Partenze per l'Himalaya: Dhaulagiri, e poi l'Annapurna

Il 30/03 Romano Benet, Nives Meroi, Luca Vuerich, Inaki Ochoa, Erri De Luca, Cesare Giuliani, Roberto Alloi, Mario Cedolin, Klemen Gricar, Christan Stangl, Peter Guggemos e Ivan Vallejo partiranno per il Dhaulagiri. In programma dopo la 7a montagna del mondo la prosecuzione per l'Annapurna.
Himalaya, Luca Vuerich, Nives Meroi, Romano Benet

Ormai in Himalaya è iniziata la stagione premonsonica. La classica stagione del "primo round", per chi punta agli ottomila. Così, come ogni anno, le partenze s'infittiscono. Come quella del team (anche questo ormai un classico) dei "tarvisiani", ovvero di Romano Benet, Nives Meroi, Luca Vuerich che, stanotte, voleranno verso il Nepal per il loro ormai consueto appuntamento con l'altissima quota. L'obiettivo, anzi gli obiettivi, sono due: s'inizia con la grande e difficile piramide del Dhaulagiri (settima cima della terra con i suoi 8167 metri) alla quale seguirà, dopo un veloce trasferimento in elicottero al campo base dell'Annapurna, un (si spera) altrettanto veloce tentativo al primo, e senz'altro tra i più ostici, degli ottomila saliti dall'uomo.

Due 8000 in programma per una spedizione allargata che Benet, Meroi e Vuerich affronteranno in buonissima compagnia. Infatti, nella prima parte, quella dedicata al Dhaulagiri, saranno della partita anche il tarvisiano e guida alpina Mario Cedolin, il napoletano Erri De Luca, i romani Cesare Giuliani e Roberto Alloi, e lo sloveno, anche lui Guida alpina, Klemen Gricar. Mentre, al programma completo, Dhaulagiri + Annapurna, parteciperanno l'austriaco Christan Stangl e il tedesco Peter Guggemos, lo spagnolo Inaki Ochoa e l'equatoregno Ivan Vallejo. Senza contare che all'Annapurna, i sette alpinisti con "il doppio obiettivo", troveranno ad attenderli l'americano Ed Vierstus. E, probabilmente, si passeranno il testimone con Silvio Mondinelli, Mario Merelli, Mario Panzeri, Daniele Bernasconi e Christian Gobbi che proprio in questi giorni sono impegnati su quella grande montagna.

Sarà un bel gruppone, dunque, quello organizzato dal Nodo infinito di Manuel Lugli. Ma soprattutto si metteranno insieme tanti ottomila (e tante esperienze, quindi) da condividere. Per darvi un'idea: con Meroi e Benet ciascuno con 7 ottomila saliti, e continuando con Vuerich a quota 4, Guggemos 9, Vierstus 13, Vallejo 11 (con l'Everest sia da nord che da sud), Ochoa 10 e poi Stangl e Gricar, con 2 "big mountains" a testa, si superano complessivamente i 60 ottomila... Ma, si sa, con i "numeri" non si risolve tutto, e soprattutto non si risolve mai a priori una salita. Perché, come diceva quel tale, "il futuro sta sulle ginocchia di Giove". Così, adesso che le bocce sono ancora ferme, forse è più interessante capire lo stato d'animo della partenza, i pensieri del "prima che tutto abbia inizio". Le aspettative, insomma. E' quello che abbiamo chiesto a Nives Meroi nella telefonata (anche questa consueta) del prima della partenza.

COME LA PRIMA VOLTA
intervista a Nives Meroi prima della partenza per il Dhaulagiri
di Vinicio Stefanello


Ciao Nives, ultimi preparativi?
Come al solito non si finisce mai prima di partire. Tra sbrinare il frigo, andare in banca… (e ride)

Ricordati anche di chiudere il gas...
Dai… A parte gli scherzi non si ha neanche il tempo di pensarci su veramente. E poi mi aiuta questa frenesia del "prima": così penso ad altro per non farmi prendere dall'emozione.

Quale emozione?
Io la chiamo crisi di astinenza da Campo base. Sai, la nostalgia di tornare a dormire tra i sassi. Quell'orribile sensazione d'umido di quando t'infili nel sacco a pelo… Se ci pensi bene, dev'esserci un fondo di "malattia" in tutto ciò.

Sì, la malattia dell'alpinista. Ma quando cominci ad entrare veramente nella spedizione
Comincio ad entrare nell'avventura solo sull'aereo...

Dal '94 hai fatto sette spedizioni e hai salito sette ottomila (tutti senza ossigeno e senza portatori d'alta quota). E' subentrata anche un po' d'ansia di prestazione
E' naturale che, arrivati a questo punto, si siano sviluppate molte cose… E anche che ci siano delle aspettative. Però a me interessa sentire, e vivere, ancora quella sensazione della prima volta. E' questo che conta per me.

Qual è questa sensazione della prima volta?
Io e Romano (Benet, nda) ormai sono 25 anni che viviamo ogni cosa assieme. Siamo cresciuti insieme. E quello che ho imparato dall'alpinismo l'ho imparato da lui e con lui. E' un alpinismo "ferreo", con delle regole, il nostro. Senza ossigeno, senza portatori d'alta quota. Per noi è questo il "gioco" che vale, che ci piace. E' questa sensazione, questo gioco, non inteso come passatempo ma come attività totalizzante per esplorare le nostre capacità e i nostri limiti, ciò che ci interessa. Sì, a me interessa tenere viva questa sensazione. Quella, un po' misteriosa, della prima volta.

Allora, quali sono le tue impressione prima di salire su quell'aereo?
Questa volta siamo in tanti. Un bel gruppo… variegato. Spero in una bella esperienza. E ci sono tutte le premesse perché lo sia davvero. A parte Romano e Luca (Vuerich ndr). Ci saranno tanti amici: Erri De Luca, Mario Cedolin, Inaki Ochoa, e tutti gli altri. Questa volta, poi, c'è anche la mia sorellina, Leila, che collabora con l'Università di Udine per una ricerca sui meccanismi della neocitolisi… Sì, spero in un'esperienza più completa, con un senso più ampio...

Lo spero anch'io. Intanto, come al solito, in bocca al lupo!
Ma perché: povero lupo!

Siamo alle solite. Ciao Nives, divertiti, e salutami gli altri!
Certo. Ciao a tutti!


NB
Da segnalare che tra gli sponsors degli alpinisti tarvisiani c'è anche l'Università di Udine che avvierà un programma di ricerca dei meccanismi alla base della neocitolisi. Ossia di quella naturale distruzione dei globuli rossi più giovani a vantaggio di quelli più vecchi, che si verifica nel passaggio dall’alta alla bassa quota. Lo studio potrà essere utile per i malati di nefropatie croniche nei quali, come negli alpinisti e negli astronauti, si verifica questo fenomeno di adattamento.


portfolio Luca Vuerich
Nodo infinito
news Meroi, Benet, Vuerich


Nella foto un momento della spedizione al Lhotse del 2004 di meroi, Benet e Vuerich (ph Luca Vuerich)


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