Via Forrest G.A.M.P, nuova via sulla Cima di Daas in Valsassina
Sabato mattina pallido, il meteo ancora incerto, solito meeting con Tito alle 5.45 a Bergamo e via verso la Valsassina: andiamo a esplorare una montagna di cui nessuno di noi conosceva l'esistenza. L'unica informazione in nostro possesso è l’ubicazione geografica (per quanto vaga) e una paio di pessime foto che ci ha mandato Francesco. Ah e ovviamente il nome: Cima di Daas, la vetta più alta del Pizzo di Parlasco. Io e Tito ci fidiamo del nostro lecchese: abbastanza atipico, non di quelli che vanno per la maggiore, classici fighetti alla ricerca di roccia bella e spittata, così, consapevoli del fatto che la proposta puzza di ravanata ad alto rischio di fallimento, ci avviamo entusiasti: alla fine, pensiamo, non aspettavamo altro!
Arrivati sotto la parete la linea immaginata risulta difficile da individuare, ci avviamo per un canale, e molto a istinto iniziamo a salire. In primis tranquillamente a piedi, poi la storia si impenna: un ostico passaggino su roccia marcia e erba non gelata regala qualche istante di adrenalina, poi delle belle lunghezze che saliamo slegati su erba quasi verticale ci lasciano sbizzarrire a testare la tenuta delle diverse specie vegetali.
In cima a questo canale ci aspetta un pendio nevoso che con faticoso ravanare in mezzo metro di neve assolutamente non portante e senza fondo, ci permette di raggiungere l’imbocco del canale a cui miravamo fin dall’inizio. Finalmente giungiamo ad un punto in cui il canale si stringe e si fa interessante!! La situazione che si prospetta è molto "caminosa", di ghiaccio non c'è traccia, ma sembra comunque figo!
Parte Francesco e si spara un bel tirone in un fantastico camino su blocchi incastrati e uscita strapiombante: da veri intenditori. Un facile pendio ed una goulottina ci portano ad un altro caminetto, all'apparenza innocuo ma che si rivelerà ostico per la totale liscezza delle pareti: la roccia assai compatta in questa sezione non da tregua: il tiro si rivela davvero tecnico e per nulla banale! Ci troviamo ora sotto un ennesimo camino molto stretto e strapiombante che ha l'aria di essere davvero tosto e improteggibile, ma una bella fessura su roccia ottima verso sinistra sale zigzagando. Questa volta tocca a Tito che riesce a venirne fuori alla grande. Un traversino che regala un paio di bei passi di equilibrio porta fin sotto un grosso sasso incastrato e, con un'uscita boulder su neve che finalmente un po' tiene, usciamo anche da questo fantastico tiro tutto strapiombante e parecchio impegnativo. Ancora una rampa di neve e un'ultima lunghezza anche questa davvero bella, tra diedri di erba semigelata e movimenti precari con ottime picche e piedi da inventare, ci portano verso l'uscita, dove si supera la cornice finale con un bel passaggio di misto.
Arrivati in cima ormai è quasi buio, abbiamo cartina, bussola e quant'altro ma ci manca la conoscenza della zona. Percorriamo quindi alla luce delle nostre frontali tutta la bella cresta dei Pizzi di Parlasco, bollata e in alcuni tratti attrezzata. Ci fanno da sfondo le luci del Lago di Como e della bassa Valtellina. Finita la cresta scendiamo attraverso il bosco fino alla strada, e di qui a piedi fino alla macchina, che raggiungiamo, dopo 9 km di asfalto innevato, alle 22.10.
Alla domanda di qualcuno la sera al bar davanti a una birra "vi siete divertiti?" è stato ovvio e facile ironizzare sul divertimento che ti da il "ravanaggio estremo" di alcune situazioni, ma la risposta la conoscevamo benissimo: ovviamente sì corale! Alpinismo, dopotutto, è anche sofferenza :D
Ne è insomma uscita una bella giornata completa, salita che si può affrontare anche quando le condizioni ovunque sono pessime. Un vero must per quelli come noi che non riescono proprio a stare digiuni di misto anche quando il ghiaccio proprio si lascia desiderare!
di Michele Tapparello
Si ringraziano per il supporto Grivel, C.A.M.P., Grande Grimpe e Wild Climb
SCHEDA: Via Forrest G.A.M.P, Cima di Das, Val Sassina
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