Tra cuore e pensiero alla Cima Busazza in Presanella per Davide Miori e Martin Giovanazzi
Era un po’ di tempo che Davide Miori ed io volevamo tirarci un po’ scemi con del sano ravanage. Questo inverno abbiamo passato tanto tempo insieme e ovviamente le idee sono incominciate ad affiorare, una tra queste era andare sulla Busazza e aprire qualcosa di nuovo. Qui la parete nord è una figata, graniti, diedrini ed ambiente selvaggio.
Il nostro progetto però continuava ad essere respinto per un motivo o per l’altro per tutto l’inverno, fino all’altro giorno, ormai estate. Anche se le condizioni non erano le migliori, perché non provarci? La linea che abbiamo tirato fuori secondo noi è mondiale, logica, non troppo difficile (anche se le condizioni ce l’hanno fatta purgare) e bella da vedere.
L’idea era quella di salire in tenda il giorno prima, per togliersi un po’ di dislivello, ed in seguito approcciarsi alla parete. Diciamo che i progetti su cosa intraprendere erano vari, ma il linea di massima, era di aprire qualcosa.
Un mese prima eravamo saliti sul Cercen e avevamo osservato la nord della Busazza individuando alcune linee. Le condizioni sembravano buone, pur sapendo che, probabilmente, la situazione del ghiaccio si sarebbe stravolta col tempo. L’unico modo per venirlo a sapere era partire e ficcarci il naso. Così, carichi come asini, siamo partiti per la Busazza e arrivati lì sotto, ovviamente, ci siamo trovati una situazione completamente diversa da quella che ci eravamo aspettati.
La parte di parete sulla quale il pomeriggio batteva il sole continuava a scaricare e la linea che intendevamo salire non esisteva più. Sembrava che, a quel punto, il giorno seguente ci saremmo dovuti accontentare di una pellatina e di rientrare a casa.
Ad entrambi, tuttavia, è tornata in mente una linea che avevamo intravisto il mese prima ma che avevamo escluso perché sembrava finisse in un punto morto della parete. Guardandola dalla nuova prospettiva, invece, sembrava molto logica e nemmeno troppo difficile. Così si trasformò nel nostro obiettivo: linea da salire con sci in spalla per poi affrontare la discesa
molto più velocemente, figata!
La linea, una volta che ci si è dentro, è super. Nella prima parte è incassata a mo’ di goulotte e l’ambiente in cui ci si trova è fantastico. Si è circondati da graniti dove proteggersi è una goduria.
Nella seconda parte, oltrepassato lo spigolo, si sborda sul versante nord ovest dove si scala più o meno sulla Dibona, andandosi a cercare diedrini e fessure, fino alla cima. Da qui sciatona giù per il canale ovest e rientro alla tenda.
È bestiale come queste avventure ti regalino una sensazione impagabile, fino a quando non si è giù di nuovo con i propri soci e saltano fuori nuove idee e allora “via che nare”!
La promessa che ci eravamo fatti era quella che quando avremmo trovato una via che rispettava questi canoni, l’avremmo dedicata al Spinacchio e al Giorgio. Ecco che allora l’abbiamo mantenuta dedicandogliela ai veci che, uno nel cuore e l’altro nella mente sono sempre con noi, ci aiutano e ci spingono a portare avanti le nostre passioni. Insomma, grazie ai papà.
di Martin Giovanazzi
Tra cuore e pensiero
Cima Busazza Parete Nord-Ovest, Gruppo Adamello - Presanella
Martin Giovanazzi e Davide Miori il 29/05/2021
Nota: La via via di misto si congiunge nella parte alta alla storica Dibona.