Luka Lindič & Ines Papert: sani e salvi dopo la spedizione allo Shishapangma
Non sempre tutto funziona come da programma. Anzi, tutti sanno che sono più gli insuccessi che i successi quando si prova a fare qualcosa di difficile in montagna, specialmente poi se si va in alta quota. L’importante però è tornare a casa sani e salvi, tutto il resto è secondario.
È sicuramente questo quello che hanno pensato lo sloveno Luka Lindic e la tedesca Ines Papert, la coppia in cordata e nella vita che come riportato in precedenza in questa stagione primaverile avevano progettato di salire lo Shishapangma, colosso di 8027 metri in Tibet. Idealmente i due lo volevano salire per la parete sud, e nell’ambizioso progetto c’era di aprire una nuova via in stile alpino. Per la Papert sarebbe stato la prima volta su un ottomila dopo la bella apertura di una nuova via sul Likhu Chuli I (6719m) in Nepal nel 2013. Per Lindic invece sarebbe stato un ritorno alle alte quote dopo il Broad Peak (8051m) e la cima nord del Gasherbrum IV (7900m) salito in soli due settimane insieme a Ales Cesen nel 2016.
Questo il piano sulla carta, ma in pratica la spedizione si è rivelata alquanto difficile ed insidiosa. A partire dall’acclimatamento, con un tentativo di aprire una nuova via sul Nyanang Ri. Dopo aver piantato la tenda vicino alla terminale, durante la notte ha cominciato a nevicare e nelle prime ore del mattino i due sono stati svegliati da un boato, la terra ha cominciato a tremare e si sono precipiati fuori dalla tenda, giusto in tempo per mettersi in sicurezza e vedere la tenda travolta da una valanga. Scossi, hanno subito realizzato che il materiale che gli serviva per scendere era sepolto sotto 3 metri di neve e dopo aver scavato per due ore, sempre con la paura che potessero arrivare altre scariche dall'alto, hanno recuperato il materiale e sono scesi al campo base.
Alcuni giorni giù tardi, avendo elaborato l’accaduto, i due hanno tentato di acclimatarsi sul Pungpa Ri (7450m), ma a causa del freddo, del forte vento e del fatto che la Papert non era al 100% sono scesi. Da quel momento in poi il meteo non è mai migliorato e i due sono tornati a casa una settimana prima del previsto.
Riflettendo dopo la spedizione, Lindic ha spiegato "Le cose non sono andate bene durante questa spedizione e in situazioni come questa sarebbe facile trovare delle scuse per abbassare le nostre aspettative di riuscire a fare tutto in puro stile alpino. Era la prima volta che Ines tentava di scalare una cima di 8000 metri, e sicuramente non è andato come avremmo desiderato. Anzi, non siamo riusciti a salire niente. Abbiamo attraversato momenti molto difficili sia come compagni di cordata, sia come coppia, ma abbiamo sempre combattuto insieme e, cosa più importante, siamo tornati a casa sani e salvi. Ci va di accettare il fallimento di questa spedizione e di condividerlo nello stesso modo in cui condividiamo i nostri successi. Questo non è sempre un'impresa facile."
Shishapangma Expedition 2018
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