Via Cheope, nuova via di arrampicata al Corno Zuccone in Val Salarno

Il report di Gianni Tomasoni che insieme a Fabrizio Preda ha aperto Via Cheope, una nuova via d’arrampicata alla Piramide del Corno Zuccone in Val Salarno, gruppo dell'Adamello
1 / 4
Durante l'apertura di Via Cheope alla Piramide del Corno Zuccone in Val Salarno, gruppo dell'Adamello

archivio Gianni Tomasoni

Agosto 2019 "Ciao Beppe, domani ci sei per andare in Salarno ad aprire?" Da tempo avevo adocchiato queste placche di fronte al Rifugio Prudenzini e nessuno ancora ci aveva messo mano. La Val Salarno è stata la mia prima valle in cui ho tastato la tonalite Adamellina sotto l'aspetto arrampicatorio. Mi mancava in apertura, quindi le danze sono iniziate aprendo due nuovi itinerari, sulle placche dello Zodiaco: Ariete, aperta con Beppe, e Pesci con Fabry, due viette comode, appetibili e di grado accessibile, insomma... per divertirsi! Durante l'apertura lo sguardo era sempre puntato alla testata della valle, verso i "colossi" simbolo dell'arrampicata adamellina, e prima o poi l'occhio è caduto su una parete molto evidente, di forma triangolare, con al centro una sequenza di placche ed una cuspide a forma di piramide.

"Fabry, c'è quel triangolone che chiude la testata della valle, lo vedi ben evidente lì, sotto gli occhi di tutti, di fronte al Rifugio?" "Certo che lo vedo! È enorme!" Provo a tracciare una via virtuale e vedere se riesco a collegare e dare una eventuale linea di salita. Non ricordavo il nome della cima quindi, tornato a casa e con cartina in mano, vedo che il triangolone ha un nome: Corno Zuccone. Prendo in mano la "grigina" (guida CAI-TCI Adamello II) e noto che tranne la via di misto Cuore di Zucca del 2012 di Andrea Guerzoni e Dario Sandrini, l'unica salita è avvenuta nel lontano 1981 per il suo estetico spigolo Ovest; mi informo su altre guide per accertarmi che lungo quelle placche non ci sia nessun itinerario... niente di niente! La testa comincia ad elaborare e il fine settimana siamo ancora in valle con zainoni, diretti allo Zuccone, con me ci sono Fabry & la Vale. Quel giorno chiodammo quattro lunghezze, ma siccome le giornate si erano accorciate e la parete rivolta a Sud/Ovest decidemmo di tornarci l'anno successivo.

Agosto 2020. "Fabry che ne dici se andiamo in Salarno a continuare la via? Magari in tre, che dividiamo il "Bagaglio". La Vale come sta? È una dei nostri?" Il Fabry mi risponde "Niente Vale purtroppo" Azz! Sgroppare un megabimbo sulle spalle su quella noiosissima strada che porta al rifugio… "Ascolta Fabry, sento il Paolo se viene e se dovessimo salire in bike, che ne dici?" "Io ci sto!" mi dice "Ma ho un problema: non tengo bike." "Non preoccuparti, qualcosa vedo di recuperarti." Contattato Paolo, dà l'OK, la bike ce l'ha e così organizziamo. Altra idea era di bivaccare in parete, visto che la sosta del quarto tiro era allestita su una comoda cengia. Proposi di portare l'attrezzatura da bivacco e così fu! Il mattino seguente arrivammo al park con mega zainoni e bike al seguito. Ovviamente non le comode e-bike, ma le squattrinate muscolari, con non poca difficoltà, visto gli zaini che avevamo in spalla! Arrivammo al Rifugio coscienti che dopo la gran fatica della salita ci aspettava una discesa da leccarci i baffi. Parcheggiate le bike, un saluto al Rino e via, zainone in spalla!

Ci incamminiamo verso la parete, con accesso dal rifugio su comodo sentiero, e in quaranta minuti siamo alla base. Ci si prepara per "l'avventura" e nel frattempo Fabry mi sussurra in Bergamasco: "te Giani ho lasat a ca' l'imbrago... san fai? eh una fettuccia e con la corda di cordata facciamo l’imbrago…" Ma no! Due giorni così assolutamente no. Poi stare in sosta mentre l'altro chioda… Allora Paolo, allenato più di noi, si offre per scendere al rifugio dal Rino, per farsi prestare un imbrago e così fu che attaccammo oramai a mezzogiorno passato! Salimmo i quattro tiri fino alla cengia, passammo una notte sotto una stellata strepitosa, sapendo che il giorno dopo avrebbe reso. L'indomani, calda colazione e via, si parte. Le placche che ci trovammo davanti non erano poi così prolifiche di appigli e funghi, a fine giornata ci venne fuori un bell'ingaggio, lasciammo il materiale che ci sarebbe servito la volta successiva e... giù le doppie.

Giunti al rifugio, quattro chiacchiere con Rino, una Coca per drizzare le antenne e via! Inforcata la bike, zaini più leggeri, giù lungo quella noiosa strada sterrata infinita, ma questa volta la bike ci ripaga della sua noiosità con una discesa da goduria. Che bello: due giorni passati con amici a fare giochi che più ti piacciono! Ci tornammo ancora per continuare la via, sempre con Fabry e Paolo. Successivamente la via la terminai con Fabry, Paolo se ne era andato con le chiappe al sole, in vacanza. Mi sarebbe piaciuto ci fossero anche Paolo e la Vale, ma visto il tempo stabile non potevamo perdere l'occasione di salire a terminarla. Ne è uscita una via a nostro parere molto varia su roccia super, ottimo sviluppo, protetta il giusto e comodo rientro. Un must per diventare una classica della zona. Queste sono le cose che più amo nel mio girovagare, scoprire e creare nuove avventure sempre più stimolanti.

di Gianni Tomasoni

SCHEDA: Via Cheope, Val Salarno, Adamello




News correlate
Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Pile termico Karpos Odle Fleece
Un secondo strato termico robusto ed efficace.
HDry - SCARPA Phantom 6000 HD
Il nuovo PHANTOM 6000 HD è uno scarpone progettato per l'alpinismo estremo. Grazie alla tecnologia HDry, offre una protezione impermeabile e traspirante superiore.
Scarpe da tempo libero Nativa Canvas
Scarpe da tempo libero AKU Nativa Canvas
SCARPA Origin VS - scarpette arrampicata per bouldering
Scarpette arrampicata per bouldering e per scalare in palestra.
Zamberlan Amelia GTX - scarponi da montagna da donna
Scarpone da montagna da donna pensato per il trekking, l’escursionismo e il backpacking.
Giacca da montagna Explorair Light Dryo 2.5
Giacca da montagna leggera minimalista
Vedi i prodotti