Sul Monte Duranno nelle Dolomiti Friulane gli Archi del Vento di Mirco Grasso, Francesco Rigon e Luca Vallata
Certe volte se ci credi i sogni si avverano… e 'sta volta il sogno si è avverato!
Una mattina di qualche giorno fa stavo passeggiando vicino casa e con il binocolo spiavo le montagne intorno a me, ammetto che oltre a contemplarne la bellezza stavo cercando qualcosa, ed è così che noto sulla destra del Duranno una parete solcata da un grandioso camino che la percorre interamente. Su quel camino intravedo una esile colata di ghiaccio, non si capiva assolutamente se ci fosse una linea da salire, ma forse avevo trovato quel qualcosa che andavo cercando. Così, cartina alla mano, riesco a dare un nome alla parete che stavo ammirando: la Nord del Naso del Duranno.
Per una serie di sfortunate coincidenze (che col senno di poi si sono rivelate fortunate) quando sento il Mircone (Mirco Grasso) per decidere cosa fare, l’unica opzione rimasta tra le mille idee che ci giravano in mente, era andare a mettere il naso in quell’angolo del Duranno dove non eravamo mai stati. A questo punto chiamare Luca Vallata per chiedergli di unirsi alla nella nostra avventura era cosa scontata; chi meglio di lui poteva conoscere questa montagna? Luca riesci a liberarsi dagli impegni e così il team è composto.
In una vigilia di Natale molto ventosa, all’alba siamo a Forcella della Spalla del Duranno, da qui scendiamo brevemente sul versante Nord e per un ampia cengia guadagniamo l’attacco del camino, e sorpresa, il ghiaccio c’è e pure tanto! L’entusiasmo ci pervade, sí perché se il ghiaccio c’è alla base è probabile che tutta la linea sia formata.
Non stiamo più nella pelle per iniziare a scalare, e i miei compagni mi lasciano l’onore di aprire i primi due tiri della via, non molto impegnativi ma bellissimi. Al termine del secondo tiro mi ritrovo dentro un antro chiuso sul fondo da uno strapiombo a volta che si interrompe in un foro centrale che dà accesso alla parte superiore della via. Qui è il turno di Luca che tira fuori le sue doti di fuoriclasse dell’alpinismo dolomitico e dopo varie peripezie supera questo camino a volta che pur non essendo il tiro più difficile della via si rivela sicuramente il più complesso. Fuori dal primo arco si entra immediatamente in una seconda grande grotta, anch’essa culminante in un foro da cui pendono festoni di ghiaccio, anche questo passaggio con una spaccata degna di Carla Fracci viene risolto da Luca.
Seguono altri tiri impegnativi in cui ci alterniamo io e il Mircone. Ma la linea non smette di sorprenderci con un terzo arco, che in questo caso aggiriamo per terreno più semplice, ma che si può percorrere con una variante, senza troppe difficoltà. E sul finale superiamo un quarto enorme arco, in corrispondenza del penultimo tiro.
Finito il terreno verticale riprende il comando Luca, restiamo legati fino a raggiungere la cengia anulare per terreno classico e non troppo impegnativo. Da qui seguendo la cengia e poi la normale del Duranno scendiamo a Forcella del Duranno in un’oretta, inseguendo Luca che si è messo in modalità Cruise control…
Terminiamo questa bellissima vigilia di Natale alla rinomata Enoteca di Erto, dove con la pancia piena troviamo, o meglio scopriamo, il nome che questa via già aveva in serbo per noi.
di Francesco Rigon, francescorigon.com
Francesco ringrazia: Karpos
Mirco ringrazia: Karpos, SCARPA
Luca ringrazia: SCARPA