Torre del Formenton, intimo isolamento con il Vento nei Capelli. Di Marco Bozzetta
Il mio rapporto con la Torre del Formenton è stato fin da subito molto profondo e negli anni ho imparato ad apprezzarne l’ambiente isolato di rara bellezza che questa torre regala. Lontano dalle folle di pareti più blasonate, mi ha donato giornate spensierate di grande avventura.
La mia frequentazione iniziò nel lontano 1998 con la prima solitaria invernale sulla via Gogna. Durante il mio bivacco nella neve alla base della parete ho avuto il tempo di scrutare ogni centimetro di roccia di quel meraviglioso pilastro che mi sovrastava. La fredda notte di quel gennaio fu interminabile e l’arrivo dei primi raggi del sole su quelle rocce fu un momento davvero magico, di quelli che non si dimenticano in una vita intera. Credo che ci siano luoghi dove si possano formare grandi legami fra uomo e natura, quel momento alla base della Torre del Formenton indiscutibilmente mi entrò nell’anima.
Passarono gli anni, passavo spesso alla base di quella montagna e ogni volta l'attrazione era fortissima. Nel 2015 un’altra grande avventura, tre giornate per aprire la meravigliosa Occhi d’Acqua dedicata ad una donna, itinerario diventato molto classico e che ha portato una grande quantità di arrampicatori ad “arrancare” sul faticoso e interminabile ghiaione che conduce alla base. Non mi sarei mai aspettato questo successo, certo fa piacere vedere che in molti hanno apprezzato questo luogo, sotto un altro punto di vista ne sono un po' rammaricato. La Torre del Formenton non è più cosi intima.
Subito dopo Occhi d’acqua, c’era bisogno di una tregua, anche abbastanza lunga a dire il vero… Poi nel settembre del 2017 aprii con Roberto Ausermiller la via Flora Alpina sullo Spallone della Banca, proprio sotto al pilastro, e nello stesso mese vi salii con mia moglie per farne la libera. Qualche anno dopo, Costante Carpella, innamorato come me di quel luogo salì nuovamente alla base della parete sud della torre e depositò un barattolo pieno di chiodi pronti all’uso. Gli anni passarono, i chiodi rimasero lì, è incredibile come il tempo passi veloce, sono queste storie a ricordartelo…
Novembre 2022, alta pressione e temperature oltre la norma. Costante mi chiama e mi dice: Andiamo? Dopo questa parola, mi ritrovai ancora ad ansimare su quel ripido ghiaione sotto il peso improponibile di uno zaino enorme. È bastato toccare la roccia per essere di nuovo innamorato come un tempo! Il primo tiro fu un viaggio incredibile e difficile! Tre ore per chiodarlo, e poi un secondo, facile e bellissimo. La giornata tersa fini improvvisamente con il calare del sole, un vento gelido sferzava i capelli, la quota elevata di quel luogo in quel tardo autunno ci fece capire che per quella stagione era finita.
L’inverno passò, e anche l’estate, il caotico e impegnativo lavoro di Guida non mi permise di ritornarci. All’inizio dell’ottobre 2023, risalimmo quel ghiaione altre due volte! La via Vento nei capelli è diventata una splendida realtà.