Coronavirus, per la riapertura dei rifugi alpini servono norme chiare

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Presidente Coordinamento Nazionale Rifugi Angelo Iellici rivolta ai rifugisti sul tema delle aperture estive dei rifugi alpini italiani.
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Rifugio Fuchiade, Passo San Pellegrino
VisitTrentino

Cari colleghi “Rifugisti”

in questo momento di indubbia gravità, reputo superfluo ritornare sulle difficoltà di gestione di routine delle nostre attività in quota, difficoltà che ogni anno si presentano puntuali alla nostra attenzione e che ben conosciamo, ma piuttosto penso sia d’obbligo fare una riflessione su quelle che sono le nuove problematiche e difficoltà contingenti il periodo che ci troviamo ad affrontare.

La gravità di tale situazione sta inducendo, purtroppo, alcuni dei nostri colleghi a valutare l’apertura o meno della propria azienda per la prossima stagione estiva.

A tutt’oggi, non poter fare affidamento su indicazioni chiare e univoche sul prossimo futuro da parte dei nostri governanti, (a livello nazionale, regionale e provinciale) non ci mette in grado di poter programmare la nostra attività per la stagione estiva.

Siamo in attesa del fatidico “4 maggio” in cui dovremmo avere qualche indicazione, ma a mio avviso non dobbiamo fare troppo affidamento sul raggiungimento di uno scenario migliore dell’attuale.

Vi anticipo, infatti, che probabilmente le attuali norme sanitarie che stiamo adottando con coscienza civica, saranno da mantenere anche in futuro, specialmente nell’ambito della sicurezza dei nostri collaboratori e dei nostri potenziali clienti e ciò implicherà una costante e monitorata attenzione futura sulle norme igieniche e sulla gestione degli spazi dei nostri rifugi.

Il “Rifugista” ha il compito atavico di dare rifugio al viandante delle montagne e questo lo abbiamo sempre fatto, ora sorge il problema di dover dire “no” a persone che, trovandosi in difficoltà, ci chiederanno ospitalità, soccorso e aiuto e non solo per un improvviso temporale!

Questo è il nostro problema, la maggior parte dei nostri rifugi sono piccoli e isolati e possono ospitare, rispettando le norme attuali anti contagio solo poche persone. Corriamo il rischio di essere accusati di inadempienza alle norme ferree imposte ed essere quindi segnalati o ancora peggio denunciati agli organi giudiziari, basterebbe anche una banale foto, per scrivere una brutta pagina della nostra storia.

Pertanto, in considerazione di quanto detto, mi attiverò con il Vs. prezioso supporto a chiedere con forza a chi di dovere norme chiare, comprensibili, che non diano adito a diverse interpretazioni da non aver bisogno dell’ennesimo tecnico a pagamento per decifrarle.

Pretenderemo anche di essere accompagnati in questo gravoso viaggio da chi è competente per le norme di prevenzione, con indicazioni di buon senso sui comportamenti da adottare e soprattutto sulle norme igienico- sanitarie che dovremo seguire in futuro.

L’apertura dei rifugi è fondamentale per il turismo estivo e dobbiamo impegnarci come sempre nel fare di tutto per essere presenti come presidio della montagna.

Consapevoli delle difficoltà che questo implica e di un aleatorio riscontro economico futuro, siamo comunque in prima linea perché tassello indispensabile della nostra economia.

Noi ci saremo ma non dobbiamo essere lasciati soli, ma essere aiutati e non solo sorvegliati!

Vi saluto e buon lavoro.

Il Presidente Coordinamento Nazionale Rifugi
Angelo Iellici




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