Via Ruchin al Torrione Ruchin in Val Realba (Grigne)

Il report di Saverio De Toffol che insieme a Jorge Palacios ha ripetuto di recente la 'Via Ruchin' al Torrione Ruchin in Val Realba, sulla sponda orientale del Lago di Lecco. Aperta il 16 maggio 1943, Ercole Esposito ed Emilio Galli, si tratta di una via avvolta nel mistero ma, come hanno scoperto i ripetitori, di una modernità sconcertante.
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Giovanni Rivolta sul primo tiro della 'Via Ruchin' al Torrione Ruchin in Val Realba
archivio Saverio De Toffol

Ercole Esposito detto "Ruchin" (Calolziocorte 1914 - Sassolungo 1945), è stato indubbiamente uno dei massimi arrampicatori italiani del suo periodo. A testimoniare le doti tecniche sono alcune sue prime ascensioni nel territorio lecchese e bergamasco; itinerari pochissimo frequentati o addirittura non ancora ripetuti e avvolti nel mistero.

Nel corso del tempo Ruchin, oltre a diventare primo alpinista bergamasco membro del Club Alpino Accademico Italiano, si guadagna il titolo di specialista delle pareti friabili e pericolose. Una nomea motivata malamente con la sua struttura fisica minuta... Poco peso, uguale minore sollecitazione dei chiodi e degli appigli instabili. Affermazioni basate però sul sentito dire, più che su una verifica "sul campo".

Infatti, se è vero che la sua via sulla parete della Fracia sopra Calolzio sale su roccia fragile e insidiosa, in altri suoi itinerari ci si trova di fronte a roccia buona per non dire ottima, ma soprattutto si scopre una capacità di vedere (e risolvere) problemi decisamente avanti per la sua epoca, grazie a capacità e determinazione eccezionali.

Jorge Palacios ed io stiamo cercando di ripetere le "vie Ruchin" nel lecchese, incontrando spesso notevoli sorprese. Tra queste, ci ha particolarmente colpito la sua via sul Torrione Ruchin, un monolite in Val Realba, sulla sponda orientale del Lago di Lecco, che sulle pubblicazioni recenti viene descritto, come ingiustamente accade per le salite di Ruchin, di roccia marcia.

Il 16 maggio 1943, Ercole Esposito ed Emilio Galli aprirono questa via breve (150 metri) ma tecnicamente molto impegnativa, superando forti difficoltà dovute alla complessità della chiodatura, soprattutto in rapporto ai mezzi dell'epoca. Lo testimonia la relazione originale su Lo Scarpone, che parla di roccia compatta e difficoltà di chiodatura. Altro che "principe del marcio"...

Il 7 aprile 2024, dopo ripetuti tentativi, Jorge Palacios ed io riusciamo a ripetere questo itinerario, che ci ha impegnati a fondo, lasciandoci sconcertati per la sua modernità. Tanto che ci è venuto spontaneo fare il paragone con la via di Sergio Panzeri e Giancarlo Riva, altri fortissimi scalatori lecchesi, aperta nella metà degli anni '70 sul Pilastro Rosso del lago, a poche centinaia di metri di distanza.

Saverio De Toffol

Si ringrazia l'archivio Modisca per le foto storiche di Ercole Esposito ed Emilio Galli.
Info: osservatorioalpinisticolecchese.com/archivio-modisca/

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