Grandes Jorasses: No Siesta e Bonatti - Vaucher per Luka Lindič e Ines Papert
In alpinismo spesso succede che la prassi, cioè quello che avviene in montagna, superi di gran lunga tutte le chiacchiere. Quindi a chi si chiede ancora cosa sia l’alpinismo oggi, proponiamo la recente salita di una cordata (non a caso) "mista". Non è né una prima ripetizione né una prima invernale, ma quello che hanno vissuto Ines Papert e Luka Lindič - dunque due alpinisti non propriamente sconosciuti - sulla Nord delle Grandes Jorasses per noi è semplice e puro alpinismo.
Questi i fatti. Dopo la recente prima ripetizione della via Nordest Supercombo sul Piz Badile, la cordata Ines Papert e Luka Lindič ha ora cercato e centrato una nuova avventura sulla nord delle Grandes Jorasses nel massiccio del Monte Bianco. I due alpinisti hanno salito in due giorni e mezzo d’arrampicata, e con due bivacchi in parete, una combinazione tra la via No siesta, aperta nel luglio del 1986 da Jan Porvaznik, Stan Glejdura, e la via Bonatti-Vaucher, aperta allo sperone Whymper da Walter Bonatti e Michel Vaucher nell’agosto del 1964 e conosciuta come una delle vie con roccia più friabili di tutta la parete.
Mentre lo sloveno Lindič conosceva già bene la parete - nel 2014 insieme a Luka Krajnc aveva effettuato la prima salita in libera della via Rolling Stones - per la tedesca Papert si è trattato di una sorta di battesimo del fuoco su una montagna e parete (celeberrime) per lei del tutto nuove. Prima lungo la via No Siesta poi, visto la mancanza di ghiaccio, la Bonatti - Vaucher a metà parete, per poi in alto ripiegare nuovamente sulla via No Siesta. Un test di circa 1100m, superato alla grande dal 20 al 22 febbraio, quindi in inverno pieno.
Le difficoltà tecniche sono stimate attorno a M7 ma, spiega Lindič "a causa delle condizioni secche anche i tiri più facili sulla carta ci hanno richiesto molto tempo." La Papert definisce la salita come "la migliore ma anche la più dura" da lei effettuata finora nelle Alpi." Mentre le parole di Lindič colpiscono ancora di più "Una delle mie salite più fredde nelle Alpi. Credo che abbiamo fatto una salita di cui possiamo andare piuttosto fieri." E forse, proprio in queste dichiarazioni, c’è anche molto di quello che è che fa l’alpinismo.
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