Strapazzati dalla Luna Piena, nuova via di misto alla Cima Busazza in Presanella

Il 17 dicembre 2021 sulla parete nord della Cima Busazza nel Gruppo Adamello – Presanella Emanuele Andreozzi, Matteo Faletti e Francesco Nardelli hanno aperto la nuova via di misto Strapazzati dalla Luna Piena (470m, ED+, 90°, M6+, AI5). Il report di Faletti.
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Strapazzati dalla Luna Piena alla Cima Busazza (Adamello – Presanella) aperta da Emanuele Andreozzi, Matteo Faletti, Francesco Nardelli il 17/12/2021
archivio Matteo Faletti

"Emanuele ma secondo te le condizioni su in Busazza come saranno?"

"Io sono passato una settimana fa dal Tonale e non sembravano male ma dalle foto non si riesce a capire se è neve o ghiaccio."

"Vabbè non importa se non saranno buone le condizioni, basta ripiegare; quando siamo liberi per andare su e metterci le mani?"

"Venerdì sono libero."

"Perfetto vada per venerdì, se partiamo presto non dovremmo avere problemi, sabato ho un impegno!"

Da qualche anno a questa parte si iniziano a notare, specialmente nelle Alpi Orientali, tante belle linee di ghiaccio e misto. In realtà queste linee ci sono sempre state, alcune rimangono in condizione per gran parte dell'inverno altre invisibili o quasi, che si formano e si vedono solamente con condizioni particolari, magari una volta ogni 10 anni.

Se queste linee effimere si formassero in zona Monte Bianco le condizioni ottimali durerebbero molto più tempo per via del freddo e della quota ma sarebbero già state salite anni fa, mentre in Orientali ci vuole pazienza, occhio nel capire dove si possono formare e un sacco di fortuna per poterle salire in quella finestra di tempo, buono per farci un giro in sicurezza prima che sparisca nuovamente come si è formata!

Tra un messaggio e l'altro riusciamo a reperire un pò di materiale per capire quali vie sono già state aperte e dove in base alle condizioni si potrà salire.

Mi sento anche con Claudio che vorrebbe essere dei nostri e proprio lui mi manda l'ultima foto con la relazione della via La forza della mente di Tameni e Rosetti che ci fa capire dove nel 2006 erano saliti loro e le condizioni di allora della montagna.

Si aggiunge anche Franz al gruppo così potremmo fare due cordate, anche se a me sinceramente, piace andare ad aprire possibilmente in tre, numero perfetto per la distribuzione dei pesi, della collaborazione durante la salita e supporto in sosta a chi fa sicura mentre si aspetta che il compagno arrivi alla sosta successiva. Purtroppo Claudio non sarà dei nostri, sarà per la prossima volta!

Ancora un pò addormentati ci ritroviamo al Tonale a preparare il materiale utile alla salita. L'idea era quella di avere zaini leggeri per salire veloci ma una vocina mi dice che se le condizioni non saranno ottimali qualcosa in più sarebbe utile. Per fortuna o sesto senso mettiamo nello zaino dadi e friend piccoli che avevamo caricato in macchina ed una dozzina di chiodi, ci serviranno tutti o quasi.

Calziamo gli sci verso la parete nord della Busazza che sono già le 5 del mattino e tra una chiacchiera e l'altra passiamo la conca del Presena e cominciamo a salire le pendici sotto il piccolo ghiacciaio della Busazza che inizia a rischiarare il cielo.

Aggirando quel che rimane del ghiacciaio sotto la parete nord riusciamo a capire come potrebbero essere le condizioni e farci un'idea della linea che potremmo seguire. Togliamo gli sci, ci leghiamo e calziamo i ramponi che sono già le 8.30, il tempo vola!

Parte Emanuele per le prime 2 lunghezze cercando di seguire la linea più logica e provando a capire la reale condizione della neve e ghiaccio della parete, solo sul primo tiro utilizziamo 2 chiodi da ghiaccio alquanto aleatori.

Arrivati in sosta al secondo tiro tocca a me andare avanti, abbiamo già capito lo stile della salita che ci sta offrendo la montagna, sarebbe stata più lunga del previsto, garantito, ma con testa, tenacia e l'affiatamento giusti saremo in grado di superare tutti gli ostacoli con un salto a piè pari, o almeno così ci sembra.

La scalata è quanto di più delicato e tecnico potessimo immaginare, difficile proteggersi durante i tiri e ancora più impegnativo preparare una sosta che garantisce una sicurezza ottimale alla cordata solo a patto di impiegarci più tempo del previsto nel crearla, magari utilizzando 2 chiodi che non sono arrivati a fine corsa e altri 3 punti con friend e dadi, non dimenticando le piccozze incastrate o piantate.

Finisco anch'io i miei due tiri belli tosti un pò scarni da neve e ghiaccio che tocca a Franz andare avanti, ma dopo il turno di lavoro finito tardi non se la sente di andare avanti lui ma di continuare a dare supporto morale in sosta.

Riparte così Emanuele per altre due lunghezze che gli faranno vedere le streghe, specialmente su un traverso dove, se le condizioni fossero migliori, con la neve e ghiaccio belli compatti, sarebbe una passeggiata di AI 5; invece lo strato di neve indurita è talmente sottile da far stridere i ramponi quasi ad ogni passo.

Il tempo vola e abbiamo riacceso le frontali, ma come sappiamo benissimo tutti quando facciamo ciò che più ci piace, non ci rendiamo neppure conto delle ore che passano.

Sono nuovamente al comando con condizioni sempre peggiori, la neve sempre più farinosa che non aiuta ma nasconde tutte le possibilità di protezione e sostegno alla salita, ricordo solamente il largo uso di dadi che più o meno mi assicurano le lunghezze di corda, mentre i ramponi fanno scintille ogni qualvolta credo di aver trovato un supporto buono, (mi renderò conto soltanto il giorno dopo del reale consumo delle punte dei ramponi e piccozze).

Mi sostituisce Emanuele per portarci in vetta sotto la luce di una luna piena davvero spettacolare. Siamo in cima felici di aver concluso questa salita ma solo a metà strada per tornare in un luogo sicuro.

Decidiamo di scendere dal canale che sta sopra la via dei fratelli Franchini ma sarà lunga anche la discesa cercando il terreno giusto per attrezzare delle doppie sicure che ci permettano di rientrare alla base della parete.

Calziamo gli sci scendendo con una condizione di neve e luce che sembra quasi un sogno, sarà la stanchezza delle oramai 24 ore svegli o l'effetto ovattato della neve fresca che senza quasi rendercene conto siamo alla macchina.

Riusciamo a placare la fame e la sete solamente al primo panificio che troviamo aperto sulla strada di rientro.

Solamente il giorno dopo ci rendiamo veramente conto della salita che abbiamo realizzato.

di Matteo Faletti

Emanuele Andreozzi: ringrazia Elbec
Matteo Faletti: ringrazio la mia famiglia che mi lascia libero in queste scorribande, La Sportiva, Leki, MDV (Marker, Dalbello, Völkl) 

Info: www.mountime.com
 

Strapazzati dalla Luna Piena 470m ED+; M6+; AI5; 90°.




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