Nuova via sul Amahuagaychu per Florit, Sacchi e Sterni
L'11 giungo 2004, Mauro Florit, Massimo Sacchi e Marco Sterni hanno raggiunto l'inviolata cima dello Amahuagaychu 5134m, nella Cordillera Blanca, Perù, percorrendo una nuova via di 500 metri di lunghezza, e difficoltà di VII, A2.
L'11 giungo 2004, Mauro Florit, Massimo Sacchi e Marco Sterni hanno raggiunto l'inviolata cima dello Amahuagaychu 5134m, nella Cordillera Blanca, Perù, percorrendo una nuova via di 500 metri di lunghezza, e difficoltà di VII, A2. I tre erano partiti da Trieste il 27 maggio e, dopo aver "scoperto" la parete in una foto appesa sulla parete della Missione Don Bosco in Marcarà, si sono diretti immediatamente nella valle Quilloc. Ma a questo punto, passiamo la parola a Mauro Florit. Spedizione Alpinistico-Esplorativa Perú 2004 di Mauro Florit "In Perù non esiste solo la roccia dell Esfinge, con la sua ormai superfrequentata parete posta sopra la Laguna Paron. Noi, grazie ad una foto scovata sul muro della Missione Don Bosco in Marcarà, abbiamo scoperto un nuovo obiettivo, una parete di porfido ancora vergine e perdipiù su una montagna mai salita. Roba da alpinisti di centanni fa. Roba che ci fa abbandonare ogni indugio e partire. Da Huaraz siamo scesi verso sud, passando per il villaggio di Olleros, quindi seguendo la quebrada (valle) Uquian fino alla località Sacracancha 4030m. Entrati verso est nella quebrada Quilloc siamo risaliti per tracce di sentiero fino al campo base, posto a quota 4532m. La nostra montagna ha per i pastori locali due differenti nomi in lingua quechua: Amahuagaychu, che significa non piangere e Huaketsa Punta che si puo tradurre con punta tagliata ad indicare la sua particolare conformazione rocciosa. La cima, che non risultava mai salita in precedenza non appare nemmeno come quota in cartografia. Il versante ovest è caratterizzato da un imponente parete di forma triangolare alta più di cinquecento metri, al centro solcata da un evidente diedro, la logica via di salita che senza soluzione di continuità porta alla vetta. Scalare questa parete ci ha richiesto dieci giorni di arrampicata, anche perché abbiamo voluto attrezzarla con delle corde fisse che permettessero anche ai nostri amici peruviani della Escuela de alta montana Don Bosco en los Andes Blas Eleazar, Lucio Foliman e Michel Araya il raggiungimento della vetta. Tecnicamente la scalata ha uno sviluppo di circa 500 m. e presenta un difficoltà massima di VII grado superiore ed A2. Siamo arrivati in cima il giorno 11 giugno ed abbiamo potuto quotarla con il GPS a 5134m. La via è stata dedicata a Eder Sabino Cacha, giovane Guida Alpina della scuola deceduto, travolto da una valanga il giorno precedente al nostro arrivo in vetta. Per la nostra esplorazione è stato fondamentale lappoggio della Escuela de alta montana Don Bosco en los Andes di Marcara con il suo responsabile Giancarlo Sardini (OMG)." |
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