L'ultima Frangia, nuova via di misto in Val Brenta di Claudio Migliorini
Il gruppo del Brenta ha sempre avuto per me un fascino particolare, soprattutto in inverno, quando le sue vallate e pareti diventano più inospitali, fredde, solitarie. Ricordo quando cominciai a sfogliare per la prima volta le pagine della Guida Ghiaccio Verticale sul gruppo del Brenta, tra i vari apritori compariva spesso questo nome: Roberto Parolari. Ai miei occhi, grandiosi erano, e sono tutt ora, gli itinerari che coi vari compagni apri allora. Il "caso", o forse no, ha poi voluto che conoscessi Roberto proprio qui, in Brenta, in inverno. Assieme a lui quel giorno c’ era anche Andrea Reboldi con il quale erano intenti ad aprire una nuova via. In modo "rocambolesco" mi aggregai a loro e insieme aprimmo Chapeau, una bella e impegnativa via di misto (ma questa è un’ altra storia, in un’ altro posto, un po’ più in alto.). E di lì iniziò una bella amicizia con Roberto.
La mia prima volta per me in Val Brenta Bassa fu nel 2012, rimasi stregato da questo anfiteatro ghiacciato posto sotto lo spigolo nord del Crozzon di Brenta, che si può ammirare durante parte dell’ avvicinamento. Il luogo è molto suggestivo e offre una grande varietà di vie, sia su ghiaccio sia su misto o dry. Erano stati proprio Roberto Parolari, insieme a Nicola Tondini e altri compagni, alcuni tra gli scopritori e autori delle linee più moderne e difficili. Tra tutte spicca la loro Sotto gli occhi della luna aperta nel "lontano" 2000. In quel periodo queste erano tra le prime salite in zona di questo genere, ne seguirono anche altre, e fu proprio per questo che il settore venne poi denominato "New Age".
Quest’ anno sono spesso entrato per lavoro e per diletto a scalare in Val Brenta. La mia fantasia viaggiava ogni volta che passavo sotto questo aggettante muro e vedevo queste grandi frange di ghiaccio scendere dal suo bordo. Tra tutte ne spiccava sempre una ai miei occhi, l’ unica a non essere ancora stata percorsa da nessuna linea: la salita più diretta per raggiungerla passava per uno strapiombo, all’ apparenza ricco di agganci, seguito da un diedro rovescio rivestito in parte da ghiaccio … "chissà, sarebbe bello…." pensavo tra me e me … quindi un giorno mi dissi "perché no!?" E partimmo, il 15 gennaio 2018 decisi di provare insieme ad Emiliano Mazzarin.
Avevo già le idee ben chiare sullo stile e la linea da seguire e con noi avevamo tutto il materiale necessario: eravamo carichissimi ed elettrizzati all’ idea di salire!! Purtroppo quel giorno il freddo ha esaurito in brevissimo tempo le batterie del trapano che avevamo con noi e dopo pochi metri siamo stati costretti a scendere. Poco male, una volta scesi, non siamo tornati a casa a mani vuote e abbiamo deciso di ripetere la bella Sotto gli occhi della luna. A differenza di quando l’ avevo salita qualche anno fa quest’ anno il ghiaccio non era sceso molto e quindi la parte su roccia è stata un po’ più impegnativa: ci siam proprio divertiti!
Nei giorni successivi, dopo uno scambio di messaggi con Roberto Parolari, il 7 febbraio 2018 ci organizziamo per tornare a completare insieme la via. Mi piace molto legarmi con Roberto. Insieme a lui ho sempre fatto belle salite e la sua personalità mi da una grande carica. Mi appassiona ogni volta con i suoi racconti delle prime esplorazioni e mi piace mettere a confronto l’ approccio che c'era "ieri" quando si effettuava una salita con quello di oggi (non che sia cambiato molto). La giornata è lunga ma alla fine ne esce una bella e impegnativa linea, effettuata salendo esclusivamente in arrampicata libera con protezioni veloci e 6 spit di progressione posizionati facendo resting sui cliff / picozze.
Il 15 febbraio sono poi tornato accompagnato da Alessandro Baù per effettuare la salita pulita. Quel giorno ci ha accompagnati anche Matteo Pavana, cosi è stata un ottima occasione per far qualche scatto della salita, passare una bella giornata insieme e prendere un sacco di freddo! Già, perché mentre scalavo Matteo se né stato tutto il tempo su quella corda fissa, paziente e in silenzio, pronto a cogliere l’attimo con il suo obiettivo: è bello vedere e respirare la passione che ognuno mette in quello che fa e poter condividere con altri questi momenti di passione!
La via l’ abbiamo chiamata L’ultima Frangia. Sono tre tiri, dopo il primo su ghiaccio in comune con Progetto Fontem, con uno sviluppo di 90 metri e difficoltà fino al M9 WI4, le ripetizioni poi aggiusteranno il tiro sul grado. Per una ripetizione è necessaria una serie di friend fino al 3 BD, utile ma non indispensabile il n 4 BD, doppi verde e rosso, cordini, due viti da 10 cm e due/tre da 16 cm, soste a fix.
Grazie a Roberto che mi ha stuzzicato e ispirato coi suoi racconti delle prime esplorazioni in questo settore e anche a Emiliano, Alessandro e Matteo con cui ho condiviso questa bella esperienza. Grazie anche ai sempre accoglientissimi Matteo e Doriana del Pra de la Casa che alla fine di ogni impresa ci aspettano con birra e focaccia squisite.
di Claudio Migliorini A. Guida Alpina e CAAI
Ringrazia per il supporto Kayland, Vibram, AlpStation Brescia
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