Tempus fugit, Ala Daglar - la Turchia dei fiori

Dal 2 al 17 giugno Mauro Florit, Marco Sterni, Umberto Iavazzo e Massimo Sacchi hanno aperto “Tempus fugit” 7b 700m sulla parete sud di Kizilin Baci 2944 m, Turchia.
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Tempus fugit - Ala Daglar, Turchia
Florit & Sterni

Dal 2 al 17 giugno Mauro Florit e Marco Sterni sono ritornati in Turchia (vedi news 2006), e più precisamente nel gruppo dell' Ala Daglar dove, assieme a Umberto Iavazzo e Massimo Sacchi, hanno aperto la nuova via “Tempus fugit” 7b 700m sulla parete sud di Kizilin Baci 2944 m.

I quattro non raccontano delle solite fatiche degli avvicinamenti, la chiodatura, il tiro chiave… raccontano invece di un’esplosione di fiori e profumi che ha letteralmente catturato il gruppo. A loro la parola:


La Turchia dei fiori di Marco Sterni e Umberto Iavazzo
"Turchia, Ala Daglar, nuova via di 700 metri… Perché raccontare di preparativi, difficoltà, etica o altre particolarità della salita quando i colori e i profumi hanno catturato e riempito i nostri pensieri?
La scelta di ritornare nell’Ala Daglar, ma ritornarci nella prima quindicina di giugno, anziché agosto, ha stravolto le nostre aspettative. Se da un lato siamo stati obbligati a seguire attentamente il meteo e a rischiare forti temporali, con ovvie ripercussioni sul nostro umore e riuscita del progetto, dall’altro l’inattesa bellezza della natura nella tarda primavera ha riempito e segnato la nostra esperienza a tal punto da costringerci a descriverla.
Nel racconto, Umberto Iavazzo coglierà l’occasione per mettere a nudo tratti dei nostri caratteri che nel bene e nel male risentono certamente della forte passione che ci lega alla montagna e alla natura in genere.
Vai Umberto, questo è il tiro più duro, tocca a te!"
Marco Sterni

“Guardo intorno a me e non credo ai miei occhi: una profusione di colori, una vera e propria esplosione del potere estetico della natura. Fiori, sì milioni di fiori coloratissimi a tinte favolosamente complementari a perdita d’occhio, casualmente mescolati come in un quadro astratto.

Da giorni comunque anche in parete ce ne sono tanti e di bellissimi. Tra i miei compagni quelli in possesso della “tecnologia” si scatenano alla ricerca della posa del secolo, io invece libero da tali oneri mi immergo in questo spettacolo e nei pensieri che spesso i fiori sanno suscitare. Quando siamo in parete ci alleviano un po’ la solitudine del terrazzino oppure sembrano suggerire la giusta direzione nel momento critico.

La genziana col suo grande imbuto blu grida i suoi consigli a gran voce mentre i piccoli e molteplici fiorellini delle sassifraghe sussurrano in coro di stare attenti. Il raponzolo, gonfio d’aria e di bellezza somiglia a quei climbers un po’ tronfi e sgargiantemente vestiti, quasi come un climber turco locale conosciuto da poco.
Giù sul prato migliaia di papaveri ondeggiano pigramente, spilungoni hippies a un concerto, coloratissimi e un po’ fatti. Il mare di achillea fittissima fa da sfondo a svariate altre specie floreali, più o meno conosciute e tipiche di questa terra. Sono di fronte a un gigantesco quadro di Monet e penso a quanto possano somigliare a noi umani.

Camminando pigramente, oppresso da uno zaino ben più pesante della mia voglia di far fatica, paragono noi quattro umani ai fiori che ogni giorno sono spettatori del nostro avvicinamento alla parete: non siamo fiorai, ma scalatori. I cespugli un po’ muschiosi e un po’ spinosi che ci obbligano a salutari deviazioni ricordano il proverbiale carattere spartano di Marco. Sicuramente Max somiglia invece alla primula minore che occhieggia coloratissima da qualche fessurina in parete, dove tra le rocce gialle i suoi colori fucsia e Bluette non possono passare inosservati, sola e schiva proprio come lui.

Mauro invece mi ricorda la rosa canina, anch’essa spinosetta ma non tanto, rampicante, coi fiori sparsi nel cespuglio senza ordine e con i frutti che guarda caso servono proprio a curare i suoi malanni! Dulcis in fundo ci sono io che amo identificarmi con il mugo, e qui ne abbiamo trovati di diverse specie, perché come lui mi aggrappo alla parete con gran sprezzo del volo.
E così ho sistemato tutti, penso, quando …tic…toc …TLUF! Pioggia. Come pioggia? Porca Vacca! Siamo in Turchia, terra di sole, eppure… mi sembra di sentirli ridere di felicità (e di scherno). Si sì, proprio loro, i fiori, per questo inaspettato regalo dal cielo propiziato sicuramente da quel po’ di “sfiga” che ci perseguita. TLUF… TLUF! E che pioggia sia.
Umberto Iavazzo


Tempus fugit
Gruppo: Ala Daglar
Montagna: Kizilin Baci 2944 m
Pilastro: Elekgolu
Via nuova: Tempus fugit
Esposizione: Sud
Dislivello: 600m
Sviluppo: 700m (500m + 200m II e III grado)
Difficoltà massima: 7b
Difficoltà obbligatoria: 7a
Attrezzata con: 87 Fix 10mm

Periodo: dal 2 al 17 giugno 2007
Componenti: Umberto Iavazzo, Mauro Florit, Massimo Sacchi e Marco Sterni





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