Via Attraverso il Pesce in Marmolada per la giovane cordata Marco Cordin e Pietro Garzon
Credo che la via Attraverso il pesce, sulla sud della Marmolada, sia un simbolo per la storia dell'arrampicata nel mondo; aperta nel 1981 da Koller e Šustr, divenne subito famosa e considerata una via estrema.
Io e Pietro Garzon, come penso succeda a tutti gli scalatori, l'abbiamo sempre sognata e la sognamo tuttora, dopo averla salita. E' stato un obiettivo per il quale ci siamo allenati tutta la primavera e che si è realizzato il 7 e 8 agosto 2017.
Domenica 6 agosto siamo partiti in corriera per Alba di Canazei e da lì siamo saliti a piedi al bivacco invernale Marco Dal Bianco. La sera abbiamo preparato il materiale al cospetto di quell'immensa parete argentata illuminata dalla luna: la tensione era forte, sapevamo che ci saremmo confrontati con una delle vie più difficili ed impegnative tra le classiche delle Dolomiti.
Per quanto riguarda l'etica della salita ci siamo ripromessi che non avremmo fatto uso di cliff o di altri strumenti per l'artificiale: volevamo salire questa importante via interamente in libera, o piuttosto avremmo accettato di calarci se non fossimo riusciti a passare. Era una sfida allettante, ne valeva la pena! La mattina alle 8 abbiamo iniziato la scalata. Era grande l'agitazione, eravamo due ragazzi forse un po' troppo giovani su una parete troppo grande, ma eravamo determinati in quello che facevamo.
Verso ora di pranzo sono iniziati i primi tiri di roccia meravigliosamente compatta; le difficoltà erano ancora abbastanza basse (al massimo fino al VII+) e io procedevo piuttosto lentamente cercando di proteggermi il meglio possibile; Pietro mi raggiungeva sempre velocemente in sosta. Le protezioni, si sa, sono poche e spesso capita di fare tiri di settimo superiore senza nemmeno un chiodo, dovevo stare concentrato e talvolta uscire deciso dalla protezione con qualche runout molto lungo. A causa delle poche e precarie protezioni anche il secondo di cordata è esposto ad un certo rischio.
La scalata procedeva bene, anche se non velocemente; sono riuscito a fare a vista i primi tiri impegnativi e anche Pietro saliva senza molte difficoltà. Alle 8 di sera, stanchi e provati dai crampi all'avambraccio, siamo arrivati alla famosa nicchia del Pesce, in forte ritardo e dovendo ancora affrontare il tiro chiave della via (IX-), consapevoli del fatto che se non fossimo riusciti a passare in libera, avremmo dovuto calarci di notte per 500 mt fino all'attacco.
Invece ce l'abbiamo fatta, non ci sembrava vero, il sogno ora era più vicino! Sull'ultimo tiro, con la pila frontale nello zaino di Pietro e a 10 mt dalla cengia e senza alcuna protezione, mi sono trovato a scalare al buio e alla sola luce della luna non riuscivo a capire quali appigli fossero solidi. Alle 22.30 eravamo finalmente al posto di bivacco. La notte è stata dura: per risparmiare peso avevamo con noi solo due teli termici, (uno si è pure strappato!) e il vento freddo non ci ha dato tregua fino al mattino.
Alle 6.30 del giorno dopo, infreddoliti e stanchi, ci aspettavano ancora 500 mt di parete prima della cima. Questa volta non avremmo potuto ritardare perchè la funivia di Punta Rocca scende per l'ultima corsa alle 16 e non avremmo potuto assolutamente perderla. Alle 14.30, dopo 22 ore di arrampicata e una notte passata in parete, siamo sbucati sulla terrazza di Punta Rocca; non è potuto mancare un forte abbraccio e un pianto di sollievo e felicità.
Eravamo orgogliosi di essere riusciti a scalare una via che rappresenta un pezzo di storia dell'alpinismo e che è il sogno di molti. Come per Tempi moderni e come per tutte le vie in montagna, non si possono avere certezze sulle cordate precedenti, ma vista la nostra età, siamo sicuramente fra le cordate più giovani che abbiano scalato questa magnifica via.
di Marco Cordin
SCHEDA: Via Attraverso il Pesce, Marmolada
Via del Pesce - Weg durch den Fisch
Aperta dal 2 al 4 agosto 1981 dal 28enne Igor Koller insieme al 17enne Jindrich Sustr, dopo la prima ripetizione nel 1984 da parte di Heinz Mariacher, Manolo, Luisa Iovane e Bruno Pederiva è stata salita in libera per la prima volta da Heinz Mariacher e Bruno Pederiva nel 1984. La prima femminile da capocordata è stata effettua da Federica Mingolla il 17 luglio 2016.