La Legrima al Sassolungo, la prima ripetizione è di Titus Prinoth e Alex Walpoth
La notizia risale alla fine dello anno scorso ma, come è nello stile dei fortissimi gardenesi, esce solo ora: dal 21 al 22 dicembre 2020 Titus Prinoth e Alex Walpoth si sono aggiudicati la prima ripetizione di La Legrima, la difficile ed effimera via di ghiaccio e misto aperta nel 2013, sulla parete nordest del Sassolungo nelle Dolomiti, da Adam Holzknecht e Hubert Moroder.
La linea, come è facilmente intuibile dal nome, scende dritta come una goccia d’acqua e si forma molto raramente. Holzknecht e Moroder erano riusciti a cogliere il momento giusto dopo inverni di corteggiamento e, a distanza di sette anni, negli ultimi mesi del 2020 si è formata nuovamente. Walpoth e Prinoth non si sono fatti scappare l’occasione e, partendo alle 7 di mattina del 21 dicembre dal Passo Sella, hanno raggiunto la base della via con le racchette da neve.
Legrima condivide la stessa partenza della classica Via Pichl e poiché Walpoth l’aveva già salita diverse volte, sia in estate sia in inverno, è partito lui da capocordata. Dopo l’esposto traverso hanno raggiunto il nevaio e la base della "lacrima", ma invece di ghiaccio hanno trovato neve e roccia. Walpoth ha salito il primo tiro, piazzando un friend perlopiù "psicologico" sul bordo del tetto, poi pochi movimenti più in alto è scivolato ed è caduto. Fortunatamente il friend ha tenuto e l’inaspettato volo ha "rotto il ghiaccio", i due si sono fatti una risata, poi arrivato in sosta, Prinoth ha continuato da capocordata. Le condizioni sono rimaste difficili; Prinoth ha continuamente dovuto cambiare tra l’arrampicata con le piccozze a quella con le mani, spesso il ghiaccio era poco consistente e quasi sempre hanno dovuto lottare contro la neve che cadeva dall’anfiteatro in alto, che fungeva da vero e proprio imbuto.
Presto si è fatta notte e arrampicando al buio i due sono riusciti a raggiunge il punto prefissato per il bivacco: due scomode piattaforme, distanti l’una dall’altra, su neve inconsistente. Durante la notte la piattaforma di Walpoth continuava a cedere e ad un certo punto ha dovuto attendere seduto l’arrivo dell’alba "sono diventate le ore più lunghe della mia vita". La notte di Prinoth non è andata molto meglio, ma i primi raggi di luce hanno cancellato qualsiasi pensiero di ritirata: il richiamo del ghiaccio blu sopra di loro era troppo invitante.
Arrampicando su ghiaccio sottile ma di buona qualità, Walpoth ha salito tre tiri meravigliosi, poi Prinoth ha portato la cordata fuori dalle difficoltà. Quindi, passando per l’anfiteatro, i due hanno continuato battendo la traccia nella neve fresca per raggiungere la cima. Il freddo vento da nord soffiava troppo forte per rimanere in cima per più di alcuni minuti, e alle 14:00 hanno iniziato la discesa che conoscevano già molto bene dale salite precedenti. Dopo alcune doppie e nonostante la stanchezza, la discesa è filata liscia.
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