme la montagna".
Il Manifesto è stato approvato dal Consiglio Direttivo, e, pur rimanendo un Manifesto delle guide e per le guide, è stato aperto alle sottoscrizioni esterne da parte di ogni ente o singolo che ritenga di identificarsi nei valori che vi sono espressi.
Il CAI Veneto e il CNSAS regionale hanno immediatamente aderito all’iniziativa, ma sono già numerosi i singoli e le organizzazioni che stanno manifestando la loro volontà di fare rete su questi temi.
Per far sì che quei principî non restino solo parole scritte su un foglio, è importante coinvolgere la popolazione e tutte le realtà presenti sul territorio che sposano questi valori e vogliono impegnarsi per dare un futuro alle nostre vallate: insieme sarà possibile mettere in campo progetti che vadano a tradurre questi concetti in azioni concrete.
Chiunque volesse leggere e sottoscrivere il Manifesto, può farlo sul sito www.guidealpineveneto.it/news/manifesto.php
MANIFESTO
1. Rivendichiamo un diritto universale alla frequentazione libera degli ambienti naturali.
Chi decide di frequentare gli ambienti naturali, ne accetta i rischi e se ne assume la responsabilità: riconosciamo che nessuno può garantire la sicurezza totale in un ambiente incontrollabile e caratterizzato da rischi oggettivi, ma sappiamo anche che i rischi soggettivi possono essere ampiamenti mitigati dalla conoscenza del territorio, dall’acquisizione di competenze e dal sapere che viene dall’esperienza.
2. Rifiutiamo la visione politica di una montagna ridotta a parco giochi, a infrastruttura di svago regolamentata.
È importante che si diffonda la consapevolezza del fatto che nessuno può avere il controllo di fattori stocastici: non i sindaci, non il soccorso alpino, non le guide. Gli ambienti naturali sono dinamici ed in costante evoluzione: chi non è disposto ad assumersi la responsabilità, con consapevolezza, del contatto con la natura, deve fare autocritica e rinunciare alla frequentazione di questi ambienti.
3. Riconosciamo i cambiamenti climatici come fattore di complessità crescente degli ambienti naturali.
Sappiamo che in questi ambienti in evoluzione sono sempre più frequenti episodi inediti ed estremi. Come guide ci impegniamo a continuare la nostra formazione sul tema, e a fare opera di educazione e divulgazione tra i nostri clienti: diffondere la conoscenza sui fattori di adattamento e mitigazione è un atto di responsabilità verso le generazioni future.
4. Riconosciamo gli impatti ambientali del turismo, e ci impegniamo a promuovere una frequentazione etica e responsabile degli ambienti naturali.
Il turismo si deve fermare quando diventa un fattore di stress per le popolazioni (umane e non umane) locali, e quando rappresenta una minaccia per la qualità della vita dei residenti e per la capacità di perpetuarsi dei servizi ecosistemici. Come operatori turistici, sentiamo l’esigenza di lasciare la nostra impronta sul mercato, incentivando modalità di fruizione che non consumino il territorio, e che siano rispettose dell’ambiente.
5. Pensiamo che la partecipazione sia fondamentale per governare nel modo migliore la complessità in evoluzione dei territori di montagna.
La creazione di reti tra istituzioni, imprese, cittadini, terzo settore e professionisti è un aspetto cruciale nella prevenzione dei conflitti sul territorio e nella condivisione di una visione per il futuro. Le guide presidiano quotidianamente i territori impervi, e si impegnano in un ruolo di sentinelle privilegiate, attori di una sorveglianza diffusa sui segnali di cambiamento, in un’ottica di collaborazione con gli altri soggetti presenti sul territorio.