Stetind 'South West Face' aperta in Norvegia da Joda Dolmans e Andreas Widlund

Joda Dolmans racconta la prima salita di 'South West Face' sullo Stetind in Norvegia effettuata con Andreas Widlund. La via di 790 metri è stata aperta in 33 ore, supera difficoltà fino a N7/A0 e condivide una breve sezione di 'Guldfisken' al centro della parete.
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Il tracciato di South West Face su Stetind in Norvegia, aperta da Joda Dolmans e Andreas Widlund in 33 ore dal 30 giugno al 1 luglio 2023
Joda Dolmans archive

Stetind è speciale per molti motivi. Con la sua forma verticale è simile a un'incudine e sorge direttamente dall'oceano. Per i marinai lungo la costa, è un noto punto di riferimento, tanto che nel 2002 Stetind è stato selezionata come montagna nazionale della Norvegia. Questo orgoglioso pezzo di roccia si trova nel comune di Tysfjord, a circa 90 km a sud di Narvik.

Stetind ha una lunga storia alpinistica che risale al 1910. Al giorno d'oggi ci sono molte vie sulla montagna, e non sorprende quindi che ce ne siano anche alcune di altissima qualità. Classici come Sydpilaren e Vest Veggen – Vest eggen vedono molte ripetizioni durante i periodi di bel tempo, mentre Normalveien è la via più facile da salire ed è un itinerario popolare tra le guide alpine. Detto questo, va segnalato che alcune vie esistenti vedono pochissime ripetizioni e le informazioni possono essere difficili da ottenere.

Nel corso degli anni, molti alpinisti si sono innamorati di Stetind per la sua bella forma e la roccia di buona qualità, e di conseguenza quasi tutta la montagna è già stata esplorata ed esaminata attentamente. Ma se guardi abbastanza da vicino tra le linee esistenti, questo vasto oceano di roccia è pieno di sezioni vuote.

Provare una nuova via su una cima così famosa richiede molto lavoro. Non solo dal punto di vista dell'arrampicata, ma anche tutto il lavoro che precede l'apertura, per capire esattamente cosa è già stato fatto e cosa invece no. Alla fine dei conti, l'esperienza di salire su un terreno inesplorato conta più che rivendicare una "Prima Salita". Tenendo conto di tutto ciò, penso che siamo riusciti abbastanza bene a tracciare la nostra linea su una parete misteriosa. Forse su uno dei palcoscenici più grandi della Norvegia.

Andreas Widlund e io ci siamo incontrati per caso mentre aspettavamo il traghetto per le Lofoten. Tutto eccitato, Andreas mi ha raccontato che era appena stato a Stetind, esplorando e salendo in solitaria alcuni tiri sulla parete sud-ovest. A 80 metri dalla base, lo spigolo che stava seguendo era sconparso all'improvviso e le placche ruvide lo avevano costretto a scendere. "Sono sicuro che si passa in qualche modo! Inoltre, non l'ho mai visto così asciutta", aveva detto con un sorriso. Senza piani fissi per i giorni successivi e, vista l'opportunità che ci era stata data, ci siamo presto resi conto che l'unica cosa sensata era tornare a Stetind e fare un tentativo, insieme. Un'occasione troppo ghiotta per dire di no! Questa parete gironzolava nella mia mente già da alcuni anni, e molto di più in quella di Andreas.

Dopo aver dormito per qualche ora sotto un grosso masso alla base della parete, il 30 giugno verso le 17.30 abbiamo attaccato il primo tiro. Avevamo programmato di scalare tutta la notte e il giorno successivo, e più a lungo se necessario. 80 metri più in alto siamo arrivati al punto raggiunto da Andreas dove, in traverso, abbiamo superato le placche difficili e in parte runout per raggiungere un altro sistema di diedri. In seguito, questo si è rivelato essere il passaggio chiave dell'intera via, gradato N7 (6c+). Per innumerevoli ore successive abbiamo cercato la nostra via, spingendoci sempre più in alto in parete, liberando ogni tiro, a-vista. A volte sbagliavamo strada, finendo per fare discese spaventose o traversi run-out. Ma il morale era alto e ci siamo sentiti molto fortunati per aver avuto l'opportunità di arrampicare in un ambiente così bello. Dopo 33 ore in movimento, con due pause più lunghe, siamo arrivati in cima, felici e molto stanchi dopo tutto quel tempo in parete e per la salita nell'incertezza.

La nostra via sale dritta sulla parte più alta della parete. Nel mezzo sembra che abbiamo incrociato una via esistente (Guldfisken, di Tommy Nilsson & Hans Lindberg). Abbiamo incontrato difficoltà fino a N7 (6c+) e una sezione di A0 sull'ultimo tiro. La via offre di tutto, da placche difficili e runout, a diedri ben protetti e fessure ripide. La qualità della roccia era per lo più buona con tratti occasionalmente bagnati e blocchi friabili. Tutto sommato, la via ci ha regalato tutto ciò che avremmo potuto chiedere. Tutto è stato molto vivido e intenso! Abbiamo chiamato la nostra via South West Face.

di Joda Dolmans




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