Stati di beatitudine sullo Spigolo Vinci al Cengalo

Sullo Spigolo Vinci al Pizzo Cengalo (Val Bregaglia): Michele Comi (geologo, guida alpina, maestro di sci, alpinista) e l'arte del passo dopo passo, per una giornata di scalata senza tempo e dal giusto tempo tra montagna e cielo.
1 / 17
Spigolo Vinci al Cengalo: la parte alta dello spigolo
Michele Comi

Per l’alpinista, si sa, l’avvicinamento alla parete è generalmente considerato una noia, una perdita di tempo. Per lui l’azione in parete è l’unico obiettivo. Il resto è per lo più una scocciatura, per fortuna compensata dalla scalata e dal mettere le mani sulla roccia.

Spesso questo è un peccato, perché iniziare a sentire la terra sotto a i piedi mentre si mira alla parete, consente di entrare sin dall’inizio in un rapporto vivo con il percorso, che necessita di apertura di sensi e disponibilità del corpo.

Così i complessi avvenimenti che si succedono nel corso della salita si fanno via via più chiari e nitidi, intrecciandosi con il ricordo.

L’aria frizzante dell’alba si mescola con l’odore delle rocce e del cielo prima del sorgere del sole, decine di tele di ragno tese tra i macigni sono ricoperte di gocce di rugiada.

Nei primi metri d’arrampicata la roccia ghiaccia le mani, un’intemperia che un poco disturba, ma che in fondo rende più intenso il gusto di questo viaggio sul granito del Masino.

Un granito che si fa afferrare lungo spigoli, diedri, lame e fessure perfette. E’ la via capolavoro del grande esploratore, geologo e alpinista Alfonso Vinci.

Ogni appiglio contiene molteplici rivelazioni. Il primo passo delicato d’entrata alla “schiena di mulo” ci pone l’interrogativo di come avranno fatto nel lontano 1939 ad afferrare la soprastante fessura, mentre l’ombroso diedro nero si rivela meno ostico di quanto appaia da sotto grazie ad una serie di piccole prominenze d’anfibolite che indicano la via.

In breve la salita riesce solo se si concatena il passo con la scalata, compensando ogni movimento con il successivo, senza eccessi di foga, né di lentezza, che possono solo portare ad una rottura del fluire verso l’alto.

Senza dimenticare la coscienza della propria vulnerabilità, così lontana dall’idea di conquista.

Michele Comi - guida alpina

info: stilealpino.it




News correlate
Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Petzl Vasak -  ramponi 12 punte alpinismo classico
Ramponi in acciaio Petzl per l’alpinismo classico.
Pala da neve / Stecca d’emergenza / Ancora da neve Snow KONG Nylon
Pala da neve / Stecca d'emergenza / Ancora da neve
Karpos Storm Evo Pants - guscio / pantaloni uomini
Il guscio definitivo per ogni uscita invernale.
ARTVA Mammut Barryvox S
Mammut Barryvox - ARTVA completamente rivisto l'interfaccia utente, per rendere l’apparecchio ancora più semplice e intuitivo e quindi anche più sicuro.
Scarpe da trekking AKU Superalp V-Light GTX
Scarpe da trekking ideali per escursioni come Alte Vie e trekking di stampo nordico
Vedi i prodotti