Olimpiadi invernali 2026: lo scempio di una nuova di pista da bob e altro sulle Dolomiti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell'alpinista Pietro Dal Prà, membro del Comitato Civico Cortina, che pone l'attenzione sulla contestata nuova pista da bob progettata per le Olimpiadi invernali 2026.
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Il tracciato della nuova nuova pista da bob di Cortina d'Ampezzo
Comitato Civico Cortina

Nel 2019, la cordata Milano-Cortina, senza aver chiesto nessun parere alle popolazioni locali, ottiene dal CIO le olimpiadi invernali per il 2026. La spunta su Stoccolma, ultima rimasta in gara per l’assegnazione dei Giochi. Sì, ultima rimasta perché tutte le altre grandi località del mondo montagna e sport invernali negli ultimi anni hanno ritirato le loro candidature. I Giochi fanno paura, sono un evento troppo grande, il pericolo che abbiano un impatto negativo sul territorio è reale.

Proprio alla luce di questi timori, e per voler comunicare un’idea di sostenibilità del grande evento (come ormai si fa d’ufficio per tutti), in vista del 2026 il CIO appronta l’“Agenda 2020”, un documento che dovrebbe garantirne la sostenibilità economica e ambientale. L’Agenda dice chiaramente che per i Giochi invernali si dovranno utilizzare solo strutture già esistenti, contenendo al minimo le nuove costruzioni.

Così, mentre il CIO detta le linee per un’evento sostenibile, la regione Veneto tira dritto sulla nuova pista di bob. Un impianto senza senso: costosissimo (61 milioni solo per la costruzione), con un deficit di gestione annunciato (costerà ai cittadini almeno 400.000 euro l’anno, e tutto fa credere che saranno molti di più), inutile (i praticanti sono poche decine in Italia e pochi di più al mondo), incredibilmente anti-ecologico (un freezer a cielo aperto lungo 1,3 km da ghiacciare per tre mesi l’anno).

Una scelta obbligata? No, le gare di bob si potrebbero fare a Innsbruck (168 km di distanza da Cortina) o a Cesana, dove basterebbe ristrutturare la pista che era stata costruita per le Olimpiadi del 2006 e poi diventata una cattedrale nel deserto come succederà a quella in Dolomiti. Le autorità della località piemontese si sono proposte per ospitare le gare ma il Veneto rifiuta: non le hanno volute quand’era momento di candidarsi ufficialmente, ora ce le teniamo noi!

Tutto questo a Cortina, che non è solo quella dei TG con la erre moscia, ma innanzitutto un paese inserito in una valle di incredibile bellezza, unica al mondo, sempre più a rischio perché oggetto di grandi speculazioni esterne. E Cortina è nelle Dolomiti, diventate patrimonio dell’umanità per l’Unesco, che ne ha riconosciuto l’unicità.

Per fare la pista da bob si taglieranno alberi, si getteranno tonnellate di cemento, verranno deviate strade, costruite tribune per migliaia di posti a sedere. Per la sua sostenibilità economica futura ci si maschera in regione pensando al taxi bob (corse a pagamento per turisti): sulla carta con migliaia di discese ogni inverno la pista coprirà parzialmente i suoi costi, per arrivare ad un deficit annuo stimato intorno ai 400.000 euro… Migliaia di discese, non certo alla portata dei più, di turisti accompagnati da equipaggi specializzati che al momento non esistono. Ma quando certi personaggi scenderanno dall’albero e verranno a dirci guardandoci negli occhi simili assurdità?

Povere Dolomiti… tre anni fa Vaia, la terribile tempesta (già chiaramente effetto del cambiamento climatico causato dall’uomo) che in poche ore ha abbattuto milioni di alberi, poi, in conseguenza di quella e delle temperature estive sempre più alte, il bostrico, parassita dell’abete rosso, che si sta mangiando altri milioni di alberi. Ora progetti e cantieri di nuovi impianti per lo sci di pista (si sa, sport in crescita, alla portata di molti, ecosostenibile…) e, apoteosi del non senso, la pista da bob, che dopo essere stata utilizzata per le gare olimpiche, chissà che fine farà.

Uniche certezze: sarà una ferita per l’ambiente e un debito economico per la comunità. Sì, perché, come per la nuova cabinovia che collega Pocol alle Cinque Torri, il denaro speso è pubblico, è il nostro.

Mi impressiona sempre di più la facilità con cui la classe politica e dirigente ci racconta fandonie colossali, l’ipocrisia con cui ci si loda e ci si imbroda di fronte a evidenze di fatti inconfutabili. In questo momento storico, all’inizio della tanto annunciata transizione ecologica, si costruiscono nuovi impianti nelle Dolomiti per gli sport invernali, che sappiamo essere fra i più impattanti dal punto di vista ambientale e i meno sostenibili da quello economico (per quello pazienza, paga il contribuente…).

Ma ancora…bla bla bla… grandi proclami e un riempirsi la bocca di parole quali sostenibilità, ambiente, futuro dei giovani... E poi, quando si tratta di concretizzare, si permette ancora di tagliare boschi, costruire una pista da bob inutile e dannosa, impianti da sci su cui si scivolerà su bellissima neve, acqua refrigerata che costa 25.000 kWh all’ettaro. E lo si fa con tracotanza ed autoreferenzialità, forse per silenziare più possibile quella vocina del grillo parlante che sempre più allarmata e ormai con un filo di fiato ci urla ehi, stupido uomo, cosa fai, stai tagliando il ramo su cui siedi?

Dove vogliamo andare? Almeno, con un minimo di sincerità intellettuale, ammettiamo che così facendo ci stiamo suicidando. Peggio, condanniamo i giovani e le generazioni future a pagare le conseguenze di una catastrofe annunciata e questa, francamente, è la vergogna più grande.

Pietro Dal Prà (Comitato Civico Cortina).


PETIZIONE ONLINE
Su change.org è stata lanciata una petizione contro la nuova pista da bob dalle associazioni Italia Nostra, Peraltrestrade Dolomiti, Pro Natura – Federazione nazionale, Mountain Wilderness Italia, Comitato Civico di Cortina, CAI TAM Veneto – FVG, CAI - Regione del Veneto

Clicca qui per firmare la petizione: www.change.org




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